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ChatGPT, Google vuole lanciare una versione demo simile nel 2023

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Il New York Times riporta che i fondatori di Google, Larry Page e Sergey Brin, hanno discusso la risposta di Google a ChatGPT, con l'intenzione di lanciare quest’anno oltre 20 prodotti di intelligenza artificiale, tra cui una demo del proprio chatbot di ricerca.

Google sta dando di matto per ChatGTP. Il New York Times riporta che i fondatori di Google, Larry Page e Sergey Brin, hanno discusso la risposta di Google a ChatGPT, con l’intenzione di lanciare quest’anno oltre 20 prodotti di intelligenza artificiale, tra cui una demo del proprio chatbot di ricerca.

Il recente lancio di ChatGPT, il chatbot di intelligenza artificiale di OpenAI, ha dato l’allarme all’interno di Google, secondo quanto riportato dal New York Times. Ora, afferma il giornale, Google ha in programma di “dimostrare una versione del suo motore di ricerca con funzioni di chatbot quest’anno” e di rivelare più di 20 progetti basati sull’intelligenza artificiale.

A dicembre avevamo sentito che i dirigenti di Google temevano che, malgrado gli ingenti investimenti nella tecnologia AI, una sua diffusione troppo rapida avrebbe potuto danneggiare la reputazione dell’azienda. Le cose stanno però cambiando rapidamente: questa mattina presto, Google ha annunciato che sta licenziando più di 12.000 dipendenti, concentrandosi sull’IA come settore di primaria importanza.

Non è stato indicato un periodo specifico per il lancio della demo di ricerca AI di Google, ma altri progetti della presentazione esaminata dal Times sembrano destinati a debuttare durante l’evento annuale I/O di maggio, che ha già lanciato funzioni come Duplex e Google Glass.

La situazione è seria a tal punto che il Times riporta anche che i fondatori di Google, Larry Page e Sergey Brin, che rimangono gli azionisti a controllo della società madre Alphabet, hanno “offerto consigli” ai dirigenti dell’azienda, approvato piani e proposto idee durante l’incontro con i manager per parlare di ChatGPT il mese scorso. L’articolo sottolinea che questo livello di ricoinvolgimento —che segna un cambiamento dal 2019, quando i due hanno lasciato ruoli che svolgevano quotidianamente— è avvenuto su invito dell’amministratore delegato di Google/Alphabet, Sundar Pichai.

La demo del chatbot di ricerca afferma che Google darà priorità alla “correttezza dei fatti, a garantire sicurezza e all’eliminazione della disinformazione”, sperando di risolvere il problema dell’IA che risponde alle query in modo sicuro e chiaro seppur con informazioni errate. Nel frattempo, sta anche lavorando per accelerare i processi di revisione che dovrebbero controllare che la tecnologia operi in modo corretto ed etico.

I nuovi lanci di prodotti citati nel rapporto presentato da un gruppo di dirigenti tra cui Jeff Dean, direttore del dipartimento di ricerca e IA, includono uno studio di generazione di immagini in grado di “crearle e modificarle”, un’applicazione per testare prototipi dei prodotti e una serie di strumenti che altre aziende possono utilizzare per creare prototipi di IA da una finestra del browser, chiamata MakerSuite. L’azienda sta inoltre lavorando a uno strumento per la generazione di codici chiamato PaLM-Coder 2, simile al software GitHub Copilot di Microsoft, e a un altro che aiuta a creare applicazioni per smartphone chiamato Colab + Android Studio

L’approccio di Goole all’Intelligenza Artificiale , negli ultimi anni, è stato piuttosto prudente rispetto a quello adottato da altri concorrenti.

Negli ultimi anni, Google si è mosso con cautela quando si è trattato di rilasciare nuovi prodotti di AI. L’azienda si è trovata al centro di un dibattito sull’etica dell’intelligenza artificiale dopo aver licenziato due importanti ricercatori del settore, Timnit Gebru e Margaret Mitchell. I due hanno rivolto critiche ai modelli linguistici dell’intelligenza artificiale, rilevando problemi come la loro propensione ad amplificare i pregiudizi nei dati di addestramento e a presentare informazioni false come fatti.

Sebbene la ricerca sull’IA di Google sia ritenuta avanzata tanto quanto quella di altre importanti aziende tecnologiche, essa ha testato il software solo con barriere particolarmente restrittive. L’applicazione AI Test Kitchen dell’azienda, ad esempio, offre accesso a strumenti di generazione di immagini e testi simili a DALL-E e ChatGPT di OpenAI. Tuttavia, Google limita fortemente le richieste che gli utenti possono fare a questi sistemi. L’azienda ha già mostrato alcuni dei suoi prodotti di intelligenza artificiale per la chat, tra cui una dimostrazione non pubblica nel 2021 di un sistema simile a ChatGPT.

Con il lancio di ChatGPT di OpenAI, e gli allarmismi riguardo all’imminente scomparsa di Google, sembra però che l’azienda stia riesaminando le proprie tattiche. In passato, Google ha dichiarato di aver evitato di lanciare alcuni prodotti di intelligenza artificiale a causa del potenziale “danno alla reputazione”. Ora sembra che la reputazione che si vuole evitare sia quella di essere in ritardo sui tempi. 

Fonte: The Verge