L'iniziativa

Guida autonoma, l’Italia spinge la Ue. Ma serve il GPS e regole comuni in Europa

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Oggi a Roma, allo spazio Esperienza Europa, l'evento 'Guida autonoma: capire per guidare dall’Italia il futuro', organizzato dagli europarlamentari Nicola Zingaretti, capodelegazione Pd al Parlamento europeo, e Pierfrancesco Maran, membro del gruppo dei Socialisti & Democratici. Zingaretti: "Servono regole comuni per non perdere la corsa a questa rivoluzione".

La guida autonoma è una partita miliardaria, che l’Europa rischia di perdere se non si darà una mossa sul fronte della regolazione e del lavoro di squadra fra Stati membri e produttori made in Ue. Usa e Cina sono già molto avanti e per non perdere il treno sarà necessario correre a Bruxelles. Ma a che punto siamo in Italia e in Europa? Questo il tema dell’evento organizzato oggi a Roma, allo spazio Esperienza Europa, con ‘Guida autonoma: capire per guidare dall’Italia il futuro’.  Si tratta del primo di una serie di appuntamenti che entro il primo semestre del 2026 coinvolgerà tutte le amministrazioni del Lazio.  

L’iniziativa promossa da Zingaretti e Maran

L’iniziativa, organizzata dagli europarlamentari Nicola Zingaretti, capodelegazione Pd al Parlamento europeo, e Pierfrancesco Maran, membro del gruppo dei Socialisti & Democratici, ha riunito istituzioni europee e italiane, università, industria e lavoratori per discutere insieme come l’Italia può essere protagonista della mobilità del futuro. Il dibattito ha riguardato il quadro tecnologico, le implicazioni industriali, i progetti universitari più avanzati e a un grande nodo politico: chi guida chi? Con una premessa: senza GPS il sistema non può funzionare e in Italia soltanto il 19% della rete autostradale è coperta. Un problema tecnico non secondario per il nostro paese. Ma non insormontabile, anche se la strada è ancora lunga.

Guida autonoma, Zingaretti (Pd): “Cambierà tutto, ma c’è poca Europa”

“Il primo obiettivo è chiamare a raccolta tutti gli operatori che si occupano di questa rivoluzione – ha detto Nicola ZingarettiStiamo parlando di presente e non di futuro, quello che è in ritardo oggi è la consapevolezza della portata rivoluzionaria della guida autonoma, che rivoluzionerà tutta la filiera ma anche l’intero modello industriale”. Ma mentre Usa (con Vaymo) e Cina sono già avanti, l’Europa è indietro.  

Guida autonoma, Patanè (Roma Capitale): “Servono regole per sperimentare in città”

“Entro il 2027 tutti i comuni dovranno presentare i piani urbani di mobilità sostenibile – ha detto Eugenio Patanè (Pd), Assessore alla Mobilità, Comune di Roma – Le priorità sono la riduzione dell’inquinamento, la sicurezza e la sostenibilità. La guida autonoma potrebbe aiutare molto contro la piaga degli incidenti, a Roma nel 2024 sono stati 134 i morti sulle strade, la tecnologia ci deve aiutare a risolvere questo problema”. Tanto più che il 94% degli incidenti è dovuto a violazioni del codice della strada e ad errori umani, a fronte di un 5% dovuto a problemi meccanici della vettura. Il costo sciale degli incidenti è di 17 miliardi di euro, comprensivo di costi assicurativi, a fronte di un miliardo nella sola città di Roma. “La guida autonoma consentirebbe di migliorare i flussi del traffico privato e pubblico, di linea e non di linea, nonché la logistica delle merci. Si consideri che l’80% della logistica ormai è B2C da acquisti di eCommerce. La guida autonoma potrebbe abbattere i costi fino al 60%”, aggiunge Patanè. A Roma si potrebbe ad esempio sperimentare la guida autonoma all’Eur, ma la sperimentazione oggi è limitata in Italia dalla mancanza di regole condivise.  

