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Il 16 novembre 2010 la Dieta mediterranea viene iscritta nella “Lista del Patrimonio Culturale Immateriale” dell’UNESCO

Dieta è una parola che arriva dal greco e si traduce con ‘stile di vita’ e quello del Mediterraneo è un insieme di strade a senso unico che si ritrovano tutte nel momento del pasto: “pietra angolare delle usanze sociali” per l’UNESCO.

Per capire meglio questo concetto, dobbiamo scomodare – come sempre – un padre della cultura europea qual è Dante Alighieri. Nel suo “Convivio”, si immagina un banchetto per diffondere conoscenza e, per la prima volta, vengono invitate anche le donne. Non è forse l’inclusività che fa una buona tavola, così come una conoscenza illuminata? La parola convivio, infatti, arriva dal più profondo significato di ‘vivere insieme’ e non c’è dubbio che questo chiuso mare, dalla notte dei tempi, di convivialità trabocchi. Si narra che l’imperatore Claudio, quando voleva aprire il senato romano ai Galli, incontrò l’opposizione di molti; al che il sovrano rispose più o meno con queste parole: “Ma i vostri illustri avi non erano forse Etruschi, Sabini o Sanniti, quando combattevano contro Romolo?”. Nell’antichità chiunque poteva, se lo voleva, sposare l’identità del Mediterraneo. 

Quanto a noi, saremo buoni eredi quando di grandi abbuffate di inclusività continueremo a non averne abbastanza. Se c’è un modo di rinnovare il concetto di “fiat lux”, nato proprio qui nel Mediterraneo, lo abbiamo forse a portata di mano.  

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