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Google spia i propri dipendenti prima di licenziarli

Brutta storia per Google negli Stati Uniti, dove è accusato dal National labour relations board (Nlrb) di aver “spiato” e poi licenziato due suoi dipendenti, attivisti per i diritti dei lavoratori.

Il National labour relations board è un’agenzia governativa federale, fondata dal Congresso nel 1935, che interviene per salvaguardare il diritto dei lavoratori di organizzarsi e decidere se i sindacati devono essere i loro rappresentanti di contrattazione con il loro datore di lavoro.

L’agenzia agisce anche per prevenire e porre rimedio a pratiche di lavoro sleali commesse da datori di lavoro e sindacati del settore privato.

Google e i sindacalisti licenziati

Nel caso specifico, si tratta di Laurence Berland e Kathryn Spires, i due dipendenti di Mountain View che stavano organizzando proteste sindacali contro IRI Consultant, società partner di Google nota nell’ambiente per le sue politiche fortemente antisindacali.

L’accusa dell’Nlrb è di violazione delle leggi sul lavoro degli Stati Uniti, in quanto Google “avrebbe impedito ai lavoratori di esercitare dei diritti riconosciuti”.

Tutto è accaduto a fine 2019, quando Berland e Spires hanno sfruttato dei sistemi interni per la comunicazione tra dipendenti cerando pop-up per diffondere la protesta sindacale contro l’accordo IRI-Google.

Le accuse dell’Nlrb

Il motore di ricerca ha impedito questo tipo di comunicazione tra dipendenti, con lo scopo, secondo l’Nlrb, di scoraggiare ed intimidire i dipendenti in protesta, “monitorando da vicino le loro attività”, impedendo di esprimersi liberamente e criticare le politiche aziendali.

Secondo Google, invece, tale attività sindacale ha violato le disposizioni interne in termini di sicurezza sul lavoro.

Se i due lavoratori non saranno reintegrati in organico e non riceveranno quanto dovuto per gli stipendi persi, è molto probabile che la faccenda finirà davanti ad un giudice entro pochi mesi.

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