Giomi (Agcom): “Il coinvestimento di TIM superato dalle scelte del mercato”

di |

Le dichiarazioni della Commissaria Agcom Elisa Giomi a margine delle notizie di stampa che vedono i due “ex” concorrenti, TIM e Open Fiber, fissare le condizioni preliminari per realizzare la società monopolista che disporrà di un’unica infrastruttura di rete di telecomunicazioni in Italia.

Mentre AgCom era impegnata ad approvare il coinvestimento, TIM e Open Fiber raggiungevano accordi per condividere, fuori dall’art. 76 del codice europeo delle comunicazioni elettroniche, le infrastrutture di rete”, ha dichiarato oggi la Commissaria Elisa Giomi a margine delle notizie di stampa che vedono i due “ex” concorrenti fissare le condizioni preliminari per realizzare la società monopolista che disporrà di un’unica infrastruttura di rete di telecomunicazioni in Italia.

A distanza di quasi due mesi dall’approvazione di AgCom dello schema finale dell’offerta di coinvestimento – ha proseguito Giomi – si sta verificando quanto avevo precedentemente segnalato: il mercato detta le regole e il coinvestimento reale prende forma fuori dalle competenze del regolatore di settore”.

I coinvestitori – ha continuato la Commissaria – sembrano infatti indirizzati verso tutt’altra rotta e lavorano alla ricerca di soluzioni di coinvestimento infrastrutturale e di governance di una rete unica dove non si intravedono spazi di sviluppo per il coinvestimento di TIM autorizzato da AgCom”.

A rendere più difficile la lettura degli eventi sono le indiscrezioni fatte filtrare in merito alla valutazione da parte di AgCom sulla richiesta di TIM di indicizzare i prezzi dell’offerta di coinvestimento al tasso di inflazione e sull’eventualità di ritirare la notifica dello schema di coinvestimento alla Commissione europea, chiamata a rendere un parere prima dell’adozione del provvedimento finale di AgCom”, ha aggiunto la Commissaria.

Lo schema è già stato sottoposto a due consultazioni di mercato e l’Autorità Antitrust ha espresso due pareri: “Nessun operatore in questa fase può formulare osservazioni o avanzare proposte”, ha spiegato Giomi, “né ritirare la notifica alla Commissione Europea da parte di AgCom sarebbe neutro dal punto di vista procedurale o privo di impatto sulle legittime aspettative dei partecipanti al coinvestimento approvato”.

Com’è noto, infatti, lo schema in discussione a Bruxelles prevede che gli impegni sui prezzi – peraltro già programmati in aumento per un arco di tempo di 10 anni – siano vincolanti non solo per TIM ma anche per tutti gli altri coinvestitori.

Piuttosto sarebbe importante già da ora avere una vision sul ruolo di mercato che andrà a ricoprire un monopolista di rete a controllo pubblico destinato nel giro di breve tempo a diventare fornitore unico di importanti operatori di rete fissa e mobile che oggi offrono ai consumatori italiani servizi di alta qualità a prezzi tra i più competitivi in Europa”, ha chiosato la Commissaria Agcom.

Qui assume grande rilievo il tema dei prezzi che la nuova rete monopolistica dovesse ereditare dalle vecchie reti. Non si può curare l’inflazione con l’inflazione. L’istanza di Tim di indicizzare i prezzi all’inflazione rischierebbe di generare una spirale di aumento dell’indice nazionale dei prezzi al consumo, soprattutto se si considera che attualmente il settore delle telecomunicazioni insieme al suo indotto rappresenta una quota significativa del PIL”, ha concluso Giomi.