- I 60 sindaci pronti a sperimentare la guida autonoma rispondono presente all’appello della Presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen: ‘Pronti a sperimentare la nuova mobilità del futuro’.
- Restano però diversi problemi per creare un ecosistema Made in Europe della guida autonoma: dalla frammentarietà dei progetti, alla dispersione dei fondi passando per la mancanza di un quadro normativo armonico.
- Prossimo incontro della coalizione fissato il primo dicembre a Roma, obiettivo allargare la rete. Un altro evento analogo è previsto a Bruxelles il 10 dicembre.
La coalizione per la guida autonoma dei 60 sindaci italiani, chiamata in causa dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen che li ha citati ad esempio dal palco di Torino in occasione della Italian Tech Week del 3 ottobre, risponde presente al suo appello per lo sviluppo della tecnologia self driving car “made in Europe”. “Noi ci siamo, siamo pronti a partire con la sperimentazione, ma servono regole comuni a livello europeo per sviluppare un ecosistema autonomo in grado di competere con i Big made in Usa e made in China che sono molto più avanti di noi”, dicono.
Le richieste dei 60 sindaci
Ma fra le prime richieste a von der Leyen c’è quella di eliminare le lungaggini burocratiche e la frammentazione che rallentano la fase di test e l’abolizione della norma Ue che limita il numero di veicoli autonomi che un produttore può mettere sul mercato. Un’altra priorità è quella di concentrare le risorse e i fondi per i progetti ad alto potenziale, per non disperdersi in mille rivoli e infine allargare l’Alleanza europea per i veicoli connessi e autonomi (ECAVA)
UE: che cos’è l’Autonomous Vehicles Alliance (Ecava)
La Commissione europea ha annunciato ufficialmente il lancio dell’European Connected and Autonomous Vehicles Alliance (Ecava), un’alleanza paneuropea dedicata allo sviluppo congiunto di software, hardware e modelli di intelligenza artificiale per la guida autonoma. Nell’ambito del terzo dialogo strategico sull’industria automobilistica, sono state gettate le basi di una piattaforma di collaborazione che punta a consolidare la leadership europea nel settore.
Obiettivi e struttura dell’Alleanza
L’iniziativa punta a creare standard e componenti condivisi tra Paesi e aziende, favorendo l’adozione su larga scala della mobilità automatizzata. Il primo incontro, presieduto dalla vicepresidente esecutiva Henna Virkkunen, è previsto per fine ottobre. In questa sede si definiranno le priorità tecniche, le sfide normative e i prossimi passi operativi.
Auto, Maran (Pd): von der Leyen cita Italia su guida autonoma
“Alla Italian Tech Week 2025 a Torino, la Presidente Ursula von der Leyen ha usato parole molto condivisibili sulla centralità della guida autonoma nel settore automotive, citando l’appello di 60 città italiane pronte a sperimentare questa tecnologia sul loro territorio”. Così l’europarlamentare Pd – S&D Pierfrancesco Maran, componente del Comitato per il futuro della scienza e della tecnologia (STOA) .
“Avevamo presentato quell’appello – spiega – in occasione dell’evento organizzato lo scorso luglio a Milano, intitolato ‘Guida autonoma: schieriamo l’Italia in prima fila’, ed è esattamente quello che dobbiamo fare oggi, per dare seguito alle parole della Presidente della Commissione. L’Italia ha le intelligenze e le università, e si sta dotando delle start-up giuste per raccogliere questa sfida. Ora serve che il Governo affianchi i Comuni per rendere subito possibile la sperimentazione della guida autonoma nelle città italiane”, aggiunge Maran, che si propone come punto di incontro e di raccolta di tutti gli stakeholder dell’ecosistema dell’auto autonoma nazionale.
Maran a Key4Biz: ‘Il 2026 è l’anno decisivo per la Ue per chiudere il gap con Usa e Cina’
“Il 2026 è l’ultima chiamata per l’Europa per vedere se si riesce a colmare il gap tecnologico con Usa e Cina – dice a Key4biBiz Piefrancesco Maran – Un approccio graduale è auspicabile, per non ripetere quanto fatto con i monopattini elettrici, ma di fatto il problema vero è la raccolta fondi. Per ora l’Europa ha messo poche centinaia di milioni in maniera frammentaria. L’auspicio è che le cose cambino presto”.
