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Gli Stati Uniti primi produttori di petrolio greggio, Gli effetti quotidiani della Brexit, Macron presenta il ‘Piano povertà’ in Francia

Energia, Stati Uniti superano Russia e Arabia Saudita come primi produttori di petrolio greggio

13 set 10:50 – (Agenzia Nova) – Per la prima volta dal 1973 gli Stati Uniti sono i principali produttori di petrolio greggio al mondo. Lo ha annunciato l’agenzia governativa statunitense Energy Information Administration (Eia) secondo cui la produzione di petrolio greggio degli Usa ha superato quella della Russia nei mesi di agosto e giugno, attestandosi a 11 milioni di barili al giorno, “A febbraio, la produzione di petrolio greggio negli Stati Uniti ha superato quella dell’Arabia Saudita per la prima volta in piu’ di due decenni”, ha dichiarato l’Eia. “A giugno e agosto, gli Stati Uniti hanno superato la Russia nella produzione di petrolio greggio per la prima volta dal febbraio 1999”, si legge nella nota. Inoltre, Eia ha previsto che la produzione di petrolio greggio negli Usa continuera’ a superare quella della Russia e dell’Arabia Saudita per i restanti mesi del 2018 e fino al 2019. Gran parte della recente crescita si e’ verificata in aree come la regione del Permiano nel Texas occidentale e nel New Mexico orientale, nei giacimenti offshore del Golfo del Messico, nella regione di Bakken nel Nord Dakota e nel Montana. Il calo del prezzo del petrolio a meta’ del 2014 ha portato i produttori statunitensi a ridurre i costi e a tagliare temporaneamente la produzione di petrolio greggio, una tendenza cui hanno contribuito gli irrigidimenti regolatori della precedente amministrazione presidenziale. Tuttavia, dopo che i prezzi del petrolio greggio sono aumentati all’inizio del 2016, gli investimenti e la produzione sono gradualmente cresciuti. In confronto, la Russia e l’Arabia Saudita hanno mantenuto una crescita relativamente stabile della produzione di petrolio greggio negli ultimi anni.

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Stati Uniti-Cina, Washington propone a Pechino nuovo round di negoziati commerciali

13 set 10:50 – (Agenzia Nova) – L’amministrazione del presidente Usa, Donald Trump, intende condurre un nuovo round di negoziati commerciali di alto livello con la Cina, nel tentativo di dare a Pechino un’altra opportunita’ di confronto prima di imporre nuovi dazi alle importazioni cinesi. Secondo quanto riferisce il “Wall Street Journal”, il segretario del Tesoro Steven Mnuchin ha invitato questa settimana una delegazione cinese guidata dal vice premier Liu He a prendere parte ad un nuovo incontro, per discutere del commercio bilaterale. Secondo le fonti del quotidiano, gli Usa hanno proposto un nuovo round di negoziati tra delegazioni ministeriali gia’ nelle prossime settimane. L’incontro proposto potrebbe svolgersi a Washington o Pechino, ma per il momento il dipartimento del Tesoro non ha voluto rilasciare commenti. Pochi giorni fa il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, aveva minacciato di essere pronto a imporre tariffe per 267 miliardi di dollari su prodotti cinesi importati, oltre agli ulteriori 200 miliardi di dollari che a suo dire colpiranno le importazioni cinesi a breve. Se quanto prospettato dal capo della Casa Bianca dovesse tradursi in realta’, cio’ significherebbe l’imposizione di dazi doganali su tutte le merci cinesi che entrano negli Stati Uniti, segnando un’escalation senza precedenti nella guerra commerciale con la Cina.

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Spagna, Sanchez dichiara guerra a Ciudadanos per aver messo in dubbio il suo dottorato

13 set 10:50 – (Agenzia Nova) – Le dimissioni del ministro della Sanita’ Carmen Monton, dopo lo scandalo sul presunto master irregolare, hanno scatenato un terremoto nella politica spagnola, alimentando una guerra che vede tutti contro tutti. Il leader di Ciudadanos (Cs), Albert Rivera, ha approfittato del caos generale per seminare dubbi sulla tesi di dottorato del premier Pedro Sanchez che, di tutta risposta, ha espresso forte indignazione. Lo rende noto il quotidiano “El Pais”, riferendo che il Partito socialista operaio (Psoe) considera la mossa di Rivera come una vera e propria dichiarazione di guerra e sta preparando una dura risposta. Intervenendo in Parlamento, in occasione della sessione di controllo, il leader di Cs ha spiazzato tutti chiedendo al premier di rendere pubblica la sua tesi di dottorato per fugare i dubbi sulla paternita’ del lavoro. “La mia tesi e’ registrata e pubblica come previsto dalla legislazione attuale”, ha risposto Sanchez, puntando l’indice contro il rivale con una durezza senza precedenti. “Informati, sei venuto al Congresso senza esserti preparato”, gli ha rimproverato.

