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Gli italiani dicono no al nucleare (65%) e sì alle rinnovabili (70%). Il Rapporto

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La maggioranza degli italiani a favore di solare ed eolico, netto il rifiuto del nucleare da fissione, mentre si guarda con attenzione al nucleare da fusione. Ecco i dati del 21° Rapporto “Gli italiani, le rinnovabili e la green & blue economy”.

Il 21° Rapporto “Gli italiani, le rinnovabili e la green & blue economy”

In occasione della COP28 di Dubai e ancora prima a seguito dell’emergenza energetica che ha colpito soprattutto l’Europa, gli italiani si sono dovuti confrontare con tematiche molto rilevanti in termini di crescita e benessere: il nucleare, i combustibili fossili, le fonti rinnovabili, l’efficienza energetica e la decarbonizzazione.

Secondo il 21° Rapporto “Gli italiani, le rinnovabili e la green & blue economy con focus su “Il cambiamento climatico e le transizioni energetica, ecologica e digitale” realizzato dalla Fondazione UniVerde e da Noto Sondaggi, si conferma il trend degli ultimi decenni, cioè opposizione netta al nucleare e sostegno invece alle fonti rinnovabili, come il sole e il vento.

No al nucleare, si alle rinnovabili: sole e vento

Il 65% degli italiani dice no al nucleare da fissione, cioè l’energia generata dalle tradizionali centrali nucleari in giro per il mondo (non importa la generazione degli impianti), mentre il 70% è favorevole ad un aumento degli impianti di fonti energetiche rinnovabili, in particolare la fonte solare (81%) e l’eolico (58%).

L’eolico offshore è valutato positivamente dal 90% degli intervistati con un aumento (+16%) di chi ritiene però fondamentale il rispetto della fauna marina (30%), delle rotte degli uccelli migratori (20%) e il sostegno all’economia locale (24%). Il 64% degli intervistati lo ritiene, in ogni caso, asset strategico per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e transizione energetica dell’Italia.

Se il solare si afferma sul mercato privato l’eolico, soprattutto l’offshore, è apprezzato e riconosciuto quale tecnologia capace di dare sicurezza energetica al Paese.

Secondo il giudizio degli italiani, sarebbe importante per l’Italia incentivare tale tecnologia (76%) e per incoraggiarne lo sviluppo si dovrebbe intervenire per velocizzare i tempi di autorizzazione (42%), aumentare i fondi a disposizione (39%), costituire una filiera locale e nazionale per la produzione dei componenti quali turbine etc. (32%), favorire la realizzazione degli impianti di grandi dimensioni (22%), investire nello sviluppo di infrastrutture portuali (18%).

Preoccupazione per il clima, ma emergono gli scettici

In merito al nucleare, circa il 70% degli italiani dichiara di non conoscere la differenza tra fissione e fusione nucleare e, una volta spiegata, si affermano contrari all’energia nucleare da fissione (65%). Di questi, il 35% lascia aperta la porta alla ricerca e allo sviluppo della fusione per fornire un approvvigionamento energetico sostenibile.

Perde qualche punto la percentuale degli italiani che vorrebbe invece incentivare la ricerca e lo sviluppo nell’idrogeno per la transizione energetica (68%).

L’87% degli italiani è preoccupato dagli effetti del cambiamento climatico e il 63% ritiene prioritario contenere l’aumento delle temperature entro i 2 gradi, anche se l’item testato sul campione registra una flessione di ben il 10% nelle ultime due rilevazioni. Nel contempo, si rileva inoltre una leggera crescita dello scetticismo intorno a questa necessità.