La Commissione Ue ha annunicato una call rivolta alle città per l’ultimo trimestre del 2025. Si tratta di una buona notizia, sulle ali della sollecitazione all’Italia della Presidente von der Leyen dal palco di Torino. L’obiettivo è trovare nuovi player disposti a investire in scia a Volkswagen, la casa europea più avanti per quanto anche altri soggetti stiano facendo buone cose, come ad esempio gli svedesi di einride che anche con l’ausilio dell’AI stanno realizzando test interessanti che saranno fatti anche all’interno dell’area portuale di Anversa.
Maran in audizione alla Camera
Maran è stato anche audito dalla Commissione IX Trasporti e Telecomunicazioni della Camera l’8 ottobre, in questa sede ha ribadito che la guida autonoma per trasporto merci e persone è strategica per la Commissione Ue, ma “resta il tema del finanziamento e della regolazione – ha detto – i test su strada sono regolati soltanto a livello nazionale e questa frammentazione va superata”.
L’obiettivo è creare dei testbeds transfrontalieri per favorire l’armonizzazione e collaborare con città e regione per creare sandbox locali e sensibilizzare i cittadini sui vantaggi della nuova mobilità. I primi test partiranno nel 2026. “L’Italia ha tutti i numeri per essere in prima fila sulla guida autonoma, non a caso la Presidente von der Leyen ha citato l’Italia – ha aggiunto Maran – abbiamo l’università, ci sono le eccellenze per la realizzazione dei prototitpi, ci manca soltanto lo scale up”.
A livello Ue, il Comitato per il futuro della scienza e della tecnologia (STOA) ha avviato uno studio ad hoc: Expected Impact of the Deployment of Automated Vehicles in the EU.
Prossimo appuntamento della coalizione dei 60 sindaci il primo dicembre a Roma
Dopo l’incontro con i 60 sindaci di comuni grandi e piccoli, fra cui Genova, Torino, Cremona, Varese, Potenza, Milano, prosegue la raccolta di nuovi enti aderenti. L’obiettivo è organizzare un nuovo incontro della coalizione a Roma, il prossimo primo dicembre, per dare un seguito all’iniziativa e allargarlo anche ad aziende, startup, centri di ricerca e altre realtà europee, come auspicato dalla Presidente von der Leyen. L’obiettivo è allargare a cento la platea dei sindaci, puntando soprattutto su comuni del centro e del sud Italia.
Guida autonoma, il quadro globale
Alcune migliaia di veicoli a guida autonoma stanno circolando in diverse città e autostrade nel mondo, ma si tratta per la maggior parte di veicoli fuori dall’Europa, soprattutto in Cina e Stati Uniti. In Europa siamo ancora a livello di prototipi e sperimentazioni. Secondo il World Economic Forum, la maggior parte delle 40-80 grandi città globali dove nel 2035 saranno attive delle flotte di robotaxi si troverà fuori dalla Ue.
L’Europa a un bivio
Il bivio dell’Europa è quello di sempre: puntare su tecnologie interne, valorizzando i progetti migliori, o affidarsi a tecnologie extra Ue già pronte all’uso ma che ci pongono in posizione subalterna?
“Servono risorse e dobbiamo fare rete per creare una massa critica europea all’altezza della sfida globale”. Questo il pensiero dei 60 sindaci che chiedono regole chiare in un quadro europeo frammentato e più investimenti pubblico-privato per avviare le sperimentazioni senza troppi lacci burocratici. Serve insomma un salto di qualità.
Veicoli autonomi al centro di una nuova mobilità
Un altro aspetto riguarda la volontà di spingere su modelli di mobilità condivisa (in sharing) e on demand, con flotte su richiesta di robotaxi e camion senza conducente, che competano o trasformano le soluzioni di trasporto esistenti.
