Finestra sul mondo

I gilet gialli preoccupano la Francia, Brexit, Elezioni anticipate in Spagna

di Agenzia Nova |

Poteri, economia, finanza e geopolitica nelle ultime 24 ore.

Finestra sul mondo è una rubrica quotidiana con le notizie internazionali di Agenzia Nova pubblicate in collaborazione con Key4biz. Poteri, economia, finanza, lette in chiave di interdipendenza con un occhio alla geopolitica. Per consultare i numeri precedenti, clicca qui.

Francia, sale la preoccupazione per la manifestazione di sabato dei gilet gialli

07 dic 11:06 – (Agenzia Nova) – Crescono in Francia i timori per la manifestazione dei gilet gialli prevista per questo sabato a Parigi. La stampa spiega che le forze dell’ordine si aspettano nuovi episodi di violenza dopo quelli che si sono verificati durante la mobilitazione della scorsa settimana. Per il momento non e’ possibile fare delle previsioni in merito al tasso di partecipazione, ne’ ai luoghi dove si svolgera’ la protesta parigina. Nella capitale infatti, i manifestanti si ritroveranno principalmente a Bastiglia e sugli Champs Elyse’es, ma non e’ da escludere che ci saranno altri raduni. Dall’inizio della protesta ci sono stati 4 morti e piu’ di 800 feriti. L’Eliseo ha fatto sapere che nella capitale sono attese diverse migliaia di persone, che si riverseranno in alcune zone “per rompere e per uccidere”.”Abbiamo davanti a noi persone che non sono li’ per manifestare ma per distruggere, Faremo in modo di non lasciargli le mani libere”, ha detto il primo ministro Edouard Philippe ieri sera in diretta su TF1. Il capo del governo ha fatto sapere che in tutta la Francia verranno dispiegati 89mila agenti. Il governo ha lanciato un grande appello alla calma chiedendo ai gilet gialli di non scendere in strada a manifestare per ragioni di sicurezza.

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Usa, per “Wp” William Barr e’ il principale candidato di Trump come procuratore generale

07 dic 11:06 – (Agenzia Nova) – L’ex procuratore generale William P. Barr e’ il principale candidato del Presidente Trump ad essere nominato a capo del Dipartimento di Giustizia – una scelta che potrebbe essere presa nei prossimi giorni, fra le pressioni che circondano l’inchiesta sulle presunte interferenze russe nelle elezioni del 2016, Lo scrive il “Washington Post”, citando funzionari informati delle decisioni. Barr, 68 anni, un rispettato avvocato repubblicano, che ha gia’ prestato servizio come procuratore generale dal 1991 al 1993 sotto il presidente George H.W. Bush, e’ emerso come il candidato preferito di un certo numero di funzionari dell’amministrazione Trump, tra i principali consiglieri legali della Casa Bianca, hanno detto le fonti del quotidiano. I funzionari dell’amministrazione si aspettano che la nomina di Barr sia accolta positivamente dai repubblicani, che rispettano la sua esperienza, e dai democratici che lo vedrebbero come un avvocato vecchio stampo senza particolare lealta’ personale nei confronti del presidente. La decisione tuttavia, secondo una fonte, non e’ definitiva, e anche se Barr e’ il candidato principale, alla fine il presidente potrebbe decidere di scegliere qualcun altro

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Usa, Congresso vota esercizio provvisorio per mancato accordo su fondi per sicurezza frontiere

