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I Ray-Ban-Facebook con licenza di fotografare e registrare tutti noi e metterci online. Quali i limiti dei Garanti Privacy?

occhiali_Ray-Ban_facebook

Nel libro e nel film The Circle, del 2017, abbiamo già visto gli effetti negativi sulle persone e sulla società di una tecnologia ipercontrollante ed invasiva nella privacy dei cittadini. La protagonista accetta di indossare una telecamera ad altissima definizione, delle dimensioni di una noce e sviluppata dalla società per la quale lavora, per comunicare in diretta con migliaia di follower nel mondo e condividere tutto ciò che vede in ogni istante della sua giornata. Anche un incidente mortale causato proprio da quella tecnologia che punta alla caccia all’uomo in diretta Tv.

Oggi quell’idea di telecamera è stata inserita nei Ray-Ban Stories, gli smart glasses di ultima generazione realizzati dall’italiana Luxottica insieme a Facebook e disponibili in Italia, USA, Regno Unito, Australia, Irlanda e Canada“La tanto attesa collaborazione porta con sé una concezione completamente nuova della fotografia, della condivisione e dell’ascolto nei momenti più autentici della vita”, così le due società hanno presentato gli occhiali digitali “sempre bellissimi”, che superano di soli 5 grammi quello dei normali.

La camera da 5 MP con funzionalità foto e video integrata agli occhiali 

I Ray-Ban Stories integrano una dual camera da 5 MP con funzionalità foto e video fino a 30 secondi, auricolari open-ear molto discreti e un sistema audio composto da tre microfoni per riprodurre suoni e voce in alta qualità durante le telefonate e i video. Un Led bianco integrato si accende per indicare alle persone intorno a chi li indossa che è in corso la registrazione di un video o lo scatto di una foto.

Tutto passerà sull’app di Facebook, sarà il nuovo archivio della vita

Gli occhiali hi-tech sono dotati di un’app integrativa, Facebook View (per iOS e Android). Chi li indossa e registra video e scatta foto è poi obbligato a trasmettere i file all’app di Facebook e ad avere attivo un profilo del social. Solo in un secondo momento, sarà possibile pubblicare i contenuti su tutte le app social installate sullo smartphone: Facebook, Instagram, WhatsApp, Messenger, Twitter, TikTok, Snapchat, ecc.

I dati che raccoglierà Facebook

Leggendo la privacy policy di Facebook View, l’app installata sui Ray-Ban Stories, ecco quali sono i dati che la società, guidata da Mark Zuckerberg, raccoglierà. Sarà il nuovo archivio digitale della vita:

“Sappiamo bene che ogni tecnologia può avere degli effetti collaterali difficili da prevedere, per questo abbiamo deciso di rendere obbligatorio il passaggio via app, Facebook View, per condividere sui social i contenuti raccolti. Serve ad evitare le dirette streaming o che magari si renda pubblico per errore qualcosa che deve restare privato”, cerca di rassicurare Andrew “Boz” Bosworth, vicepresidente della realtà aumentata e virtuale di Facebook. 

Basterà quest’app di Facebook a filtrare ciò che può essere condiviso online da ciò che vìola la privacy dei cittadini fotografati o finiti nei video senza consenso?

Quali i limiti imposti dai Garanti Privacy?

È opportuno che le Autorità Garanti dei dati inizino da subito a normare gli occhiali digitali, perché rappresentano il nuovo trend. Tra diversi anni potrebbero rubare la scena agli smartphone.

“I Ray-Ban Stories sono un passo importante verso un futuro in cui i telefoni non saranno più una parte centrale della nostra vita e non dovrai scegliere tra interagire con un dispositivo o interagire con il mondo che ti circonda”, così sono stati presentati dal ceo di Facebook, Mark Zuckerberg

La nota del Garante Privacy italiano: “Chieste informazioni a Facebook una serie di quesiti prima della commercializzazione degli occhiali sul mercato italiano”

Il Garante Privacy italiano è intervenuto sugli occhiali digitali. Ecco la nota dell’Autorità:

In riferimento agli smart glasses dotati della funzionalità “Facebook View”, il Garante per la protezione dei dati personali ha chiesto all’Autorità Garante irlandese (DPC- Data Protection Commission) di sollecitare FB affinché risponda ad una serie di quesiti prima della commercializzazione degli occhiali sul mercato italiano.

L’Autorità italiana si era infatti già attivata nei giorni scorsi presso l’omologo irlandese ponendo una serie di questioni che integravano quelle già oggetto delle interlocuzioni avvenute tra la DPC e il social media.   

Il Garante italiano intende acquisire elementi ai fini di una valutazione della effettiva corrispondenza del dispositivo alle norme sulla privacy. 

L’Autorità ha chiesto, in particolare, di conoscere la base giuridica in relazione alla quale Facebook tratta i dati personali; le misure messe in atto per tutelare le persone occasionalmente riprese, in particolare i minori; gli eventuali sistemi adottati per anonimizzare i dati raccolti; le caratteristiche dell’assistente vocale collegato agli occhiali.

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