C’è poi un terzo nodo da sciogliere: i veicoli autonomi competono o si integrano con il trasporto pubblico locale? Certamente uno degli obiettivi principali della coalizione dei 60 sindaci è quello di ridurre drasticamente il numero di veicoli in circolazione, moltiplicando al contempo i servizi di mobilità disponibili.
L’appello dei sindaci
L’appello dei sindaci riguarda quindi la disponibilità di mettere a disposizione i territori per sperimentare un’integrazione capillare del trasporto pubblico, indirizzato soprattutto ai piccoli comuni e alle periferie. Un’alternativa sostenibile all’auto privata. A livello nazionale, sarà fondamentale un quadro normativo in grado di sostenere l’innovazione di frontiera, partendo dal Decreto Smart Road (DM 70/2018) e dal sandbox introdotto dal DL “Sperimentazione Italia” (DL 76/2020).
Paolo Micheli (Sindaco di Segrate): ‘Guida autonoma scelta politica
“La guida autonoma non è solo una sfida tecnologica, ma una scelta politica sul modello di società che vogliamo costruire. Dopo le parole di von der Leyen, l’Europa deve decidere se restare spettatrice o protagonista di questa rivoluzione. Come sindaci, e a Segrate lo vediamo ogni giorno, nella pianificazione della mobilità e nella collaborazione con imprese e università, chiediamo regole europee chiare, investimenti nella sperimentazione locale e una governance condivisa tra istituzioni, ricerca e industria”. Così il Sindaco di Segrate Paolo Micheli, che cita poi la sperimentazione virtuale del progetto AIDA del Politecnico di Milano, promosso da A2A.
“Progetti come AIDA (Artificial Intelligence Driving Autonomous) del Politecnico di Milano (vedi su RaiPlay il documentario dedicato al progetto), che uniscono ricerca, innovazione e sperimentazione reale sul territorio, dimostrano che l’Italia può essere in prima fila in questa sfida. È un esempio concreto di come tecnologia, sostenibilità e inclusione possano camminare insieme, rendendo la mobilità autonoma non un privilegio per pochi, ma un servizio utile per tutti”, ha aggiunto Micheli.
“Le città sono il banco di prova di questa trasformazione: qui si misurano sicurezza, sostenibilità e fiducia dei cittadini nella tecnologia. È da qui che può nascere una nuova politica industriale europea della mobilità”, chiude il Sindaco di Segrate.
A Torino varato servizio di navetta autonoma a chiamata
Dalla prossima settimana sarà possibile viaggiare gratuitamente a bordo della navetta a guida autonoma AuToMove, attualmente in fase di test a Torino e parte del progetto Living Lab ToMove, dedicato allo sviluppo di nuove soluzioni di mobilità urbana smart e sostenibile. Dopo una prima fase di test tecnici, finalizzati alla raccolta dati e al monitoraggio dell’interazione tra il mezzo, l’infrastruttura tecnologica e l’ambiente urbano, i torinesi potranno salire a bordo dell’innovativo shuttle per sperimentare direttamente il servizio di trasporto collettivo autonomo “a chiamata”.
Il percorso, lungo circa 3 km, si sviluppa lungo un anello che collega corso Tortona, corso Regina Margherita e Lungo Dora Siena, con capolinea presso il Campus Luigi Einaudi dell’Università di Torino e cinque fermate complessive.
Ieri mattina l’assessora all’Innovazione e alla Mobilità della Città di Torino, Chiara Foglietta, ha effettuato un viaggio in anteprima a bordo del veicolo, accompagnata dai rappresentanti dei partner di progetto: GTT, 5T, Università di Torino, Politecnico di Torino, Fondazione LINKS, Fondazione Piemonte Innova
“AuToMove rappresenta un passo importante per Torino nel percorso verso una mobilità più innovativa e sostenibile – ha commentato l’assessora –. Essere tra le prime città in Italia a sperimentare un servizio autonomo su strada ci consente di esplorare nuove soluzioni capaci di migliorare concretamente la vita quotidiana delle persone. Questo progetto dimostra come la tecnologia possa contribuire a rendere i nostri spostamenti più sicuri, efficienti e a misura di cittadino”.
