Le 4 misure

Identità digitale in Costituzione, Cloud nazionale, sostegno per Tlc e piano antenna per 5G. La proposta di legge della Lega

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Alessandro Morelli, presidente Commissione Tlc, e Massimiliano Capitanio e Igor Iezzi hanno presenteranno, a Montecitorio, il pacchetto di proposte di legge della Lega sulle nuove frontiere del digitale e delle telecomunicazioni.

Il diritto all’identità digitale da introdurre nella Costituzione italiana, la nascita del cloud nazionale per i dati della pubblica amministrazione – che può essere gestito da una nuova Autorità regolatoria -, sostegno e sicurezza per le telecomunicazioni per diffondere maggiormente le reti ultraveloci e la designazione di un ‘mister antenna’ per l’installazione delle antenne 5G. Ecco le 4 misure per l’Italia digitale inserire dalla Lega in una proposta di legge “da calendarizzare la prossima settimana”, presentata questo pomeriggio nella sala stampa di Montecitorio da Alessandro Morelli, presidente Commissione Tlc, e Massimiliano Capitanio e Igor Iezzi.

Il diritto all’identità digitale nella Costituzione italiana

“Con questa proposta di legge intendiamo apportare un’integrazione all’articolo 22 della Costituzione, con l’obiettivo di aggiungere un comma nel quale si precisa che la Repubblica tutela con norme di legge il diritto all’identità, anche digitale, di ogni individuo”, ha spiegato Iezzi, componente della Commissione Affari Costituzionali. “Questo rappresenta una novità in ambito europeo e, allo stesso tempo, un enorme passo avanti per il nostro Paese, perché richiamiamo in Costituzione la tutela dell’identità digitale e dei dati del singolo come diritto”, ha concluso Iezzi.

Cloud nazionale dei dati della Pa, che può essere gestito da una nuova Autorità

“Vogliamo istituire un Cloud nazionale, che sia una vera e propria cassaforte per i dati dei cittadini, raccolti dagli enti pubblici”, ha dichiarato Alessandro Morelli, che ha aggiunto: “una fort knox messa a disposizione delle istituzioni, locali e nazionali, che spesso non sono in grado di fare massa critica per la realizzazione di cloud locali, o non riescono ad avere le competenze per la valorizzazione dei dati raccolti”.

Un cloud nazionale dei dati della Pa gestito da chi? “Potrebbe essere affidata una nuova Autorità regolatoria il compito di gestire il cloud nazionale dei dati della Pa, su cui lo Stato potrà anche eseguire l’attività di data analysis”, ha detto Morelli.

Sostegno e sicurezza per le Telecomunicazioni

“L’Italia non è un Paese digitale, rincorre questo sogno, che vogliamo contribuire a realizzare con questa proposta di legge”, ha affermato Massimiliano Capitanio nel presentare le misure per le tlc e la diffusione della banda ultralarga e delle reti 5G.

La propsta di legge intende modificare la disciplina dei contributi dovuti dalle imprese delle Tlc per i collegamenti fissi bidirezionali.

“Introduciamo anche“, ha aggiunto Capitanio, “misure per facilitare i procedimenti amministrativi per l’installazione di reti ad alta velocità. In particolare, si propone di modificare la legislazione vigente in materia ambientale, edilizia e paesaggistica in modo da prevedere dei tempi più rapidi per il rilascio delle necessarie autorizzazioni all’installazione delle reti ultraveloci”.

“Abbiamo introdotto in questa proposta anche delle modifiche alla disciplina sulla web tax per destinare una parte dei proventi in investimenti nell’infrastruttura fisica. Includiamo nel provvedimento delle misure per contrastare la pirateria cinematografica o audiovisiva, come aumentare le pene per il camcording e mettere fine alla pirateria sugli eventi sportivi”, ha concluso Capitanio.

“Piano antenne” per la rete in 5G

“Vogliamo fare in modo che in ciascuna città metropolitana vi sia un soggetto, un ‘mister antenna’, che fa una mappatura dei punti all’interno del territorio in cui installare i ripetitori 5G”, così Morelli ha presentato il “piano antenne per le reti 5G, “sfruttando

l’infrastruttura verticale esistente (ad esempio pali di illuminazione pubblica o semafori)”. “Questo è un sistema virtuoso perché consente di ridurre al minimo il numero di ripetitori, evitando l’effetto giungla’”, diminuendo i costi di investimento per le telco, e può generare un’entrata per i Comuni, attraverso il canone che gli operatori pagherebbero per installare il loro ripetitore”, ha concluso il presidente della Commissione Tlc della Camera dei Deputati.