nota diplomatica

Home schooling

di James Hansen |

In Italia si chiama “istruzione parentale” e nel periodo scolastico 2020/21, oltre 15.300 alunni italiani sono stati istruiti dai propri genitori, in aumento rispetto agli anni precedenti.

In Italia la pratica di ritirare i figli dalle scuole per educarli in casa si chiama istruzione parentale ed è esplicitamente protetta dall’articolo 30 della Costituzione, dove si legge: “è dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire, educare i figli…”, anche se, quando se ne parla—cioè, quasi mai—è comune pure nel Belpaese utilizzare la dizione anglosassone ‘home schooling’.

James Hansen

Comunque la si chiami, il fenomeno è in crescita. Nel periodo scolastico 2020/21, oltre 15.300 alunni italiani sono stati istruiti dai propri genitori, un incremento significativo rispetto ai circa 5.100 del 2018/19, sebbene rimanga una scelta assolutamente minoritaria, soprattutto se si considerano gli 8,5 milioni di alunni presenti nelle scuole statali italiane. Le chiusure scolastiche dell’epoca Covid avranno certamente inciso, ma il trend prosegue. È di questi giorni la segnalazione dell’Associazione Nazionale Presidi (ANP) di un aumento delle richieste di consulenze sul tema da parte dei dirigenti scolastici.

Tuttavia, è negli Stati Uniti che si sta verificando una vera e propria esplosione di interesse per l’insegnamento parentale, dove da qualche anno è di gran lunga la forma di istruzione di maggiore crescita. Secondo una dettagliata indagine del quotidiano Washington Post, ad oggi la quota dei giovani che studiano ‘in casa’ sta aumentando a un tasso annuo superiore al 50%, mentre l’istruzione nelle scuole pubbliche è invece in discesa, di circa il 4% all’anno. Anche il ricorso alle scuole private cresce, salendo nell’ultimo biennio del 7%.

L’istruzione in casa non è ancora un fenomeno di massa negli Usa—riguarda per ora poco più di due milioni di studenti—ma la netta indicazione che si stia diffondendo il rifiuto della scuola pubblica negli Usa ha messo in allarme gli educatori e i sindacati degli insegnanti. La tendenza era già in marcata crescita prima dell’arrivo della pandemia che, con le lunghe chiusure scolastiche dovute ai lockdown, sembrerebbe aver alimentato l’insoddisfazione che covava ormai da tempo: sia per la percezione comune di un calo nella qualità dell’insegnamento pubblico, sia per le ‘fughe in avanti’ ideologiche imposte contro la volontà dei genitori su varie questioni, come la spettacolare ridefinizione dei ‘gender’ sessuali, le responsabilità  ‘ereditarie’ dei bianchi di oggi per i misfatti razzisti del passato e così via.

La home schooling ha sempre avuto i suoi cultori negli Usa, ma ciò che fino a un paio di decenni fa era considerata una questione limitata a una piccola ‘frangia’ di conservatori religiosi che tenevano i figli a casa a leggere la Bibbia, ora si sta rivelando come una sorta di rivolta popolare contro un pensiero ‘unico e laico’ in tanti campi che si è forse spinto un po’ troppo oltre rispetto a dove erano disposte ad arrivare le famiglie degli studenti…