Washington vuole rompere la dipendenza da SpaceX e cerca nuovi partner: in pole c’è Kuiper di Bezos
Un cambio di paradigma nella Space economy americana sembra prendere forma. L’amministrazione Trump sta espandendo la rosa dei potenziali partner industriali per il Golden Dome, il colossale programma di difesa missilistica spaziale dal valore di 175 miliardi di dollari. Tra i principali candidati, ora spicca il Progetto Kuiper di Amazon.com, l’iniziativa satellitare da 10 miliardi di dollari voluta da Jeff Bezos, mentre si delinea un progressivo ridimensionamento del ruolo di SpaceX, la società aerospaziale guidata da Elon Musk.
Secondo quanto riportato da Mike Stone in un articolo pubblicato dalla Reuters, il programma Golden Dome, lanciato ufficialmente da Donald Trump nella prima settimana del suo secondo mandato presidenziale, punta alla creazione di un sofisticato sistema di difesa a strati basato in orbita, ispirato al modello israeliano Iron Dome, ma pensato su scala globale e con capacità spaziali avanzate.
Scontro Musk – Trump ed effetto domino su SpaceX. Emergono nuovi soggetti come Stoke Space e Rocket Lab
Al centro del rimescolamento degli equilibri industriali c’è la rottura politica tra Donald Trump e Elon Musk, culminata pubblicamente nella faida social iniziata i primi di giugno.
Sebbene SpaceX resti il principale fornitore di servizi di lancio – con oltre 9.000 satelliti Starlink messi in orbita e una comprovata leadership tecnologica – l’amministrazione ha iniziato a sondare alternative strategiche, preoccupata per l’eccessiva dipendenza da un unico attore industriale.
Alcune fonti vicine al Pentagono confermano che già prima della rottura pubblica tra Musk e Trump, erano state avviate interlocuzioni con nuovi player per diversificare la catena di fornitura. Tra questi, oltre ad Amazon Kuiper, figurano anche realtà emergenti come Stoke Space e Rocket Lab, aziende in rapida crescita nel settore del lancio orbitale.
Uno scontro personale che potrebbe costare oltre 22 miliardi di euro di commesse federali a SpaceX in termini di partecipazione a programmi spaziali nazionali.
Amazon in campo: Kuiper corteggiata dal Pentagono
Il Progetto Kuiper, che ha finora lanciato 78 satelliti su un totale previsto di 3.000 in orbita terrestre bassa (LEO), è ora oggetto di attenzione diretta da parte del Pentagono.
Nonostante le iniziali dichiarazioni di Bezos che definivano Kuiper come una costellazione “principalmente commerciale”, fonti dell’amministrazione ammettono che il potenziale dual use – in particolare per comunicazioni e tracciamento missilistico – ha spinto il governo a rivalutare il progetto in chiave difensiva.
L’apertura verso Amazon conferma un orientamento strategico più ampio: integrare nella difesa nazionale piattaforme e tecnologie nate nel settore commerciale e non solo dai tradizionali contractor della difesa.
Lockheed Martin, Northrop Grumman e L3Harris Technologies pronte all’assalto del Golden Dome
Il nuovo equilibrio apre la strada anche ai colossi storici del comparto: Lockheed Martin, Northrop Grumman e L3Harris Technologies sono già in trattativa per entrare nel perimetro operativo del Golden Dome.
- Lockheed Martin ha dichiarato, per voce del presidente della divisione spaziale Robert Lightfoot, di essere “pronta a supportare Golden Dome come partner di missione collaudato”.
- Northrop Grumman, tramite il responsabile del settore spaziale Robert Flemming, ha confermato lo sviluppo di un intercettore spaziale, elemento chiave per il contrasto missilistico orbitale.
- L3Harris, secondo il CFO Kenneth Bedingfield, ha registrato un forte aumento della domanda per le sue tecnologie di early warning e tracking.
Tempistiche accelerate e fondi miliardari
Sotto la guida del Generale Michael Guetlein (chiamato anche “Golden Dome Czar“), confermato al Senato il 17 luglio, il progetto segue una roadmap accelerata. Secondo una direttiva interna del Segretario alla Difesa Pete Hegseth, Guetlein ha:
- 30 giorni per costituire il team di programma;
- 60 giorni per presentare un progetto tecnico iniziale;
- 120 giorni per sviluppare un piano di implementazione dettagliato, comprensivo di costellazioni satellitari e stazioni terrestri.
Nel 2024, il Congresso ha aumentato da 900 milioni a 13 miliardi di dollari il mandato alla U.S. Space Force per l’acquisto di capacità satellitari, segnando un passaggio chiave per accelerare la partecipazione del settore privato. L’amministrazione ha già pronto un primo stanziamento da 25 miliardi di dollari, previsto dalla nuova legge fiscale e di spesa firmata da Trump.
Sicurezza e cyberspace: le sfide per Kuiper
La possibile inclusione di Amazon solleva interrogativi sulla robustezza cibernetica delle sue piattaforme. Il rischio di attacchi informatici e di jamming – già sperimentato da SpaceX nella guerra in Ucraina – impone l’adozione di misure straordinarie di protezione per garantire la resilienza operativa dei satelliti Kuiper in contesti militari.
Elon Musk, rispondendo su X alle notizie relative a un presunto coinvolgimento diretto di SpaceX nella gara per Golden Dome, ha negato ogni partecipazione, affermando che “la nostra forte preferenza sarebbe quella di rimanere concentrati sul portare l’umanità su Marte”.
Palantir e Anduril: da favorite a escluse?
Infine, l’influenza politica gioca un ruolo chiave. La faida tra Musk e Trump ha scosso anche gli equilibri tra le aziende “amiche” del Presidente: Palantir e Anduril, considerate in pole position fino a pochi mesi fa, rischiano ora di essere ridimensionate in favore di nuove realtà più allineate con le priorità strategiche dell’amministrazione.
La nascita dell’America Party, il movimento politico “centrista” fondato da Musk e le sue critiche al programma fiscale trumpiano, hanno definitivamente incrinato i rapporti con l’ex presidente. Il risultato: un riassetto profondo del progetto Golden Dome, che promette di ridefinire il panorama industriale dello spazio per il prossimo decennio.
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