07 dic 11:06 – (Agenzia Nova) – La Camera dei rappresentanti Usa ha approvato due settimane di esercizio provvisorio volto a scongiurare il blocco delle attivita’ amministrative (government shutdown) per la mancata approvazione entro i termini di legge del documento di spesa. Un analogo provvedimento e’ atteso da parte del Senato. Lo stallo e’ determinato dal mancato accordo sulla possibilita’ di aumentare i fondi per la sicurezza delle frontiere. Il presidente Donald Trump ha chiesto 5 miliardi di dollari per costruire il muro lungo il confine con il Messico, ma i democratici non sono d’accordo. L’ultima proposta di spesa, che e’ stata approvata a marzo, prevedeva finanziamenti per nuove recinzioni e barriere mobili, oltre alle tecnologie di sorveglianza, ma ha vietato all’amministrazione di costruire un solido muro di confine in cemento. I negoziati sui finanziamenti alle frontiere hanno causato tensioni anche tra i democratici, scrive il “New York Times”. Il leader della minoranza del Senato Chuck Schumer ha detto che i democratici del Senato approvano la spesa di 1,6 miliardi di dollari per la sicurezza delle frontiere previsti da un disegno di legge bipartisan al Senato. Ma alcuni parlamentari democratici si sono opposti, preoccupati che questi fondi possano alla fine essere impiegati per costruire il muro. Sia Schumer che la leader della minoranza della Camera, Nancy Pelosi, hanno dichiarato di essere contrari al finanziamento di un muro fisico.

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Ue-Spagna, Dombrovskis avverte Sanchez che sono necessarie “modifiche sostanziali” al bilancio per il 2019

07 dic 11:06 – (Agenzia Nova) – Bruxelles prestera’ la massima attenzione alla legge di bilancio che il governo spagnolo portera’ in parlamento perche’ ritiene che siano necessarie “modifiche sostanziali e importanti” affinche’ il testo sia conferme alle regole comunitarie. Lo ha detto, in un’intervista al quotidiano “El Mundo”, il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, sottolineando che la manovra dell’esecutivo di Pedro Sanchez “e’ a rischio inosservanza del Patto di stabilita’ e crescita”. Secondo il politico lettone, il progetto di bilancio spagnolo non rispetta la raccomandazione dell’Ue sulla “riduzione del disavanzo strutturale dello 0,65 per cento del Pil”. “E’ necessario adottare le misure appropriate e lo consigliamo a tutti i paesi a rischio di non conformita’”, ha messo in chiaro Dombrovskis, ricordando che “attualmente 10 paesi della zona euro sono pienamente conformi e ce ne sono altri che sono molto vicini”. “Ci sono solo cinque a rischio di non conformita’ come la Spagna e un caso particolare di non conformita’ che e’ l’Italia”, ha precisato il vicepresidente della Commissione Ue. Secondo il lettone, l’economia spagnola “sta crescendo fortemente a causa delle riforme strutturali attuate dopo la crisi ma mantiene ancora un livello molto alto di disoccupazione. Sta andando giu’, ma e’ ancora molto alto”, da qui il suggerimento di “portare il debito pubblico su una chiara traiettoria verso il basso”. “Con questo livello di indebitamento, la Spagna e’ vulnerabile, non ha spazio di manovra prima che arrivi la prossima crisi”, ha concluso.

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Spagna, Sanchez allontana lo spettro delle elezioni anticipate

07 dic 11:06 – (Agenzia Nova) – Il primo ministro spagnolo, Pedro Sanchez, ha smentito le indiscrezioni circa una possibile convocazione delle elezioni anticipate nel mese di marzo. In un colloquio informale con i giornalisti, tenuto in occasione del 40° anniversario della Costituzione, celebrato ieri 6 dicembre, il leader socialista ha dichiarato che nel “mese di marzo il governo stara’ lavorando”, negando cosi’ l’idea che dietro la scelta di presentare il bilancio in parlamento a gennaio ci fosse l’intenzione, in caso di bocciatura, di andare al voto subito dopo. Sanchez ha poi messo in chiaro che se le Camere non approveranno la manovra per il 2019, l’esecutivo non sara’ necessariamente costretto alle dimissioni. Nonostante le rassicurazioni del primo ministro, pero’, il quotidiano “El Pais” scrive oggi che il Partito socialista operaio (Psoe) sarebbe a lavoro per un super election day, ovvero per il progetto che prevede di convocare le elezioni regionali, municipali, europee e generali nello stesso giorno, il 26 maggio del prossimo anno. Intanto, secondo diversi media locali, l’esecutivo sarebbe convinto che Erc e PdeCat finiranno per approvare la legge di bilancio anche se si “manterranno sulla difensiva fino all’ultimo momento”. Secondo le previsioni, il Consiglio dei ministri approvera’ la manovra all’inizio del prossimo gennaio e la inviera’ subito dopo al Congresso, dando il via alle trattative. Il primo grande test per il governo di Sanchez sara’ verificare se il PdeCat, alla prova dei fatti, si dira’ contrario alla totalita’ dei contenuti o solo ad una parte di essi, in quanto le posizioni espresse al momento non sono prese in gran considerazione, visto che “cambiano ogni giorno”. Fonti dell’esecutivo hanno invece ammesso di non temere Erc, perche’ i repubblicani sarebbero “piu’ identificati” con l’obiettivo sociale del bilancio e quindi piu’ propensi alla sua approvazione o all’astensione.

