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Giustizia digitale: Commissione Ue avvierà negoziati con il Consiglio d’Europa e con gli USA

Le indagini penali hanno la necessità di acquisire prove, al giorno d’oggi prove elettroniche, che costituiscono l’85% del lavoro complessivo. In molti casi, bel il 70%, queste prove elettroniche occorre acquisirle da prestatori di servizi online stabiliti in un altro paese.
I principali fornitori o prestatori di servizi online per le prove elettroniche si trovano negli Stati Uniti.

Visto che il settore è in continua crescita, che anche qui l’impatto della trasformazione digitale è evidente e che il numero delle richieste rivolte ai maggiori prestatori di servizi online continua a crescere, almeno dell’84% nel periodo 2013-2018, gli Stati membri dell’Unione europea (Ue) hanno affidato alla Commissione europea due mandati per svolgere negoziati internazionali intesi a migliorare l’accesso transfrontaliero alle prove elettroniche nelle indagini penali: il Consiglio ha deciso di incaricare la Commissione di negoziare da un lato con gli Stati Uniti, dall’altro sul secondo protocollo aggiuntivo alla convenzione di Budapest del Consiglio d’Europa sulla criminalità informatica.

Attualmente – ha spiegato in una nota ufficiale Vĕra Jourová, Commissaria per la Giustizia, i consumatori e la parità di genere – per la maggior parte delle indagini penali è necessario ottenere dati online dai prestatori di servizi all’estero. È pertanto fondamentale affrontare i conflitti di legge e stabilire norme comuni chiare. Qualsiasi accordo dovrà naturalmente stabilire almeno le stesse solide garanzie in materia di diritti fondamentali che si applicano all’interno dell’Ue“.
Per troppo tempo i criminali e i terroristi hanno abusato della tecnologia moderna per commettere i loro reati – ha affermato nella stessa nota Julian King, Commissario per l’Unione della sicurezza – fissando norme internazionali per ottenere l’accesso alle prove elettroniche compiamo un altro passo avanti per ridurre il loro margine di manovra, in quanto permettiamo alle autorità di contrasto di indagare e perseguirli con maggiore efficacia, nel pieno rispetto dei diritti fondamentali“.
Dato che la maggior parte delle indagini penali richiede l’accesso a prove online, che si trovano spesso al di fuori dell’UE, è fondamentale stabilire una cooperazione efficace e norme compatibili a livello internazionale.

Per quel che riguarda i negoziati con gli Stati Uniti, che potrebbero prendere il via in occasione della riunione ministeriale “Giustizia e affari interni” UE-USA che si terrà a Bucarest il 19 giugno, l’accordo da raggiungere dovrebbe affrontare i conflitti giuridici e stabilire norme comuni sugli ordini emessi dall’autorità giudiziaria di un paese, al fine di acquisire prove elettroniche detenute da un prestatore di servizi in un altro paese e di consentire il trasferimento diretto, e su base di reciprocità, di prove elettroniche da un prestatore di servizi in un paese a un’autorità richiedente in un altro paese.
In relazione ai negoziati sul protocollo aggiuntivo alla convenzione di Budapest, invece, l’obiettivo è fare in modo che il protocollo aggiuntivo alla convenzione di Budapest del Consiglio d’Europa sulla criminalità informatica sia compatibile con il diritto dell’UE, nonché sulle norme dell’UE proposte in materia di accesso transfrontaliero alle prove elettroniche.

In ogni caso, prima della firma e della conclusione di ogni accordo, è precisato nella nota, “la Commissione dovrà ottenere un’autorizzazione distinta dagli Stati membri” e prima che l’accordo possa essere firmato e concluso, “il Parlamento europeo sarà informato e dovrà dare il proprio consenso”.

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