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Golden power su Huawei e ZTE, la Cina chiama Roma ma sulla cybersecurity stretta in arrivo

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L’esercizio del “golden power” sulle telco, fra cui le cinesi Huawei e ZTE, da parte del Governo Conte bis non è passato inosservato in Cina. Il messaggio “politico” del Governo appena insediato è stato chiaro: la sicurezza delle reti prima di tutto e i controlli sugli apparati diventeranno sempre più di routine nel nostro paese nel prossimo futuro. L’appello della Cina a condizioni eque per le sue aziende è più che legittimo, ma la sicurezza delle reti viene prima di tutto per il nuovo Governo che intende semplificare la possibilità di chiedere controlli maggiori e quasi di routine sulle forniture di tecnologie che arrivano da aziende estere.

Il nuovo corso sulla sicurezza 5G

In soldoni, è altamente prevedibile, che già  il ddl cybersecurity che il Parlamento dovrà approvare a breve per sostituire la norma sul Golden power per le reti 5G, in scadenza il 9 settembre, conterrà un giro di vite sui controlli preventivi relativi alle nuove tecnologie di rete. In questo modo, il Governo non sarà più costretto a ricorrere ai poteri speciali per ordinare controlli sulle forniture tecnologiche che compongono le nuove reti 5G.

I fornitori di attrezzatture di networking, in particolare i colossi cinesi come Huawei e ZTE, faranno quindi bene ad adeguarsi a questo nuovo corso politico, che a quanto pare sarà codificato a breve con l’entrata in vigore del ddl cybersecuirty, che appunto dovrebbe rendere più sistematici i controlli.

L’intervento di Pechino

Il governo di Pechino interviene con una nota ufficiale,auspica che “l’Italia opti per la strategia di fiducia reciproca e mutuo beneficio fornendo le condizioni eque alle imprese cinesi per approfondire la cooperazione e portare benefici più tangibili ai due i Paesi”. E’ il commento del portavoce del ministero degli Esteri Geng Shuang sulla decisione del governo italiano di esercitare ieri, in occasione del primo Cdm del Governo Conte bis, i poteri speciali del Golden Power sul 5G di Tim, Vodafone, Wind Tre, Fastweb e Linkem. Il focus sarà quindi sui fornitori delle reti di nuova generazione, tra cui i colossi cinesi Huawei e Zte.
Geng ha poi anche ricordato la cooperazione tra Huawei e Zte con gruppi di ricerca e aziende italiane, e i “massicci investimenti” fatti dai due gruppi cinesi “creando migliaia di posti di lavoro e contribuendo allo sviluppo industriale e all’aggiornamento delle infrastrutture”

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