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Il 15 marzo 2019 è il primo «Fridays for Future»

«Hanno un’aria grave, ma lo sguardo scintillante, risoluto e limpido», ritratto perfetto dei milioni di studenti che due anni fa, in quel venerdì di mezzo marzo, sono scesi in piazza per il primo «Fridays for Future». 

La frase descrive invece i loro antenati del secolo scorso, i primi bambini coinvolti in uno sciopero, seppur indirettamente. Siamo a Parma, al tempo di «Novecento» di Bernardo Bertolucci, fatto di lotte agrarie e di fame. 

Per sfuggire ai tumulti del 1908, i bambini vennero messi in salvo su treni diretti a Genova, Pontedera, Viareggio e Milano; qui c’erano famiglie pronte ad accudirli in attesa della fine delle sommosse. Per loro, sarà stato forse il ritaglio di un piccolo momento di felicità: così infatti ci appaiono in una foto ritrovata in un comune della provincia di Parma, che ha permesso di portare a galla questa storia. 

Sprizzante, invece, è stata quella che abbiamo visto sgorgar fuori due anni fa in tutte quelle piazze e, come nel nostro messaggio in bottiglia, le idee e le persone si sono unite in un ideale, grande girotondo. 

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