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Google Car, l’accordo con Fiat Chrysler potrebbe essere replicato da Apple e Uber

Accordo fatto. Dopo le anticipazioni, ufficializzata l’intesa tra Fiat Chrysler (FCA) e Google. La prima fornirà alla casa madre della web company, Alphabet, un centinaio di auto per ampliare i test sulle vetture senza conducente.

Questa partnership acquisisce una notevole importanza per questo nascente comparto e non è detto che dopo Google, anche Apple o Uber non tentino la via dell’accordo con le case automobilistiche che possiedono la capacità di produzione che manca alla tech-company.

Google e FCA fanno insomma da apripista, lanciando un modello che presto potrebbe essere replicato su un mercato che minaccia di far crollare le vendite della auto tradizionali.

 

“E’ la prima volta che lavoriamo direttamente con una casa automobilistica per produrre i nostri veicoli“, si legge nella nota pubblicata da Google Car sulla rete Google+.

FCA progetterà appositamente per Alphabet una versione adattata della monovolume Chrysler Pacifica, presentata lo scorso gennaio al salone delle auto di Detroit, che integrerà le tecnologie della web company, in particolare il software del conducente autonomo e i sensori che permettono di registrare quanto accade intorno al veicolo.

Gli ingegneri di Alphabet lavoreranno con quelli di FCA in una sede comune nel Michigan.

I veicoli serviranno unicamente per i test di Alphabet e non saranno messi in commercio. Arriveranno sulle strade entro la fine dell’anno e consentiranno di raddoppiare e anche di più la flotta delle Google Car.

“L’opportunità di lavorare a stretto contatto con gli ingegneri FCA accelererà i nostri sforzi per sviluppare un veicolo completamente autonomo che renderà le nostre strade più sicure oltre ad agevolare chi non può mettersi al volante, ha detto John Krafcik, un veterano del settore automobilistico passato da Ford e Hyundai prima di essere messo a capo, lo scorso anno, del progetto Google Car.

Sergio Marchionne, amministratore delegato di FCA, si è detto soddisfatto di questa nuova opportunità per le due aziende che “acquisiranno un’esperienza fondamentale su tecnologie che porteranno grandi benefici per i consumatori”.

Molte case automobilistiche e tech-company stanno lavorando alle auto senza conducente, ma il progetto Google Car è quello più avanzato. Dal suo lancio, nel 2009, le proprie vetture hanno percorso oltre 2,4 milioni di chilometri.

I test sono attualmente condotti sulle strade di Mountain View, città della California dove ha sede Alphabet, ma anche ad Austin, in Texas, a Kirkland nello Stato di Washington, e a Phoenix, in Arizona.

La flotta di Google Car comprende oggi circa 70 vetture, dalle berline di Toyota ai più piccoli prototipi elettrici a due posti prodotti dalla stessa Alphabet.

La monovolume di FCA fornirà tuttavia, indica la tech-company, “l’opportunità di testare un veicolo più grande, dalla quale i passeggeri potranno facilmente entrare e uscire con l’opzione di sportelli automatici scorrevoli”.

Con questa operazione, ha affermato Karl Brauer, analista della società specializzata nel settore automobilistico Kelley Blue Book, il progetto Google Car “tenta di allargarsi a un tipo di veicolo che possa veramente trasportare persone, perché ritiene che sia proprio qui il grande potenziale per le vetture autonome”.

Una monovolume come la Chrysler Pacifica sarebbe adatta, ad esempio, “per servire un campus universitario o per un possibile sistema di trasporto urbano.”

Per FCA, ha sottolineato ancora l’analista, la partnership con Google offre vantaggi in termini di immagine, nonché la prospettiva di imparare un po’ di più in termini di tecnologie dal gruppo internet, se poi vorrà incorporarle ai propri veicoli.

Ma sicuramente non è l’indicazione che presto FCA si lancerà nella commercializzazione delle vetture senza conducente, né che Chrysler godrà di esclusive per questo tipo di tecnologie.

La partnership non prevede, infatti, che Google dia a FCA delle licenze d’uso per le proprie tecnologie e niente impedisce che in futuro si possano avviare collaborazioni anche con altre cause automobilistiche.

Il modello potrebbe però essere emulato da altre tech-company interessate alle vetture senza conducente ma che non hanno le capacità di produzione di una casa automobilistica.

Karl Brauer ha infatti osservato che la mossa di Google “potrebbe incoraggiare Apple o Uber, ma anche altre aziende tecnologiche, interessate a questo settore a intraprendere la stessa strada e lavorare a stretto contatto con le case automobilistiche”.

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