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GSMA perde il suo sciapo direttore: ora esca dal grigiore e rilanci il settore del mobile

Raffaele Barberio

Raffaele Barberio

Anne Bouverot, direttore generale di GSMA, l’associazione che riunisce tutti gli operatori mobili del mondo, ha rassegnato le dimissioni.

Andrà a guidare un’azienda che opera sui mercati della sicurezza e dell’identificazione.

Ma non si tratta di sicuro di una scelta di vita imprenditoriale e competitiva.

La circostanza ha probabilmente il sapore di una sonora censura sull’operato, sin qui svolto, del direttore generale uscente.

GSMA è forse la più importante, popolosa e ricca associazione di imprese a livello mondiale. Raggruppa quasi 800 operatori mobili sparsi in 220 paesi.

Tutto ciò in un momento della storia del mondo in cui l’intera umanità, i suoi bisogni, i suoi investimenti si dirottano per buona parte proprio sulle applicazioni mobili, perché il mondo è sempre più mobile e noi tutti amiamo fare ciò che si serve ovunque ci troviamo, proprio grazie a smartphone e tablet.

Ebbene in un contesto del genere, una associazione come GSMA avrebbe dovuto fare sfracelli, potendosi permettere anche di “non fare prigionieri”.

Invece no.

GSMA si è mossa, ed è stata percepita, come una grigissima struttura di tipo para-ministeriale, senza guizzo, senza un’idea, del tutto autoreferenziale e concentrata su un operatività che legittimasse giusto la sua esistenza.

Jon Fredrik Baksaas, presidente di GSMA e presidente e CEO del gruppo Telenor, si è sperticato nel ringraziare, con modalità fin troppo di rito, Anne Bouverot per “…la sua guida esemplare e per lo straordinario lavoro svolto negli ultimi quattro anni…”.

La verità è che GSMA è stata di fatto imbalsamata da una gestione grigia, priva di occhi che scrutassero l’orizzonte e di orecchie a terra che anticipassero le galoppate delle mandrie di bufali.

Ora la Bouverot va via.

Viva la Bouverot.

Resta da sperare che GSMA, che dovrà aspettare il prossimo luglio per avere una nuova guida, possa contare su una figura che possa sentire il vento nelle narici e riposizionare gli operatori mobili di tutto il mondo sul solco di una presenza non di semplice gestione delle operations, ma capace di disegnare un nuovo ruolo creativo della telefonia mobile, che è ciò di cui il mondo, i mercati, i consumatori hanno bisogno.

Vedremo se la scommessa sarà giocata e chi potrà interpretare al meglio un ruolo tanto delicato quanto stimolante.

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