I progetti

I Cloud provider abilitatori della Blue Economy

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Netalia a supporto di progetti di ricerca collegati alla Blue Economy, dal digital Twin per il Porto Antico di Genova al Progetto Giona per la formazione di competenze in ambito STEM nei più giovani promosso dall’ISA12 di Spezia.

Sempre più ambiti strategici per la società e l’economia del paese nel suo insieme si stanno affidando a partner tecnologici esterni per migliorare lo sviluppo di progetti di ricerca. Il punto di partenza è infatti l’incremento progressivo della quantità di dati e la necessità di gestirli in maniera adeguata per ricavarne valore: lunghi e articolati processi di digital transformation che oggi vedono i cloud provider rivestire sempre più un ruolo di abilitatori.

Uno dei settori che sta progressivamente beneficiando di questa transizione digitale che coinvolge imprese, centri di ricerca e territori nello sviluppo di competenze sempre più digitali, è senza dubbio quello della Blue Economy, che mira alla creazione di un ecosistema sostenibile in grado di generare un impatto positivo e di lungo termine soprattutto sulla salute degli oceani. La Liguria, con Genova e il suo porto e l’importante indotto legato all’economia del mare, sta assumendo sempre più un ruolo di rilievo in questo ambito, con lo sviluppo di progetti che evidenziano la collaborazione tra tecnologie e ambienti fisici.

Digital Twin, il porto antico di Genova

Tra questi troviamo il “Digital Twin” creato per il Porto Antico di Genova e ospitato su Cloud Netalia. L’obiettivo è stato quello di dare vita a una replica digitale (un “enhanced digital twin”) del Porto Antico, all’interno della quale poter simulare e pianificare le attività dell’area in modo sano, sicuro e confortevole per i visitatori e per chi ci lavora, efficiente in termini di gestione delle risorse e sostenibile per l’ambiente. Un progetto nato nel cuore di Genova e che potrà essere replicato in tutti quegli spazi complessi in cui si mescolano elementi culturali, sociali ed economici.

“Si tratta di un contributo notevole al settore marittimo che ha richiesto l’intervento di un abilitatore capace di raccogliere ingenti quantitativi di informazioni eterogenee provenienti da ambiente, industria e visitatori e restituirli in forma di processi efficienti e sempre più sostenibili”, ha commentato Michele Zunino, AD di Netalia – Netalia ha scelto questo progetto in virtù del profondo legame che da quasi 10 anni ha stretto con il territorio, le istituzioni e la comunità locale. Per Genova, come per altre realtà del mediterraneo, il turismo costiero svolge un ruolo importante in molte economie, con un impatto di vasta portata sulla crescita economica, sull’occupazione e sullo sviluppo sociale. Come sappiamo, la Data Governance, che comprende il corretto trattamento dei dati, la loro disponibilità e la possibilità di aggregarli in modo dinamico, è un fattore determinante di successo”.

Oltre ad abilitare, controllare, filtrare e profilare i dati, garantendone sempre la raggiungibilità giuridica, il Cloud di Netalia ha avuto qui il compito di abilitare l’applicazione di tecnologie innovative, con particolare riferimento a big data, data analytics, machine learning e artificial intelligence, nel più ampio contesto delle Smart Harbour, come recentemente illustrato durante l’incontro “La digitalizzazione nell’ambito della Blue Economy” organizzato dal Centro di Competenza START 4.0, partenariato pubblico/privato costituito in Associazione nel 2019 che coinvolge 6 entità pubbliche e 33 imprese, tra cui la stessa Netalia.

Il ruolo di un Cloud Provider come Netalia è quello di portare valore sui progetti non come semplice fornitore di una componente tecnica o tecnologica ma come consulente che prende in completa gestione l’asset tecnologico e restituisce soluzioni impattando più sui processi che sulle architetture e consentendo alle aziende di restare focalizzate sul proprio core business. La componente di sicurezza e compliance sono l’elemento ulteriore a valore che portiamo nei progetti” – ha aggiunto l’AD di Netalia.

Progetto Giona, le scuole

Un altro progetto orientato allo sviluppo di competenze digitali dedicate all’economia del mare è GIONA, promosso dall’Istituto comprensivo di Santo Stefano Magra (ISA12) di Spezia e supportato da diversi soggetti tra i quali Netalia e il Centro per la Ricerca e Sperimentazione Marittima della NATO (CMRE) tramite l’attività BARLAMARE.

Il progetto mira alla promozione della consapevolezza ambientale e all’acquisizione di competenze nelle discipline STEM (dalla bioacustica alla robotica) tra gli studenti (e soprattutto tra le studentesse) di età compresa tra i 4 e i 19 anni, grazie a esperienze sul campo con gli esperti e al lavoro di ricerca e analisi dati. Per due anni i ragazzi (massimo 11-13 selezionati tra gli istituti della provincia) sono potuti salire a bordo della nave Leonardo per svolgere il progetto fino a quando, lo scorso anno, lo scoppio della pandemia non ha costretto le scuole a rivederne la formula inserendo nuove modalità di apprendimento da remoto. Da qui la necessità di affidarsi a un partner tecnologico che fosse in grado non solo di tutelare risorse e scalabilità ma anche di garantire compliance sulla privacy e raggiungibilità giuridica dei dati, avendo a che fare con un’utenza sensibile come quella dei minori.

Le attività, avviate a marzo, si sono quindi svolte online a cadenza settimanale e hanno consentito a ragazzi provenienti da diversi istituti e classi di concludere il progetto andando ad analizzare e a studiare, attraverso i software di analisi e le applicazioni gestiti su cloud Netalia, i dati raccolti nel 2019. Ma non solo: grazie a strumenti di unified communication e collaboration si è potuto superare il limite delle infrastrutture locali consentendo di condividere in modo più flessibile gli spazi di lavoro.

Al pari di settori particolarmente sensibili al trattamento del dato come sanità, finanza o PA, in questo caso la riservatezza dei dati raccolti e dei risultati ottenuti si sommava all’esigenza di tutela della privacy dei gruppi di lavoro – ha concluso Zunino – Trattandosi di studenti, in gran parte minori, il Cloud certificato e le policy di sicurezza hanno permesso di applicare livelli di tutela massimi, superando i problemi che hanno riscontrato molte scuole in questi mesi attraverso l’utilizzo di piattaforme per la DAD. In questo modo il cloud ha supportato un progetto di sensibilizzazione verso le attività che avvengono e che ricadono sui nostri oceani: un programma triennale che mira al potenziamento delle eccellenze dei percorsi secondari di II grado e che potrebbe essere rinnovato per un nuovo ciclo il prossimo anno”.