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Il 2 aprile 1725 nasce Giacomo Casanova

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È stato scritto che alla vigilia della sua fine come Repubblica libera (1797), Venezia era sì decadente, ma non nell’ingegno.

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È stato scritto che alla vigilia della sua fine come Repubblica libera (1797), Venezia era sì decadente, ma non nell’ingegno. 

Antonio Vivaldi, Carlo Goldoni e Pietro Longhi erano infatti tutti lì nel ‘700. Tra di loro, però, solo Giacomo Casanova ha lasciato una testimonianza del tempo che  – è il caso di dire – è impastata in tutta la sua autobiografia.

La fama di amatore lo precede, vero, ma non dimentichiamo che la prima complice dei suoi amori è stata la Serenissima, dove il ventaglio era uno strumento di comunicazione insostituibile.

Goldoni ne fa una commedia in cui il ventaglio è il re dei malintesi, eppure parlava in modo più netto di qualsiasi spunta blu (almeno in teoria): tenerlo nella destra era un invito a farsi seguire, se aperto davanti la bocca quel cuore era libero. 

Love affair condotti tra squittii e ammiccamenti. Nelle tante avventure di Giacomo Casanova, qualcosa sarà stato pur costante: il preludio a un invito piccante.