Il fondo

Germania, piano da 177 miliardi per efficienza energetica e decarbonizzazione

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La guerra del gas minaccia l’economia tedesca. Per evitare il peggio, Berlino propone un fondo per la transizione energetica ed ecologica che interverrà soprattutto sull’efficienza energetica degli edifici, sull’ottimizzazione dei consumi e la decarbonizzazione dell’industria.

La guerra del gas minaccia la Germania

La Germania è passata in un pugno di anni dal titolo di locomotiva economica europea al rischio concreto di finire in recessione, e tutto per via della guerra del gas.

Non è tanto il conflitto scatenato dalla Russia in Ucraina a minacciare il PIL tedesco, quando il rialzo generale dei prezzi delle materie prime e soprattutto di quelle energetiche, che è frutto di un’altra guerra, iniziata sui mercati finanziari globali già durante la scorsa estate e continuamente alimentata da tensioni geopolitiche crescenti.

Gazprom ha di fatto ridotto il flusso di gas naturale verso la Germania al minimo storico di appena il 20% di quanto dovuto. Un risultato catastrofico per l’industria e il resto dell’economia tedesca (e di molti altri Paesi europei).

La necessità di rendersi autonomi dalle forniture russe diventa quindi irrinunciabile e imprescindibile. Ma come fare in breve tempo? l’Unione europea si è data subito delle linee guida, indicando la strada dell’efficienza energetica, dell’energia da fonti pulite e della decarbonizzazione, ma chiedendo comunque dei sacrifici a tutti (come il taglio dei consumi energetici di almeno il 15% entro il prossimo inverno).

Un Fondo per il clima. Si parte dall’efficienza energetica degli edifici

Vista l’entità della crisi, il Governo di Berlino non ha voluto perdere ulteriore prezioso tempo e ha annunciato negli ultimi mesi diverse azioni. L’ultima in ordine di tempo è un piano da 177,5 miliardi di euro per la nascita di un Fondo per il clima e la transizione sostenibile per il periodo 2023 – 2026.

Uno strumento finanziario che è stato presentato come strategico per la transizione energetica ed ecologica del comparto industriale tedesco, ma non solo.

La maggior parte delle risorse, circa 56 miliardi di euro, dovrebbero esser destinate al miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici.

Riscaldare i nostri appartamenti e l’acqua nei consumi domestici contribuisce per un 30% dei consumi energetici nazionali.

La priorità per Berlino, in questo momento storico così critico, non è costruire nuove case, ma ristrutturare quelle già esistenti, quindi, perché in questo modo ogni euro investito renderà dieci volte di più, secondo quando spiegato da un alto funzionario pubblico a euractive.com.

Decarbonizzare l’industria

20 miliardi di euro circa saranno destinati alla decarbonizzazione dell’industria e all’attuazione del piano nazionale per l’idrogeno, mentre 35,5 miliardi di euro saranno spesi per coprire la tassa sulle fonti rinnovabili (istituita per sostenere l’espansione degli impianti eolici e solari), abbassando in questo modo le bollette ai consumatori finali.

Altri 3,4 miliardi di euro andranno per l’elettrificazione della mobilità e dei trasporti e per l’aumento dei punti di ricarica.

Secondo un nuovo studio condotto da Prognos e KfW, il Governo tedesco dovrà investire complessivamente 500 miliardi di euro per raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica entro il 2045, mentre quelli privati dovrebbero ammontare a 5 trilioni di euro.

Ma certo il contesto attuale pone dei dubbi sul futuro della ormai ex locomotiva europea. Secondo quanto riportato da una nota di Teleborsa, l‘economia tedesca frena anche nel primo trimestre del 2022. Secondo la stima preliminare dell’Ufficio federale di statistica (Destatis), il PIL dovrebbe esser rimasto stabile nel 2° trimestre, facendo peggio delle stime di consensus che indicavano un +0,1% ed a fronte del +0,8% registrato nei tre mesi precedenti.