Guida autonoma, Maran (Pd): ‘Riduzione dal 70% al 95% degli incidenti. Ma in Europa siamo ancora a livello di flotte prototipali”

“La guida autonoma può garantire una riduzione del 70%-95% degli incidenti – ha detto Pierfrancesco Maran, europarlamentare Pd membro del gruppo dei Socialisti & Democratici – “la guida autonoma rappresenta la vera rivoluzione urbana e industriale dei prossimi anni. Negli Stati Uniti e in Cina il futuro dell’auto è già realtà e parte della vita quotidiana. È arrivato dunque il momento di accelerare coi fatti. Sulle auto a guida autonoma l’Italia può fare da apripista in Europa. Abbiamo le intelligenze, le università e le start-up per accogliere questa sfida. Ora serve affiancare i Comuni per rendere subito possibili le sperimentazioni e fare in modo che l’Italia possa diventare leader nel guidare questa transizione”.

La guida autonoma potrebbe offrire una alternativa forte anche agli over 75, che sono in aumento in tutta Europa e continuano a guidare ma con maggiori rischi di incidenti vista l’età. Un altro vantaggio sarebbe certamente una mobilità più pulita.  “Ma in Europa siamo ancora a livello di flotte prototipali, mentre a San Francisco Vaymo (Google) fa lo stesso numero di corse dei taxi”, aggiunge Maran, che ha citato anche Zoox, l’azienda di Aamzon che produce robotaxi.

La Ue si deve svegliare in fretta

Per non perdere il treno, la Ue deve svegliarsi velocemente a partire dalla rimozione delle restrizioni per veicoli prodotti in piccole serie, rendendo flessibile l’omologazione e lavorando nel contesto Onu per raggiungere una maturità tecnologica e lavorare insieme con Usa e Cina. “Nella Ue dobbiamo avviare sperimentazione su larga scala per avere a inizio 2027 migliaia di veicoli autonomi in circolazione”, aggiunge Maran.

Non è soltanto una questione di regole

Prima di immettere in circolazione la guida autonoma, bisogna fare tesoro delle ultime novità in tema di mobilità. Basti pensare ai problemi e al mezzo flop dei monopattini, che ora in alcune città come Firenze sono stati aboliti. Per questo, è necessario coinvolgere prima del lancio commerciale nel dibattito la cittadinanza, concentrando i finanziamenti in poche grandi iniziative. L’obiettivo in Europa è creare 3,4,5 soggetti per mettere le risorse come leva pubblica su pochi progetti. “E’ per questo che l’Italia deve esserci”, ha aggiunto Maran.

A livello europeo, nei prossimi mesi dovranno essere indicati di test bed (zone di sperimentazione libera) e favorire lo sviluppo della European Connected and Automated Vheicles Alliance tanto più che la stessa Presidente dell’Esecutivo Ursula von der Leyen spinge per la diffusione della guida autonoma, e pochi mesi fa ad un evento a Torino ha chiamato a raccolta l’iniziativa dei 60 sindaci italiani che si sono detti disponibili ad accogliere la sperimentazione.    

Guida autonoma: Casu (Pd): “Italia ed Europa devono essere protagoniste non spettatori paganti: da Parlamento segnale importante adesso Governo coinvolga sindacati

Andrea Casu Deputato Pd e Vice Presidente della Commissione Trasporti, ha ringraziato “Nicola Zingaretti e Pierfrancesco Maran per l’occasione di condividere i risultati del lavoro che stiamo portando avanti anche alla Camera dei Deputati per rendere l’Italia protagonista e non solo spettatore pagante della rivoluzione della guida autonoma. Senza scelte e investimenti che ci consentano di costruire al più presto campioni europei in grado di sviluppare progetti su larga scala in questo settore cruciale per il futuro della mobilità, della sicurezza, del lavoro e delle politiche industriali l’Italia e l’Europa saranno condannati alla totale dipendenza dai colossi che negli Stati Uniti e in Cina stanno facendo passi da gigante. Dopo l’iniziativa avviata a Milano lo scorso giugno e la sottoscrizione dell’appello firmato da oltre 60 sindaci la scorsa settimana è arrivato un segnale importante e unitario anche dal Parlamento con l’approvazione all’unanimità di 4 risoluzioni di differenti forze politiche di maggioranza e opposizioni. Come partito democratico ci siamo battuti perché al fianco degli impegni condivisi per la modifica degli aspetti anacronistici del codice della strada e la costruzione del “Piano nazionale” in linea con gli orientamenti europei insieme alle imprese del settore tecnologico, della mobilità collettiva e dell’automotive vengano subito coinvolti anche tutti i sindacati comparativamente più rappresentativi delle lavoratrici e lavoratori in tutti gli ambiti coinvolti dalle possibili applicazioni della guida autonoma per orientare

