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Green pass come in Francia? Garante Privacy: “Costituzionalmente irricevibile”

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Ginevra Cerrina Feroni (vicepresidente Garante Privacy): “Quello in salsa francese è costituzionalmente irricevibile. Gravissimi gli effetti sui diritti e sulle libertà dei cittadini”.

Il Garante Privacy italiano boccia il “modello Macron” sul nuovo uso del green pass.  

“Il green pass in salsa francese è costituzionalmente irricevibile. Gravissimi gli effetti sui diritti e sulle libertà dei cittadini”, avverte, su Twitter, Ginevra Cerrina Feroni, vicepresidente del Garante per la protezione dei dati personali. 

Con ironia, le fa eco Guido Scorza, un altro componente del Collegio dell’Autorità. 

Il 14 luglio 1789 i cittadini non urlavano “Liberté, identité, confidentialité? Vogliamo essere da meno oltre due secoli dopo? Si scherza ma scherzando talvolta si dice la verità”, ha twittato Scorza.

https://twitter.com/guidoscorza/status/1415201110315479044

Green pass, in Francia obbligatorio dal 21 luglio per cosa?

Questi due interventi, non ufficiali, del Garante giungono nel pieno del dibattito nel nostro Paese sulle nuove modalità di richiesta del green pass, dopo la decisione del presidente Emmanuel Macron di estendere il passaporto sanitario dal 21 luglio per accedere ai luoghi del tempo libero e della cultura per tutti i cittadini sopra i 12 anni. E da agosto, dopo l’approvazione di una legge ad hoc, il green pass in Francia si applicherà nei bar, ristoranti, centri commerciali, così come negli ospedali, case di riposo, istituti medico-sociali e nei trasporti a lunga percorrenza: per utenti e dipendenti. E in Italia si accende il dibattito tra favorevoli e contrari.

Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri: “Fare subito come in Francia, l’ho detto a Speranza”

Tra i favorevoli a seguire l’iniziativa francese c’è il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri.

“Fare subito come ha fatto la Francia, applicando ‘sul serio’ il Green pass, e niente quarantena per chi ha ricevuto due dosi. Anche questo sarebbe un incentivo a vaccinarsi”, ha detto Sileri, intervistato dal Messaggero. “Pensiamo alle discoteche”, ha aggiunto, “se concedessimo ai locali di aprire per i clienti con il Green pass, avremmo la corsa di chi ha tra i 18 e i 40 anni a vaccinarsi”. Anche seha detto Sileri, “da noi non ha senso nei ristoranti, salvo che i nostri contagi non dovessero raggiungere numeri simili a quelli britannici, semmai può essere un’arma per mantenerli aperti qualora vi fosse un forte incremento dei casi”.

“Quella della Francia è sicuramente una scelta giusta. Dovremmo farlo anche in Italia, io a Speranza l’ho detto tante volte”, ha concluso il sottosegretario alla Salute.

Merkel dice no al modello Macron sul green pass: “Così la vaccinazione diventa obbligatoria, il contrario di quanto abbiamo promesso fino ad ora”

In attesa di una eventuale nuova decisione del Governo sul green pass, per esempio rilasciarlo solo dopo aver completato il ciclo vaccinale, come avviene nella maggioranza dei Paesi Ue, la Germania ha già detto no al “modello francese”. 

“Non intendiamo percorrere questa strada proposta dalla Francia. Siamo all’inizio della fase in cui stiamo ancora promuovendo le vaccinazioni, dove abbiamo più vaccini di quante persone vogliono essere vaccinate”, ha affermato Angela Merkel.
“Non credo che possiamo guadagnare fiducia cambiando ciò che abbiamo detto finora, cioè che nessuna vaccinazione è obbligatoria, ma penso che possiamo guadagnare fiducia pubblicizzando la vaccinazione e facendo diventare il maggior numero possibile di persone degli ambasciatori del vaccino grazie alla propria esperienza”, ha concluso la cancelliera.

E l’Italia nei prossimi giorni quale leader seguirà? Macron o Merkerl oppure adotterà un modello italiano sul green pass?