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Gmail è una società Tlc? L’ultima parola alla Corte di Giustizia Ue

Sarà la Corte di Giustizia Ue a decidere se Gmail, il servizio di posta elettronica di Google che conta più di un miliardo di iscritti, debba essere considerato come una società di telecomunicazioni e se di conseguenza debba essere regolata come tale.

La Corte di Giustizia tedesca di Münster lunedì scorso si è rivolta alla Corte Ue di Lussemburgo, rimettendo al giudizio di Strasburgo la decisione finale su una disputa che va avanti da quasi 10 anni in Germania, da quando nel 2010 il regolatore tedesco, l’agenzia federale delle comunicazioni BnetzA, ha fatto quanto in suo poter per far rientrare Gmail nel recinto delle compagnie di telecomunicazioni per farla così rientrare sotto la normativa tedesca (ed europea) che regola la industry. Google dal canto suo sostiene da sempre che che Gmail non è un servizio a pagamento e che non trasmette i suoi contenuti su reti di telecomunicazioni ma su una rete aperta, vale a dire Internet.

Il caso e la posta in gioco: OTT come le telco?

Ciò detto, dopo l’appello di Google, la Corte amministrativa di Colonia ha stabilito nel 2015 che il servizio di posta di Gmail va considerato come una telecom. All’epoca Goolge ha fatto ancora appello contro il verdetto, che “per la prima volta in una corte tedesca aveva a che fare con la qualifica legale di un servizio di comunicazioni OTT (Over-the-top”, osservava nel 2015 lo studio legale Morrison & Foerster LLP, aggiungendo che l’argomentazione sostenuta dalla BnetzA tedesca potrebbe di fatto essere allargato a macchia d’olio ad altri servizi online (WhatsApp, Facebook ecc).

Nel passare la palla alla Corte di Giustizia Europea, la Corte tedesca di Münster ha sottolineato che “le parti più rilevanti della normativa tedesca per le telecomunicazioni sono basate sugli stessi principi del quadro regolatorio europeo”. Se la Corte di Giustizia Ue deciderà che Gmail è a tutti gli effetti una società di telecomunicazioni, il verdetto potrebbe avere valore non soltanto in Germania ma in tutta Europa.

Insomma, la Corte di Giustizia Europea dovrà fare chiarezza su un punto nodale, vale a dire se i servizi di posta elettronica via Internet, che di fatto non forniscono l’accesso diretto ad un network proprietario (come nel caso delle telco tradizionali), debbano essere considerati comunque alla stregua di servizi di trasmissione di segnali sui network di comunicazioni elettroniche.

Google ha accolto con favore l’apertura del caso a livello di Corte Ue, un passaggio che di fatto annulla la sentenza negativa incassata in Germania nel 2015. Resta da capire se una decisone sfavorevole a Gmail da parte della Corte Ue varrà poi anche in tutti i paesi dell’Unione.

Cosa rischia Gmail

La decisione della corte di Colonia del 2015 avrebbe avuto diverse conseguenze regolatorie per Gmail, che avrebbe dovuto allinearsi a diversi obblighi vigenti per le società di telecomunicazioni, fra cui lo studio legale Morrison & Foerster LLP annovera:

Secondo lo studio legale, molti di questi obblighi sono fatti su misura per le compagnie di telecomunicazioni e sarebbe difficile applicarli per un servizio di posta come Gmail.

Ma ora resta da vedere se la Corte Ue sposerà la posizione della BnetzA tedesca, secondo cui i servizi di posta elettronica come Gmail operano su base commerciale, pur non facendo pagare direttamente gli utenti, e che questi soggetti operanti in Rete hanno per molti versi sostituito servizi Tlc tradizionali per come vengono utilizzati dagli utenti (basti pensare a WhatsApp). Insomma, oneri e onori. Vedremo.

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