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GDPR, i brand rischiano di perdere fino al 43% dei consensi nella Ue

Con l’entrata in vigore del GDPR, i brand globali potrebbero perdere fino al 43% dei dati della loro audience europea. Questa la previsione di Vibrant Media, società Usa specializzata in marketing contestuale, secondo cui i brand sono alle prese con bassi tassi di opt-in ai loro database di email, bassa adesione delle persone alla revisione delle impostazioni sulle preferenze di comunicazione, bassi tassi di traffico ai siti per mettersi al passo con il nuovo regime di consensi, e scarsa fiducia nell’adeguamento al nuovo regolamento Ue sulla data Protection.

Nonostante le difficoltà incontrate con il GDPR, il 48% dei media buyers crede che la messa in atto concreta dei vincoli del nuovo regolamento sarà difficile da attuare.

Una sensazione che tuttavia non ha bloccato il calo di investimenti da parte delle agenzie media in pubblicità e marketing strategico, con il 42% dei media buyers che ammette una flessione della programmazione del budget di investimento in concomitanza con il GDPR.

“Il GDPR impone un ripensamento del marketing da parte dei brand. Questo è un cambiamento positivo per i consumatori. I manager delle agenzie prevedono che il 43% dei consumatori sceglierà l’opt-out dei dati da un rapporto involontario con i brand, il che rappresenta una vera occasione per costruire un rapporto di fiducia con i consumatori, che in questo modo potranno decidere per l’opt-in sulla base di un rapporto più trasparente e consapevole con le aziende”, ha detto il Ceo di Vibrant Media Doug Stevenson.

“La portata delle campagne di marketing online sarà largamente ridotta dopo il 25 maggio – aggiunge Stevenson – per mantenere le necessarie dimensioni di scala, i brand dovranno mettere a punto strategie di marketing ben definite e targettizzate sui consumatori ma non sui dati. Forse è per questo motivo che il 68% dei media buyers ha dichiarato a Vibrant Media che una maggior enfasi verrà destinata al marketing contestuale in risposta al GDPR. Piazzare spot pubblicitari verso target editoriali di consumatori contestualmente rilevanti a partire dai loro interessi ma senza fare affidamento sui dati dei consumatori a partire dai cookie”.

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