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IA, Sundar Pichai: “Arma pericolosa, servono regole”. Ma forse perché Google è indietro rispetto ai competitors (Video)

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Forse dietro i modi pacati e le parole allarmistiche di Sundar Pichai, in realtà, ribolle un'azienda che rischia di perdere terreno prezioso. Il core business di Google, quella ricerca sul web che vale 162 miliardi di dollari all'anno, è in pericolo.

“L’intelligenza artificiale può essere molto dannosa se usata in modo sbagliato per questo abbiamo bisogno di regolamenti e linee guida sull’intelligenza artificiale per garantire che la tecnologia sia “allineata ai valori umani”.

Lo ha detto l’amministratore delegato di Google Sundar Pichai che, nel corso di un’intervista a 60 Minutes, ha messo in evidenza che per l’AI servono norme simili a quelle dei trattati usati per regolare l’utilizzo delle armi nucleari.

“L’intelligenza artificiale avrà presto un impatto su “ogni prodotto di ogni azienda” e minaccerà i posti di lavoro”, ha spiegato Pichai, chiarendo che scrittori, contabili, architetti, ingegneri del software e altri “lavoratori della conoscenza” subiranno gli impatti maggiori. Pichai ha aggiunto che senza linee guida, l’intelligenza artificiale potrebbe essere oggetto di abusi e potrebbe essere utilizzata per creare rapidamente video deepfake per diffondere disinformazione e potrebbe “causare molti danni” a livello sociale.

Per il Ceo di Google lo sviluppo di queste linee guida “non deve includere solo ingegneri, ma scienziati sociali, esperti di etica, filosofi e cosi’ via, e penso che dobbiamo agire molto in fretta”. Pichai ha aggiunto che la società deve decidere collettivamente come integrare l’intelligenza artificiale, aggiungendo che “non spetta a un’azienda decidere”, ma la società collettiva potrebbe non essere pronta per il ritmo fulmineo dei progressi dell’IA.

La paura di Google per l’IA? E’ troppo indietro rispetto ai competitors

Ieri è bastato che la società coreana Samsung annunciasse di aver considerato di sostituire Chrome con l’equivalente di Microsoft, Bing, per causare un tonfo in borsa al titolo del motore di ricerca più diffuso al mondo. Risultato: in apertura di contrattazioni al Nasdaq Alphabet, la casa madre di Google, ha bruciato oltre il 3% del suo valore. Circa 40 miliardi di dollari.

La ragione della possibile decisione di Samsung è una soltanto: l’investimento da 10 miliardi di dollari di Microsoft in OpenAI per integrare il software di intelligenza artificiale ChatGpt dentro Bing.

Mountain View, dal canto suo, sarebbe molto indietro nella corsa all’intelligenza artificiale (da ricordare il flop al debutto per Bard, la risposta di Alphabet a OpenAI). Se Samsung abbandonasse davvero Google, nelle casse dell’azienda verrebbero a mancare circa 3 miliardi di dollari annui. E il monopolio dell’azienda nel settore delle ricerche web sarebbe a rischio. Ecco perché tanta paura.

In Italia al via il primo ciclo di audizioni sull’IA

Oggi si è svolto la prima riunione del ciclo di audizioni del Comitato di Vigilanza sull’attività di Documentazione sul tema dell’intelligenza artificiale.

Alle ore 11, nella Biblioteca del Presidente si sono svolte le audizioni del professor Paolo Benanti, docente della Pontificia Università Gregoriana, e della professoressa Rita Cucchiara, docente dell’Università di Modena e Reggio Emilia.

L’indagine del Comitato, presieduto dalla Vicepresidente della Camera, Anna Ascani, ha l’obiettivo di conoscere l’avanzamento dell’intelligenza artificiale e degli algoritmi e di studiare la loro possibile applicazione all’interno della documentazione parlamentare, a supporto dell’attività del Parlamento.