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Huawei, scatta il ban anche da Microsoft? Ma Trump non chiude: “Il caso parte dell’accordo commerciale con la Cina”

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Giorni fa ha lasciato l’indizio, rimuovendo dallo store il MateBook X Pro, il laptop di punta di Huawei, oggi scatta il bando per i nuovi dispositivi. Così, dopo Google e i produttori di chip come Intel e Qualcomm, anche Microsoft sospende le forniture alla società di telecomunicazioni cinese e si adeguerebbe alla black list della Casa Bianca. Lo afferma il ‘South China Morning Post’. Il gruppo guidato da Satya Nadella fornisce il sistema operativo per i Pc della società cinese, in sostanza, è per i portatili quello che Android è per gli smartphone di Huawei.

Chi ha un portatile del marchio cinese, come per i possessori di smartphone Huawei, continuerà a ricevere aggiornamenti e servizi. Più nebuloso, come nel caso Android, è il futuro dei dispositivi futuri, per i quali l’azienda cinese ha annunciato un suo OS per smartphone, computer, tablet, televisori, automobili e dispositivi indossabili intelligenti, che “sarà pronto al più presto in autunno o al massimo entro la prossima primavera”, ha annunciato.

Trump non chiude la porta a Huawei definitivamente “Il caso parte dell’accordo commerciale con la Cina”

“Questo non significa che Microsoft non collaborerà più con Huawei – ha sottolineato la fonte del South China Morning Post – perché la sospensione potrebbe essere solo temporanea”. Questo perché Donald Trump non ha chiuso, definitivamente, la porta a Huawei. Dopo la sospensione di 90 giorni del ban ieri ha annunciato “è possibile che Huawei sia incluso in un’intesa commerciale. Se abbiamo un’intesa, vedo Huawei incluso in un modo o nell’altro”.

Così, forse per tranquillizzare i mercati, reduci da un nuovo calo, o forse per indicare che è disposto ad ammorbidire la linea dura, Trump non ha escluso che Huawei possa essere inclusa in un ipotetico accordo commerciale con la Cina. Parlando ieri dalla Casa Bianca, dove ha annunciato un nuovo piano di aiuti da 16 miliardi di dollari a favore degli agricoltori americani colpiti dalle tensioni commerciali tra le due nazioni, senza fornire, ancora una volta, dettagli il presidente degli Stati Uniti ha ripetuto che: “Huawei è qualcosa di molto pericoloso quando si guarda a quello che hanno fatto dal punto di vista della sicurezza, da un punto di vista militare”.

Ma Trump ci ha abituato alle sue giravolte. Infatti, una eventuale e possibile retromarcia su Huawei non sarebbe la prima: lo scorso anno gli Usa hanno inferto un duro colpo a ZTE, negandole l’accesso a componentistica americana essenziale per la sua sopravvivenza. Accusata di avere violato sanzioni riguardanti Iran e Corea del Nord, ZTE è stata alla fine costretta a pagare una multa, a cambiare i suoi manager e a essere sottoposta a controlli. Dunque, si è giunti a un accordo. Vedremo anche con Huawei. Alla prossima puntata di questa tech war Usa-Cina.

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