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Interferenza russa su GPS, atterraggio con le mappe: cosa è successo al volo di von der Leyen

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Un sospetto attacco di interferenza russa, mirato a Ursula von der Leyen, ha disattivato i servizi di navigazione GPS in un aeroporto bulgaro e costretto l’aereo della presidente della Commissione europea ad atterrare usando mappe cartacee.

Un sospetto attacco di interferenza russa ha mandato in blackout i servizi GPS nell’area dell’aeroporto di Plovdiv in Bulgaria, costringendo l’aereo con Ursula von der Leyen ad atterrare con mappe cartacee. Secondo tre funzionari, l’episodio è trattato come un’operazione di disturbo: “il GPS di tutta la zona aeroportuale è andato in blackout”, mentre l’Autorità bulgara del traffico aereo ha confermato l’attacco.

La circostanza è stata riportata dal Financial Times e confermata da funzionari di Eurocontrol e da piattaforme che monitorano le interferenze ai segnali satellitari.

Dove volava e dove era diretta la presidente Von der Leyen

L’aereo — un Dassault Falcon 900LX noleggiato da una società con sede a Bruxelles — era decollato da Varsavia alle 14.37 ed era diretto a Plovdiv, in Bulgaria. Mentre il volo era in fase di discesa il GPS di tutta l’area aeroportuale è andato in blackout e ha costretto i piloti a eseguire più circuiti attorno allo scalo e a procedere con l’atterraggio “manuale” utilizzando le mappe (oggi spesso caricate in PDF sui tablet di bordo).

“Possiamo effettivamente confermare che c’è stata una interferenza GPS, abbiamo ricevuto informazioni dalle autorità bulgare che sospettano che ciò sia dovuto a una palese interferenza da parte della Russia. Questo incidente sottolinea in realtà l’urgenza della missione che la presidente sta svolgendo negli Stati membri in prima linea”, ha spiegato oggi in conferenza stampa la portavoce della Commissione europea Arianna Podestà, confermando quanto scritto in precedenza dal Financial Times, aggiungendo che von der Leyen ha visto “in prima persona le sfide quotidiane poste dalle minacce provenienti dalla Russia e dai suoi alleati” e che l’Ue “continuerà a investire nella spesa per la difesa e nella preparazione dell’Europa ancora di più dopo questo incidente”, ha affermato.

Un problema che cresce nei cieli europei

In termini tecnici si tratta di jamming/spoofing: disturbo o falsificazione dei segnali satellitari che manda in confusione i sistemi di bordo e rende inutilizzabili gli avvicinamenti basati su GNSS.

Da fine 2023 gli episodi di interferenza si sono moltiplicati lungo i confini orientali dell’UE e nelle aree vicine ai teatri di guerra. Le piattaforme di monitoraggio segnalano, in media, decine fino a oltre un centinaio di aeromobili al giorno con problemi seri. Nel 2024 la Bulgaria è risultata tra gli spazi aerei più colpiti. In più occasioni i voli di linea sono stati dirottati o sospesi (come i collegamenti Finnair su Tartu) per difficoltà negli atterraggi in presenza di disturbi al GPS.

L’accaduto mette a nudo una vulnerabilità strutturale: la dipendenza europea da un’infrastruttura PNT (Positioning, Navigation, Timing) dominata da segnali satellitari deboli per natura e facilmente disturbabili. Le mappe “di carta” — oggi digitali — restano una cintura di sicurezza, ma non possono essere la strategia.

L’importanza dell’infrastruttura europea

L’Europa dispone di Galileo, già operativo, e sta accelerando sul Public Regulated Service (PRS), il segnale cifrato per usi governativi e critici. La resilienza passa da:

  • ricevitori multi-costellazione (GPS + Galileo + altri);
  • procedure di fallback non-GNSS (ILS, VOR/DME) sugli aeroporti;
  • backup terrestri (C-PNT), come eLoran e distribuzione del tempo su fibra per i servizi essenziali.

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