il dietrofront

Hi-tech: Stop alla vendita di Aixtron. La Germania alza il muro contro Pechino

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Sulla scia dell’invito del Commissario europeo alla digital economy Gunther Oettinger a “non svendere l’industria hi-tech europea”, Berlino si oppone al nuovo raid di un'azienda cinese.

Il produttore di chip Aixtron non finirà in mano cinese. Berlino ha infatti revocato il via libera alla vendita da 670 milioni di euro della società tedesca a un gruppo di investitori cinesi – il Fujian Grand Chip Investment Fund, controllato dal tycoon  Zhendong Liu – facendo dietrofront rispetto alla decisione di settembre con la quale le autorità avevano approvato l’operazione.

Secondo quanto riferito dal Financial Times, il ministero tedesco dell’economia ha fatto sapere oggi di voler riesaminare il dossier, senza  dare ulteriori spiegazioni e senza chiarire quanto durerà la nuova revisione della vendita, ma si tratta certo di una spinta protezionista di fronte alla forte ondata di investimenti di Pechino nel paese.

All’inizio di questo mese la cinese Midea ha comprato per 4,5 miliardi di euro la Kuka, una delle principali aziende tedesca attive nel campo della robotica e dell’automazione. Da gennaio a giugno, le aziende cinesi hanno speso in Germania oltre 10 miliardi di euro, mettendo a segno 37 acquisizioni, contro le 39 di tutto il 2015.

Nel mirino dei gruppi cinesi ci sarebbe anche la mitica Osram, uno dei principali produttori di lampade e soluzioni per l’illuminazione che fino al 2013 faceva parte dell’altrettanto celebre gruppo Siemems.

E sulla scia dell’invito del Commissario europeo alla digital economy Gunther Oettinger a “non svendere l’industria hi-tech europea”, il ministro  Sigmar Gabriel avrebbe proposto di bloccare il passaggio in mano straniera di quelle aziende che dispongono o producono tecnologie essenziali per il progresso dell’industria tedesca. Al momento, invece, il Governo può porre il veto soltanto alle acquisizioni che compromettono la sicurezza nei settori dell’energia e della difesa.

Fatto sta che a quanto pare nessuna azienda europea ha proposto un’offerta alternativa, mentre la cancelliera Merkel punta il dito contro la mancanza di reciprocità di Pechino, che continua a porre veti all’ingresso di aziende tedesche nel paese.

Il passo indietro del Governo ha avuto un pesante impatto sul titolo della Aixtron, che ha perso in  Borsa l’8%.