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I 75 anni della Nato e la sfida della Russia

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Nata il 4 aprile del 1949, per iniziativa di 12 Paesi, tra cui l’Italia, oggi la Nato conta 32 membri effettivi che devono vedersela con la minaccia russa sul fianco orientale dell’Europa.

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E’ nata nel 1949 e ha 32 membri che spendono 1.264 miliardi in armi

Oggi (4 aprile 2024) la Nato compie 75 anni. L’alleanza è nata, infatti, il 4 aprile del 1949 per iniziativa di 12 Paesi: Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Islanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia, Portogallo, Regno Unito e Stati Uniti. Nel 1952 si sono uniti la Turchia e la Grecia, nel 1955 la Germania Ovest (dopo l’unificazione con la Germania dell’Est, allora sotto il controllo dell’Unione Sovietica, tutta la Germania aderisce alla Nato). Poi è arrivata la Spagna (1982), Repubblica Ceca, Ungheria e Polonia (1999); Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia e Slovenia (2004); Albania e Croazia (2009); Montenegro (2017); Macedonia del Nord (2020); Finlandia (2023); e Svezia (2024). A oggi i membri sono 32 che devono vedersela con la sfida della Russia.

A che cosa serve la Nato

La Nato è un’alleanza prettamente militare, creata in senso difensivo rispetto alla minaccia espansionistica dell’allora Unione Sovietica ed è per questo che è particolarmente importante vedere l’aumento, o il calo, degli investimenti in armamenti e tecnologie militari dei Paesi aderenti. Il grafico sopra mostra l’andamento della spesa militare di tutti i Paesi Nato dal 2014 al 2023 ed è interessante notare la crescita che si è verificata recentemente, in particolare nell’ultimo anno, ovvero, dall’invasione russa dell’Ucraina e, di fatto, dall’inizio della guerra alle porte dell’Europa. Considerando che i Paesi Nato confinano con la Russia per 2.600 chilometri, la necessità di approntare difese che contengano la minaccia russa appare imprescindibile. Da qui l’aumento delle spese che sono arrivate a toccare i 1.264 miliardi di dollari l’anno scorso.

La Russia minaccia (davvero) la Nato?

Il presidente russo Vladimir Putin ha più volte minacciato la Nato. O, meglio, in diverse occasioni ha cercato di “testare” la “tenuta” dell’Alleanza, ad esempio facendo sorvolare i cieli polacchi da un proprio missile e, considerando che la Polonia è un membro dell’Alleanza Atlantica, il fatto ha destato immediatamente grandissima preoccupazione. Così come desta allarme la presenza di navi da guerra russe nel Mediterraneo, al largo delle coste di Pantelleria: una presenza lecita, che non vìola nessuna legge scritta o non scritta, ma in questo momento, con un conflitto in corso scatenato proprio dalla Russia, la presenza di convogli armati vicino a un Paese Nato, quale è l’Italia, non può che provocare apprensione tra tutti gli alleati.

Che cosa dicono gli articoli 4 e 5 del patto atlantico

Questa tensione tra Nato e Russia ha un motivo ben preciso, si tratta degli articoli 4 e 5 del Patto Nato. Il primo, l’articolo 4, è stato invocato proprio dalla Polonia che ha chiesto al Patto di avviare un’attività di diplomazia preventiva, ovvero di verificare attraverso i responsabili del Patto, in primis il segretario generale Stoltenberg, se il Paese è effettivamente minacciato.

Letteralmente l’articolo 4 dice che “le parti (cioè i Paesi aderenti, ndr) si consulteranno ogni volta che, nell’opinione di una di esse, l’integrità territoriale, l’indipendenza politica o la sicurezza di una delle parti fosse minacciata”. La Polonia non è l’unico Paese ad aver richiamato l’articolo 4, prima di lei lo avevano fatto la Turchia, nel 2003 e nel 2020, ma anche la  Lettonia, la Lituania e la Polonia stessa in occasione dell’invasione russa della Crimea (che faceva parte dell’Ucraina). L’hanno invocato anche la Bulgaria, la Repubblica Ceca, l’Estonia, la Lettonia, la Lituania, la Romania e la Slovacchia il 24 febbraio 2022, cioè proprio il giorno dell’ivasione dell’Ucraina.

L’articolo 5 è in nerbo dell’Alleanza. Dice: “Le parti convengono che un attacco armato contro una o più di esse in Europa o nell’America settentrionale sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti, e di conseguenza convengono che se un tale attacco si producesse, ciascuna di esse […] assisterà la parte o le parti così attaccate intraprendendo […] l’azione che giudicherà necessaria, ivi compreso l’uso della forza armata”. Significa, quindi, che se la Russia dovesse decidere di compiere operazioni militari sul territorio di un Paese membro dell’Alleanza, tutti gli altri aderenti sono obbligati ad intervenire in sua difesa. Come? Nel corso degli anni questo articolo è stato sottoposto ad alcune critiche perché non si capisce, per esempio, se tra gli attacchi sono compresi anche quelli informatici. Se un Paese attacca il sistema informatico di un Paese Nato, questo è considerato un attacco che presuppone l’intervento degli altri Alleati? Quando è stato scritto il trattato, nel 1949, di attacchi informatici non si parlava ed è così che ancora oggi nessuno sa se sono compresi.

Quali sono i rapporti di forza tra Nato e Russia?

In questa tabella sono elencati con precisione le forze in campo.

Come si vede in tutte le voci il Patto ha numeri soverchianti rispetto a quelli della Russia e in un conflitto “tradizionale” non nessuno penserebbe di attaccare un nemico che ha forze così superiori. Ma ovviamente non è questo il punto: il punto sono le testate nucleari delle quali la Russia dispone e che il presidente russo ha più volte minacciato di usare se il suo Paese si sentisse minacciato. Sarebbe l’inizio della terza guerra mondiale e la fine dell’umanità.

I dati si riferiscono al: 2023-2024

Fonte: Nato e Global Firepower