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‘Google e Facebook, in Italia elusione fiscale di 1 miliardo dal 2013 al 2015’

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La cifra è contenuta nell’elaborazione di ‘Lef’, l'associazione per la legalità e l'equità fiscale. Estendendo il calcolo all'Ue la cifra di mancati incassi fiscali arriva a 5,4 miliardi di euro. Dati che indicano l’urgenza della web tax.

Nel 2016 Facebook, Apple, Amazon, Airbnb e Tripadvisor hanno complessivamente pagato in Italia le stesse imposte sul reddito della sola Piaggio. Nel dettaglio se Google e Facebook avessero pagato le tasse in Italia, come normali aziende che operano sul territorio, l’erario avrebbe incassato quasi un miliardo di euro nel triennio 2013-2015. Le imposte perdute sul territorio ammontano, rispettivamente, a 370 milioni di euro e 549 milioni. Le cifre emergono dalle elaborazioni di Lef, l’associazione per la legalità e l’equità fiscale. Il report è stato presentato nel corso del convegno Multinazionali e fisco, quali prospettive per il futuro che si è tenuto oggi al Cnel. Estendendo il calcolo all’Ue, si legge nella ricerca, la cifra di mancati incassi fiscali arriva a 5,4 miliardi di euro.

Per Lef la soluzione più semplice per recuperare le risorse perdute resta l’applicazione di un prelievo sui ricavi lordi facilmente tracciabili. È la stessa strada intrapresa da Italia, Germania, Francia e Spagna che, nel firmare una dichiarazione politica congiunta, propongono “un’equiparazione fiscale” sul fatturato generato dai Big della Rete e non più sui ricavi in Ue: “Non dovremmo più accettare che le web company facciamo affari in Europa, senza corrispondere un livello di tassazione adeguata, mettendo a repentaglio i principi di equità fiscale e la sostenibilità del modello economico e sociale del continente”, si legge nella dichiarazione congiunta.

Inoltre gli stessi quattro Stati hanno firmato, di recente, una nuova proposta congiunta per equiparare il versamento dell’Iva dell’economia digitale a quello delle aziende tradizionali. Garantendo che l’imposta sul valore aggiunto sia versta nel paese dove si fattura.

Lo scatto di Italia, Francia, Germania e Spagna ha smosso la Commissione europea che la settimana scorsa ha presentato le tre proposte per tassare i giganti del web:

  1. Un’imposta sul fatturato delle società digitali.
  2. Una trattenuta alla fonte sulle transazioni.
  3. Una tassa sui redditi generati dalla fornitura di servizi digitali o sulle attività pubblicitarie.

I tre punti saranno subito sul tavolo del Digital summit che si svolgerà a Tallinn domani: il vertice a cui parteciperanno i Capi di Stato e di Governo dei 28 Paesi dell’Ue è dedicato alla rivoluzione industriale. Una decisione finale sulla web tax, però non è prevista. L’obiettivo della Commissione Ue è avere una posizione comune entro la riunione di dicembre dell’Ecofin, da presentare all’Ocse che dovrebbe a sua volta presentare una proposta all’inizio dell’anno prossimo. Quanto alla proposta legislativa Ue, Valdis Dombrovskis, il vicepresidente della Commissione, ha detto che sarà elaborata possibilmente la prossima primavera.