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Spagna, il Psoe chiede le dimissioni di Casado dopo il passo indietro di Monton

13 set 10:50 – (Agenzia Nova) – Il Partito socialista operaio spagnolo (Psoe) passa all’attacco e, dopo le dimissioni di Carmen Monton da ministro della Sanita’, a causa di presunte irregolarita’ sul suo master, chiede ora la testa del leader dell’opposizione. Lo rende noto il quotidiano “El Pais”, secondo cui la portavoce Psoe al Congresso, Adriana Lastra, avrebbe rivendicato le dimissioni del presidente del Partito popolare (Pp), Pablo Casado, coinvolto in uno scandalo simile al caso che ha travolto la dirigente socialista. “Monton gli ha mostrato la strada da seguire”, ha detto Lastra, aggiungendo che se Casado “non fosse un deputato, sarebbe sotto inchiesta”. Per quanto riguarda invece i dubbi espressi dal presidente di Ciudadanos (Cs), Albert Rivera, sulla tesi di dottorato di Pedro Sanchez, Lastra ha sottolineato che “il presidente del governo non ha nulla da nascondere”. “Ha concluso il dottorato, ha la sua tesi e, come tutte le altre, e’ depositata nell’archivio dell’Universita’”, ha detto la portavoce socialista. Secondo la numero due del Psoe, Rivera, “ancora una volta”, ha agito come “stampella del Pp”.

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Brexit, ecco gli effetti quotidiani della mancanza di un accordo

13 set 10:50 – (Agenzia Nova) – Che un mancato accordo con l’Unione Europea sulla Brexit potrebbe provocare gravi disagi alla popolazione della Gran Bretagna era un timore gia’ ampiamente diffuso; ma ora un nuovo studio del governo di Londra mette l’accento sulle negative conseguenze sulla vita quotidiana dei cittadini britannici, gettando fuoco sulle polemiche che dividono l’esecutivo ed il Partito conservatore: lo scrive il quotidiano di opposizione “The Guardian”, preannunciando alcuni dei disagi indicati dal nuovo “libro bianco” che il governo del primo ministro Theresa May pubblichera’ oggi giovedi’ 13 settembre al termine di una riunione del gabinetto dedicata appunto allo stato delle trattative con l’Ue sulla Brexit. Nel suo articolo il foglio laborista mette in particolare l’accento sull’impatto che si sarebbe su patenti di guida, passaporti e bollette dei telefoni cellulari: in base alle informazioni raccolte, il giorno dopo la Brexit cesserebbe immediatamente il mutuo riconoscimento della validita’ delle patenti di guida con conseguenti complicazioni non soltanto per i turisti ma soprattutto per i circa 11 mila camionisti che ogni giorno attraversano il Canale della Manica per garantire il normale flusso di scambi commerciali. C’e’ poi il rischio che i cittadini britannici con passaporti con meno di sei mesi di validita’ rimasta siano bloccati alla frontiera di un paese Ue e gli sia negato l’ingresso; mentre le compagnie telefoniche potrebbero aumentare a dismisura il costo del roaming sia per i viaggiatori britannici in Europa che per quelli europei in Gran Bretagna. L’allarmante rapporto viene definito come “parte integrante della nostra pragmatica preparazione ad ogni possibile evenienza” dal ministro per la Brexit, Dominic Raab; il quale ha comunque tenuto a dire al “Guardian” che il governo di Londra e’ ottimista e fiducioso di poter ottenere un accordo per il dopo-Brexit al termine delle trattative con l’Ue: “La possibilita’ di un accordo”, ha detto Raab, “e’ ancora di gran lunga l’esito piu’ probabile”.

