La trimestrale

Google: giù utili e pubblicità. Analisti in attesa delle prossime mosse

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In cassa, ci sono 60 miliardi cash e l’azienda continua a sfornare ricavi trimestrali miliardari. Quello che inquieta gli investitori, tuttavia, è che la gallina dalle uova d’oro, ossia il motore di ricerca, comincia a mostrare i segni dell’età.

Deludono i conti  di Google, che chiude il terzo trimestre con  utili in calo del 5% a 2,8 miliardi di dollari, a fronte di un fatturato cresciuto del 20% a 16,5 miliardi di dollari.

Il titolo ha chiuso ieri in calo del 2,90% a 509,30 dollari, penalizzato dall’andamento di un indicatore tenuto d’occhio dal mercato, quello dei click sugli annunci pubblicitari a pagamento che compaiono sui siti, cresciuto sì rispetto all’anno scorso, ma ‘solo’ del 17% contro il +26% registrato al secondo trimestre.

In discesa anche un’altra variabile molto seguita, il prezzo medio per click – ossia quanto gli inserzionisti pagano per ogni click su una pubblicità – che ha perso il 2%, pur arrestando la frenata rispetto al trimestre precedente, quando aveva perso il 9%.

Una discesa che continua comunque da svariati trimestri ed è considerata la conseguenza della crescente diffusione degli smartphone, che hanno contribuito ad abbassare i prezzi delle inserzioni pubblicitarie.

L’Ebitda – che ha sofferto degli investimenti portati a termine dal gruppo in attività esterne a quelle core (ricerca e pubblicità) – è sceso al 23% contro il 27% dello scorso anno.

Google, sottolinea qualcuno, è diventato vittima del suo stesso successo: il motore di ricerca resta dominante sia da Pc che da mobile, YouTube è la piattaforma di videosharing in assoluto più usata e Google Play sta crescendo (+50% rispetto allo scorso anno i ricavi dello store, a 1,8 miliardi). In cassa, ci sono 60 miliardi cash e l’azienda continua a sfornare ricavi trimestrali miliardari. Quello che inquieta gli investitori, tuttavia, è che la gallina dalle uova d’oro, ossia il motore di ricerca, comincia a mostrare i segni dell’età.

Il direttore finanziario, Patrick Pichette, si è detto comunque “entusiasta della crescita delle attività pubblicitarie e emergenti”, ma tanto non è bastato a rassicurare Wall Street, ansiosa di conoscere quale sarà la prossima mossa di Google di fronte alle evoluzioni, per dire, di Apple, che nel frattempo ha lanciato un proprio sistema di pagamento mobile.