l’evoluzione di questa tecnologia nell’orizzonte della valorizzazione del fattore umano in tutte le fasi dei nuovi processi e della salvaguardia dei posti di lavoro. Adesso chiediamo al Governo di dare seguito al più presto a tutti questi impegni fondamentali: L’Italia deve essere locomotiva delle scelte necessarie a garantire che le innovazioni nella mobilità e nella logistica restino sempre al servizio delle persone, ma per farlo non possiamo limitarci ad aprire la porta per comprare da altri le tecnologie dobbiamo costruire in Europa un mercato unico che abbia le dimensioni e la forza per indirizzarne lo sviluppo”.

La guida autonoma in Italia

Rossi (Movyon): “Senza GPS in autostrada guida autonoma non è possibile”

Come portare la guida autonoma in Italia? “”L’infrastruttura gioca un ruolo importante – ha detto Lorenzo Rossi, amministratore delegato di Movyon, hub tecnologico di Autostrade – In Italia c’è un asse di 3mila km di autostrade, ma c’è il maggior numero di gallerie d’Europa (col 50% del totale continentale, con un 25% concentrato in Liguria) all’interno delle quali il GPS non c’è”. Il GPS però è fondamentale per la guida autonoma, e soltanto il 19% della rete autostradale è coperto, impedendo così (al momento) il livello 3 di guida autonoma (“automazione condizionale”, permette all’auto di gestire completamente accelerazione, frenata, sterzata e cambi di corsia in determinate condizioni (come traffico in coda o autostrade). “O si adegua l’infrastruttura, oppure la guida autonoma è utilizzabile soltanto parzialmente in autostrada”, aggiunge Rossi, ricordando che quotidianamente sono 4,5 milioni le auto che circolano sulla rete.

“Guida assistita e livelli intermedi sono fondamentali per arrivare alla guida autonoma – ha detto Quang Ngo Dinh, amministratore delegato di Olivetti – IoT e 5G in questo senso sono fondamentali per il dialogo fra veicolo e città, intese come semafori e pedoni e tutto il resto”.

Senza dimenticare un altro aspetto delicato, quello della cybersecurity e della privacy che vanno sempre garantiti.

Ma per fare in modo che la guida autonoma decolli è necessario considerarla come collegata alla guida elettrica. “la mobilità elettrica migliora e semplifica il servizio”, ha detto Fabio Pressi, amministratore delegato di A2A E-Mobility. “Servono investimenti milionari, non è una questione di cabina di regia. Serve l’autorizzazione a sperimentare”.

In questo senso, “sono importanti le tempistiche, ci abbiamo messo un anno e mezzo a modificare il codice della strada – ha detto Fabrizia Vigo, Direttrice Rapporti Istituzionali e Affari Legali ANFIA – Francia e Germania hanno già approvato l’ecosistema della mobilità autonoma per facilitare le sperimentazioni. Anche l’Europa deve fare velocemente delle scelte per restare al passo di Usa e Cina. Servono pochi campion europei e dobbiamo fare squadra, partecipando ai tavoli Onu dove si affrontano le questioni etiche”.   

In Europa “non ci sono ancora veicoli omologati, l’impegno è un piano d’azione entro marzo – ha detto Maria Cristina Galassi, Team Leader -Automated/Connected Vehicles and Safety, DG Grow, Commissione Ue – Digitalizzazione e automazione sono i primi pilastri. Dobbiamo rimuovere la limitazione delle piccole serie e costruire un Single Market della guida autonoma. Ma ci vorrà tempo per aggiornare i codici della strada di 27 stati membri. Per quanto riguarda i test bed, abbiamo ricevuto una quindicina di manifestazioni di interesse, di cui 5 o 6 (fra cui anche l’Italia) sono al vaglio”.   

Per quanto riguarda il coinvolgimento dei comuni, Riccardo Varone, vice presidente di Anci Lazio e sindaco di Monterotondo, ha dato la disponibilità alla sperimentazione. “Giusto coinvolgere i 378 comuni del Lazio, di cui 271 con meno di 5mila abitanti – ha detto – La guida autonoma può essere una grande opportunità per collegare i comuni non raggiunti dal Cotral. Ma i Comuni ci devono arrivare pronti dal punto di vista delle infrastrutture e ricordo le difficoltà che abbiamo avuto con lo sviluppo delle antenne 5G”.

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