La precondizione tecnologica, 5G standalone e Edge lungo le strade
Resta poi aperto un capitolo centrale per la guida autonoma, ovvero la necessità di dotare il Paese e Europa di una rete 5G standalone con latenza massima di 5 millisecondi per sostenere il servizio e la trasmissione dati tramite tecnologia Edge lungo le strade. Ma questo è un altro capitolo che riguarda le frequenze radio e il Governo ci sta lavorando.
FAQ – Guida autonoma: i 60 sindaci italiani rispondono a Ursula von der Leyen
1. Chi sono i “60 sindaci” citati nell’articolo?
Si tratta di una coalizione di 60 sindaci italiani – provenienti da città grandi e piccole come Milano, Torino, Genova, Cremona, Varese e Potenza – che hanno deciso di collaborare per promuovere la sperimentazione della guida autonoma sui propri territori.
2. Perché i sindaci rispondono a Ursula von der Leyen?
Durante la Italian Tech Week del 3 ottobre a Torino, la presidente della Commissione Europea ha lanciato un appello per costruire un ecosistema europeo della guida autonoma. I 60 sindaci hanno risposto dicendosi pronti a sperimentare, ma chiedono regole comuni e fondi dedicati per poter competere con Stati Uniti e Cina.
3. Quali sono i principali ostacoli allo sviluppo della guida autonoma in Europa?
I sindaci evidenziano tre problemi principali:
- Frammentazione normativa tra i diversi Stati membri;
- Eccessiva burocrazia che rallenta i test;
- Dispersione dei fondi, con risorse distribuite su troppi progetti minori.
4. Cosa chiedono i sindaci all’Unione Europea?
Chiedono di:
- Eliminare le lungaggini burocratiche nei test su strada;
- Rimuovere il limite UE sul numero di veicoli autonomi che un produttore può immettere sul mercato;
- Concentrare i fondi su progetti con maggiore potenziale tecnologico;
- Creare regole armonizzate e un ecosistema europeo competitivo.
5. Cosa propone Pierfrancesco Maran (PD – S&D)?
L’europarlamentare Pierfrancesco Maran, promotore dell’appello, sottolinea che:
- L’Italia dispone di università, start-up e competenze per essere protagonista;
- Serve un intervento del Governo per affiancare i Comuni;
- Occorre coordinare tutti gli stakeholder (aziende, centri di ricerca, istituzioni) in una strategia nazionale.
6. Quali sono i prossimi passi della coalizione?
Il prossimo incontro dei 60 sindaci si terrà il 1° dicembre a Roma, con l’obiettivo di ampliare la rete includendo anche aziende, start-up, centri di ricerca e realtà europee.
7. Qual è la situazione della guida autonoma nel mondo?
Secondo il World Economic Forum, oggi circolano migliaia di veicoli autonomi in Cina e Stati Uniti, mentre l’Europa è ancora in fase sperimentale. Tra le 40-80 grandi città che nel 2035 avranno flotte di robotaxi, la maggior parte sarà extra-UE.
8. Qual è il “bivio” per l’Europa?
L’Unione Europea deve scegliere se:
- Puntare su tecnologie interne, creando una massa critica autonoma;
- Oppure affidarsi a soluzioni extraeuropee, rischiando una posizione di dipendenza.
9. Che tipo di mobilità si immagina con i veicoli autonomi?
I sindaci immaginano una mobilità condivisa e on demand, basata su:
- Robotaxi e camion senza conducente;
- Riduzione del numero complessivo di auto in circolazione;
- Integrazione con il trasporto pubblico locale, specie nei piccoli comuni e nelle periferie.
10. Qual è il quadro normativo italiano di riferimento?
Le sperimentazioni in Italia si basano su:
- Il Decreto Smart Road (DM 70/2018);
- Il DL “Sperimentazione Italia” (DL 76/2020), che ha introdotto i sandbox normativi per test controllati.
11. Quali infrastrutture tecnologiche servono per la guida autonoma?
La guida autonoma richiede:
- Un coordinamento tra Governo, operatori e territori per garantire copertura e sicurezza dei dati.
- Una rete 5G standalone con latenza massima di 5 millisecondi;
- Infrastrutture Edge Computing lungo le strade;