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Regno Unito-Francia, fallite trattative per metter fine alla “guerra dei molluschi”

13 set 10:50 – (Agenzia Nova) – Sono fallite nella tarda serata di ieri, 12 settembre, le trattative tra i pescatori britannici e francesi per metter fine alla cosiddetta “guerra dei molluschi” nel Canale della Manica. Lo scrive il quotidiano britannico “The Guardian”, riferendo che e’ caduta nel vuoto la proposta di indennizzi ai pescatori britannici perche’ non vadano a pescare nelle acque della Normandia nei periodi in cui l’attivita’ e’ vietata ai loro colleghi francesi dalle leggi della Francia. Ora, sottolinea il “Guardian”,vi e’ il rischio di nuovi scontri in alto mare tra le navi da pesca di Regno Unito e Francia come quelli accaduti alla fine di agosto che, per la loro gravita’, raggiunsero le prime pagine dei quotidiani nei due paesi. Il “Guardian” spiega che la legge britannica permette ai pescatori del Regno Unito di esercitare l’attivita’ di pesca ai molluschi tutto l’anno. Diversamente, la normativa francese ai pescatori dei periodi di sosta per permettere il ripopolamento. Questo vantaggio concesso agli operatori britannici dalla disparita’ delle discordanti legislazioni di Regno Unito e Francia aveva suscitato le proteste dei pescatori francesi, portando una vera e propria azione di guerra condotta nelle acque della Baia della Senna a nord della Normandia contro cinque pescherecci britannici, fatti segno del lancio di pietre e bombe fumogene da parte degli equipaggi di 35 pescherecci francesi. Aldila’ dell’esito che un’eventuale ripresa delle trattative tra le due parti, il “Guardian” sottolinea il valore fortemente simbolico che l’intera vicenda ha nella prospettiva della Brexit, facendo presagire un’infinita’ di contenziosi e di mini-conflitti tra britannici ed europei in una miriade di materie se il governo del Regno Unito non riuscisse a ottenere un accordo sulle conseguenze del recesso del paese dall’Unione europea.

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Francia, Benalla critica il Senato con il supporto della maggioranza

13 set 10:50 – (Agenzia Nova) – Alexandre Benalla, l’ex collaboratore dell’Eliseo indagato per aver aggredito dei manifestanti, ha attaccato la commissione di inchiesta del Senato, dopo aver accettato la convocazione che lo vedra’ comparire nella camera alta del parlamento francese il prossimo 19 settembre. Secondo quanto riferisce il quotidiano francese “Libe’ration”, Benalla ha reso delle dichiarazioni “oltraggiose” nei confronti dei senatori definendoli “piccole persone”. “Liberation” afferma inoltre che Benalla ha ricevuto il sostegno del ministro della Giustizia, Nicole Belloubet, e del portavoce del governo, Benjamin Griveaux. Entrambi hanno criticato il lavoro del parlamento, colpevole di intralciare le indagini della magistratura. Il caso sta portando alla luce una serie di malfunzionamenti nell’Eliseo, che presenta problemi nella gestione della comunicazione e dei collaboratori. Questo scandalo evidenzia poi l’assenza di figure di peso nella maggioranza capaci di rispondere alle critiche e difendere il presidente francese, Emmanuel Macron. Secondo un sondaggio condotto da Odoxa e pubblicato l’11 settembre scorso, il 71 per cento dei francesi e’ scontento dell’operato del governo. Dopo lo scandalo Benalla, Macron ha deciso di riorganizzare la struttura dell’Eliseo nominando alcuni fedeli collaboratori in posti chiave. Tuttavia, l’entourage presidenziale si difende affermando che questi cambiamenti erano in cantiere da diversi mesi.

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Francia, il presidente Macron presenta oggi il “Piano poverta’”

13 set 10:50 – (Agenzia Nova) – Il presidente francese, Emmanuel Macron, presentera’ oggi il Piano poverta’, che include una serie di misure sociali per uno stanziamento complessivo di 8 miliardi di euro. Secondo quanto riferisce la stampa francese, Macron esporra’ la riforma al Museo dell’uomo di Parigi. Il presidente francese cerchera’ di togliersi di dosso l’etichetta di “presidente dei ricchi” che gli e’ stata affibbiata in questa prima parte del suo mandato a causa di alcuni provvedimenti giudicati favorevoli alle classi piu’ agiate. Il Piano poverta’ ha l’obiettivo di stimolare il ritorno al lavoro e favorire le condizioni sociali dei piu’ piccoli. Da mesi, il governo della Francia denuncia che nel paese tre milioni di bambini vivono sotto la soglia di poverta’. A questi due punti si aggiunge poi quello riguardante la semplificazione de sistema sociale.

