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IA generativa, aumenterà di 450 miliardi di dollari il business aziendale globale entro il 2030

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Nuove stime di ABI Research per l’impiego dell’IA generativa in numerosi verticali del mercato enterprise globale. Il valore aggiunto è significativo, ma rimangono irrisolti dei problemi, dei rischi, soprattutto per il livello occupazionale. Cresce la produttività, ma quale futuro per il mondo del lavoro?

Il Report sul futuro dell’IA generativa in 12 verticali strategici del mercato enterprise mondiale

A fare la differenza rispetto ad oggi sarà l’aumento dei casi d’uso dell’intelligenza artificiale (IA) generativa in numerosi verticals a livello mondiale. Secondo le nuove stime di ABI Research, entro il 2030 tale tecnologia incrementerà di 450 miliardi di dollari il valore complessivo del mercato aziendale globale.

Dodici i verticali individuati dai ricercatori, con centinaia di casi d’uso studiati, che andranno ben oltre la produzione di contenuti per l’area marketing, l’educational e l’editoria, che sino ad oggi sono stati i primi ad essere investiti dall’IA generativa, con i popolari ChatGPT e Stable Diffusion.

Secondo Reece Hayden, Senior Analyst presso ABI Research: “Sono tre le ondate di applicazioni che ci attendiamo dal mercato, la prima è quella che abbiamo conosciuto nei mesi scorsi e già registriamo le prime conseguenze su alcuni profili professionali”.

Le tre ondate di applicazioni dell’IA generativa

Questa prima ondata ha avuto un impatto consistente sul mondo del lavoro, con un aumento senza precedenti nella generazione di contenuti e quindi della produttività generale dei dipendenti”, ha continuato Hayden.

La seconda ondata avrà un impatto maggiore sui servizi esterni. Man mano che l’IA di generazione diventa più matura e affidabile – ha spiegato il Senior analyst – le aziende saranno in grado di iniziare a creare prodotti o servizi attorno ad essa. I settori della sanità e degli studi legali sfrutteranno sempre più l’IA generativa per creare servizi mission-critical. Ad esempio, le aziende sanitarie potranno sfruttare tali strumenti di per valutare e gestire la salute dei pazienti nel tempo, o per creare chatbot che risponderanno sempre più in maniera puntuale e dettagliata alle domande dei pazienti“.

Successivamente avremo la terza ondata di adozione di strumenti di IA generativa da parte delle aziende e sarà il momento in cui si produrrà il valore più significativo sul mercato: “Ci aspettiamo che alcuni verticali come la produzione industriale e la logistica sfrutterano l’intelligenza artificiale generativa per automatizzare e ottimizzare i processi. Ciò avrà un impatto significativo, ma comporterà anche ulteriori rischi”.

Quali i rischi per le aziende e i lavoratori?

L’IA generativa, sufficientemente supervisionata da personale umano, può quindi aumentare sensibilmente la produttività dei dipendenti e dell’azienda nel suo insieme, in tutte le sue parti.

Il punto è, le aziende, ad oggi, hanno già sviluppato una strategia dedicata all’IA generativa? Se si procede per singole unità d’impresa non si rischia forse un’eccessiva frammentazione?

Per evitare di rispondere affermativamente o meno a tali domande, è necessario fin da subito, secondo lo studio, procedere ad immaginare e lavorare ad un percorso di condivisione centrato sull’impiego di questi strumenti avanzati in diversi settori produttivi e non solo, sia da parte dei dipendenti, sia in termini di governance, sia di approccio legale.

“Costruire un framework per supportare l’implementazione dell’IA generativa aziendale è fondamentale. Per garantire la coerenza operativa, le aziende dovrebbero adottare una piattaforma comune che includa modelli di base e set di dati accurati. Questo framework può quindi consentire a diverse unità aziendali di creare modelli e applicazioni altamente contestualizzati e specifici per caso”, ha dichiarato Hayden.

Resta da vedere cosa accadrà con l’entrata in vigore della regolamentazione globale nei prossimi due anni. Per ora, secondo la ricerca, i casi d’uso non mancano e aumenteranno i verticali di applicazione, con un aumento generale della produttività aziendale.

Quasi un posto di lavoro su tre a rischio nel mondo entro i prossimi dieci anni

Rimane comunque inevasa una domanda centrale, che ci accompagnerà per molti anni a venire ancora: se l’IA generativa (e più in generale l’IA in tutte le sue estensioni di significato e applicazione) sarà impiegata in sempre maggiori casi d’uso, che cosa accadrà ai posti di lavoro in azienda? Aumenteranno o diminuiranno?

Non è facile rispondere a questa domanda con precisione, ma sappiamo bene ormai che molti dei lavori tradizionali in settori chiave della società (non solo per rilevanza economica, ma anche occupazionale) potrebbero esser presto sostituiti dall’IA.

Secondo un recente studio pubblicato dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), prendendo in considerazione non solo l’IA, ma anche altre soluzioni tecnologiche per incrementare il livello di automazione aziendale, si stimano a rischio il 27% dei posti di lavoro in tutto il mondo.

Pur riconoscendo in otto casi su dieci già oggi un miglioramento netto dei propri risultati grazia all’IA, il 63% dei lavoratori nel settore finanziario e il 57% di quello manifatturiero temono seriamente di vedersi sostituire da un software entro i prossimi dieci anni.