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Regno Unito, governo rassegnato a perdere il voto sull’accordo con l’Ue per la Brexit

07 dic 11:06 – (Agenzia Nova) – Il governo britannico ed il Partito conservatore sono sempre piu’ preoccupati all’approssimarsi dell’11 dicembre, quando alla Camera dei comuni sara’ messo ai voti l’accordo sulla Brexit siglato il 25 novembre scorso a Bruxelles dal primo ministro Theresa May e dal presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncke. Lo riporta oggi il quotidiano britannico “The Telegraph”, raccontando la confusione che domina tra i Tory e i tentativi all’ultimo minuto di evitare una cocente sconfitta parlamentare che potrebbe persino decretare la caduta dell’esecutivo. I numeri in parlamento sono, infatti, impietosi per il gabinetto May: quasi nessuno nei partiti di opposizione e’ disposto a un voto favorevole Inoltre, sembra ormai persa la manciata di deputati alleati del Partito democratico unionista (Dup) dell’Irlanda del Nord. Quel che e’ peggio, numerosi deputati conservatori potrebbero votare contro l’accordo e contro la premier: sia perche’ sinceramente convinti che l’intesa non rispecchi fedelmente il referendum del 2016 per la Brexit, sia semplicemente perche’ non sopportano Theresa May e la vorrebbero veder sostituita alla leadership del partito ed alla guida del governo. Nella giornata di ieri 6 dicembre, persino il presidente del gruppo parlamentare del Partito conservatore, Julian Smith, ha dovuto ammettere che la sconfitta e’ inevitabile e che il governo potrebbe essere battuto con uno scarto di addirittura 200 voti. Intanto, diversi ministri stanno raddoppiando gli sforzi per convincere a rinviare il voto, magari fino dopo Natale, una premier May che invece disegna piani immaginari dell’ultim’ora per guadagnarsi il favore dei deputati. Da questo caos politico soltanto il Partito laburista potrebbe trarne vantaggi. Nella giornata di ieri, 6 dicembre, il leader laburista Jeremy Corbyn e’ intervenuto nel dibattito in corso alla Camera dei comuni, invitando i deputati di tutti i partiti a bocciare l’accodo May-Juncker cercando al contempo di convincerli abbracciare invece il suo piano per la Brexit. Tuttavia, l’iniziativa di Corbyn e’ in realta’ un insieme di opzioni diverse e alternative tra loro, che vanno dalla convinzione di poter rinegoziare con l’Ue l’accordo sulla Brexit fino alla possibile convocazione di un nuovo referendum sulla recesso del Regno Unito dall’Unione europea, che sarebbe pero’ inviso a tutti i cosiddetti “Brexiters” ed anche ad una consistente porzione dello stesso elettorato laburista. Quelle di Corbyn sono solo proposte tattiche, perche’ il leader laburista dispone di un “piano A”, scrive “The Telegraph”: la convocazione di elezioni anticipate che Corbyn conta di vincere approfittando della confusione nel Partito conservatore.

