Riciclo

Green cities, dal Giappone il giornale che prima si legge e poi si ‘pianta’

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Un’idea intelligente per riciclare la carta e per rendere più verde la città. L’esperimento del quotidiano Mainichi in Giappone: carta vegetale impastata con semi, una volta letto il giornale si interra e dà vita ad un giardino.

In Italia si vendono a stento 4 milioni di giornali al giorno. Una volta letti, a fine giornata, (se non rifiuti) diventano ottimo materiale per il riciclo industriale, ma anche creativo. Sono tanti i modi per ridare vita ad un quotidiano giunto al termine della sua vita (ormai una mattinata, vista la concorrenza di tv e web) e uno di questi arriva dal Giappone.

Una delle testate più popolari del Paese del Sol levante, il The Mainichi, è andato in stampa nel settembre 2015 (grazie alla campagna dello studio pubblicitario Dentsu) utilizzando una miscela di carta riciclata e vegetale ‘impastata’ con semi di fiori e piante aromatiche.  Letto e riletto, il giornale può essere fatto a pezzettini e interrato.

Qualche giorno di acqua e sole e di quel che resta di articoli e interviste vengono fuori erbetta e fiorellini.

Un modo intelligente di riciclare e riutilizzare carta di giornale, nelle aiuole e nei parchi di città, nelle aree attrezzate per i nostri cani e lungo i viali, nei giardini dei propri condomini e quartieri, a partire dai balconi di casa propria.

L’esperimento condotto da The Mainichi ha dato vita ad un giornale completamente green e biodegradabile, lo stesso inchiostro era vegetale. La trovata sembra abbia anche aumentato le copie vendute, che già superavano quota 5 milioni. E’ ancora oggi il quotidiano più letto in Giappone, adesso lo è al mondo in formato ‘green’.

L’idea, ad onor del vero, non è del tutto originale, perché in Argentina si è fatta la stessa cosa con i libri (Pequeno Editor), ma l’iniziativa è davvero interessante e la sua utilità in chiave smart city e di sostenibilità ambientale è assolutamente degna di attenzione. Il giornale ha avuto un enorme successo soprattutto nelle scuole del Giappone, dove c’era ‘terreno fertile’ per la diffusione di una buona idea di sostenibilità.