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Germania, il capo dell’Intelligence Maassen ha un “problema di atteggiamento”

13 set 10:50 – (Agenzia Nova) – Il presidente dell’Ufficio per la protezione della Costituzione, Hans-Georg Maassen, la scorsa settimana ha fatto dichiarazioni riguardo i fatti di Chemnitz al quotidiano “Bild” che sono state duramente criticate. Il capo dell’intelligence ha smontato settimane di polemiche sui presunti episodi di xenofobia nel comune tedesco, dove l’uccisione di un giovane da parte di un richiedente asilo aveva innescato manifestazioni di protesta, affermando che un video su presunti episodi di violenza era quasi certamente falso. Hans-Georg Engelke, sottosegretario di Stato presso il ministero dell’Interno si e’ sforzato di smorzare i toni di fronte alle proteste che da piu’ parti sono piovute nei confronti del capo dei Servizi interni. Dopotutto la Germania e’ uno dei Paesi piu’ sicuri al mondo, ha ricordato il sottosegretario in occasione del 17 esimo anniversario dell’attacco alle Torri gemelle di New York. Maassen e’ da tempo nel mirino dei Verdi e della Linke, eppure la comunita’ della sicurezza concorda in generale sul fatto che il funzionario sia uno dei migliori capi che l’intelligence tedesca abbia mai vantato. Persino i funzionari statali del ministero dell’Interno e l’ufficio del cancelliere, la cristiano democratica Angela Merkel (Cdu), chiedono che rimanga in carica, pur consapevoli, secondo la stampa tedesca, che la misura e’ colma per via “dell’atteggiamento” del capo dei Servizi. Le sue dichiarazioni su Chemnitz, apparse vicine alle posizioni dell’AfD e contrarie a quelle del cancelliere, ne metterebbero in dubbio l’imparzialita’. Un suo licenziamento non e’ certo nei desideri del ministro dell’Interno, il cristiano sociale Horst Seehofer (Csu), ma se la pazienza del cancelliere venisse meno potrebbe essere conveniente non difenderlo piu’. La crisi della coalizione in estate e’ costata molti voti alla Csu. Il predecessore di Seehofer, il cristiano democratico Thomas de Maizie’re (Cdu), lo aveva gia’ convocato e gli aveva ricordato il suo dovere di lealta’.

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Germania, Merkel critica aspramente l’alleato Spd per il suo “no” ad un intervento in Siria

13 set 10:50 – (Agenzia Nova) – Il cancelliere tedesco, la cristiano democratica Angela Merkel (Cdu), ha duramente criticato il rifiuto categorico del partener di coalizione Spd ad un possibile intervento delle Forze armate nella guerra in Siria. “Facile da dire, abbiamo potuto distogliere lo sguardo quando le armi chimiche da qualche parte vengono utilizzate e una convenzione internazionale non viene rispettata. Questa non puo’ essere la risposta”, ha detto Merkel lo scorso mercoledi’ durante il dibattito sul bilancio del 2019 presso il Bundestag. “L’atteggiamento tedesco non puo’ essere semplicemente di dire no, qualunque cosa accada nel mondo”, ha aggiunto il cancelliere. “L’Spd non approvera’ la partecipazione della Germania alla guerra in Siria, ne’ nel governo ne’ in Parlamento”, ha ribadito pero’ la leader dei socialdemocratici Andrea Nahles. Solo il Consiglio di sicurezza o l’Assemblea generale delle Nazioni Unite potrebbe autorizzare la comunita’ internazionale ad agire militarmente. “Fino a quando cio’ non accadra’, noi socialisti non possiamo accettare alcuna violenta interferenza con la Siria”, ha ribadito la politica tedesca. Il leader della Linke Dietmar Bartsch ha bollato il possibile coinvolgimento tedesco in un’operazione militare in Siria come “incredibile” e “irresponsabile”. Tale richiesta e’ contraria al diritto internazionale, ha affermato Bartsch, secondo cui la Germania dovrebbe impiegare piuttosto tutte le risorse civili disponibili per prevenire una catastrofe umanitaria nella roccaforte dei ribelli Idlib.

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