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Francia, presidente Assemblea nazionale annuncia che Macron si esprimera’ sui gilet gialli la prossima settimana

07 dic 11:06 – (Agenzia Nova) – Il presidente francese Emmanuel Macron, si esprimera’ in merito alle proteste dei gilet gialli “all’inizio della prossima settimana”. Lo riferisce “L’Obs”, riportando le dichiarazioni del presidente dell’Assemblea nazionale, Richard Ferrand. Il presidente della camera bassa del Parlamento ha spiegato che il capo dello Stato non vuole “gettare benzina sul fuoco” prima della manifestazione di sabato. Intanto, il governo si prepara al peggio per la mobilitazione di domani. I timori per il verificarsi di violenti scontri sono forti e le concessioni fatte dall’esecutivo in questi ultimi giorni non sembrano essere servite a nulla. L’Eliseo nei giorni scorsi ha annunciato la sospensione definitiva dell’aumento della tassa del carburante nel 2019. Il settimanale nota che in questo modo il presidente ha sconfessato il suo primo ministro, Edouard Philippe, che poche ore prima aveva annunciato una moratoria di soli sei mesi. Macron resta l’obiettivo principale dei gilet gialli, che chiedono a gran voce le sue dimissioni. Questa settimana il presidente e’ stato insultato e fischiato durante una visita nella caserma di Puy-en-Velay, nel dipartimento dell’Alta-Loira, incendiata durante la manifestazione della scorsa settimana.

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Germania, al via oggi congresso Cdu ad Amburgo per rinnovo presidenza

07 dic 11:06 – (Agenzia Nova) – Saranno 1.001 i delegati al congresso che l’Unione cristiano-democratica terra’ oggi e domani, 8 dicembre, ad Amburgo per eleggere il proprio presidente. Secondo quanto riferito dal quotidiano tedesco “Frankfurter Allgemeine Zeitung” sono tre i candidati principali alla successione del cancelliere Angela Merkel, presidente della Cdu dal 2000. Si tratta del segretario generale del partito, Annegret Kramp-Karrenbauer, di Friedrich Merz, dal 2000 al 2002 capogruppo dell’Unione, il blocco conservatore formato da Cdu e Unione cristiano-sociale (Csu) al Bundestag, e di Jens Spahn, attualmente ministro della Salute. Secondo gli ultimi sondaggi, per la presidenza della Cdu e’ in testa Kramp-Karrenbauer. Dopo 18 anni, si conclude l’era di Merkel come presidente della Cdu. Un mandato che Merkel avvio’ con il motto “Siamo i vincitori della storia”.

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Italia, immigrati trasformati in senzatetto dal decreto sulla sicurezza

07 dic 11:06 – (Agenzia Nova) – Decine di migliaia di immigrati e di richiedenti asilo rischiano di essere cacciati in Italia dai centri di accoglienza (Cara) dopo l’approvazione del decreto sulla sicurezza, fortemente voluto dal vicepresidente del Consiglio e ministro dell’Interno, Matteo Salvini. E’ quanto denuncia oggi il quotidiano britannico “The Guardian”, riprendendo l’allarme lanciato dalle organizzazioni umanitarie italiane. Il decreto e’ stato approvato dal parlamento nella scorsa settimana e successivamente controfirmato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. In sostanza, spiega il “Guardian”, il provvedimento dispose il ritiro della protezione umanitaria nei confronti degli immigrati a cui non viene riconosciuto lo status di rifugiato, ma che non possono neppure essere rimandati nei loro paesi di origine. Il decreto e’ entrato in vigore il 3 dicembre, ma il prefetto di Crotone lo ha applicato retroattivamente, ordinando l’espulsione di 24 immigrati dal Cara di Isola Capo Rizzuto: ad essere cacciate non sono state soltanto le persone la cui richiesta di asilo e’ ancora pendente, denuncia il “Guardian”, ma anche molte provviste di permesso di soggiorno; e questo nonostante il fatto che la stessa legge ne garantisce lo status. “Quello che e’ successo e’ una vera follia”, ha dichiarato al “Guardian” il presidente della Croce Rossa di Crotone, Francesco Parisi: “Non si puo’ abbandonare sulla strada queste persone vulnerabili, e’ un’aperta violazione dei diritti umani”, accusa Parisi. La croce Rossa ed il Comune di Crotone ora stanno cercando di trovare un rimedio temporaneo a questa drammatica situazione, riferisce il giornale inglese, ma gli espulsi hanno bisogno di un alloggio stabile anche perche’ tra loro ci sono diversi bambini; inoltre c’e’ il timore che l’iniziativa del prefetto di Crotone faccia scuola e che la situazione venga replicata in altre parti d’Italia. Alla maggioranza degli immigrati arrivati in Italia negli ultimi anni, infatti, e’ stata concessa protezione umanitaria: si stima che siano circa 100 mila coloro che hanno in tasca un permesso di soggiorno su questa base giuridica, valido in genere due anni e che gli permette anche di lavorare nella Penisola; ma i loro redditi sono bassissimi e per sopravvivere questi immigrati e le loro famiglie hanno bisogno di appoggiarsi ai centri di accoglienza, i Cara, creati negli anni passati su tutto il territorio italiano. L’esempio di Crotone sembra essere gia’ stato seguito dal prefetto di Potenza e da quello di Caserta, che hanno preannunciato lo sgombero dei centri di accoglienza situati nelle rispettive province, mentre ci si attende che venga svuotato anche il Cara di Mineo, in provincia di Catania, che e’ il piu’ grande d’Europa ed ospita un migliaio di immigrati. se questa tendenza diventasse generalizzata, accusano le organizzazioni umanitarie, sarebbero decine di migliaia gli immigrati che da un giorno all’altro diventerebbero “illegali”: secondo il calcoli dell’Istat, entro il 2020 potrebbero diventare addirittura 130 mila. Proprio a causa di questi timori le amministrazioni di alcune grandi, in testa Roma e Torino che sono guidate da sindaci del Movimento 5 stelle (M5s) hanno gia’ dichiarato di non voler applicare le misure previste dal “decreto Sicurezza”: e cosi’ facendo hanno dato anche una colorazione politica alla questione, acuendo le tensioni esistenti tra il M5s ed i partner di governo della Lega di Salvini.

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Ue-Italia, Gozi (Pd), Bruxelles “non deve arrendersi” nel confronto sulla legge di stabilita’

07 dic 11:06 – (Agenzia Nova) – Nel confronto con l’Italia sulla legge di stabilita’ per il 2019, l’Ue “deve rimanere dura”. E’ quanto affermato da Sandro Gozi, esponente del Partido democratico, durante un’intervista pubblicata nella tarda serata di ieri, 6 dicembre, dal settimanale tedesco “Die Zeit”. Gozi ha auspicato che “la crisi” tra Roma e Bruxelles “possa essere superata”, ponendo fine a un fase di peggioramento dei rapporti dovuta a “un governo italiano che ha sempre bisogno di costruire l’immagine di un nemico”. L’Ue e’ “il principale obiettivo di questa propaganda che ha creato una brutta atmosfera tra Bruxelles e Ro,a ma anche tra Parigi e Roma e tra Berlino e Roma”. Tuttavia, ha aggiunto Gozi, all’offensiva propagandistica si affianca “un problema piu’ grande”, ossia “le decisioni concrete del governo” come la proposta di bilancio bocciata falla Commissione europea. Per Gozi, nel confronto con l’Italia, l’Ue “non deve arrendersi” perche’ “ogni altra iniziativa incoraggerebbe il governo a continuare il suo gioco”. Riguardo all’annuncio di una nuova proposta di bilancio da inviare alla Commissione europea da parte del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, secondo Gozi “aspettiamo i fatti, per ora sono soltanto parole”.

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