L'indagine

Gdpr, aumenta sicurezza informatica e fidelity degli utenti per un’impresa italiana su due

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Survey sul Regolamento generale europeo sulla protezione dei dati: in Italia il 71% degli intervistati ha dichiarato di aver adottato le misure del Regolamento appieno, il 28% ha familiarizzato con la maggior parte delle linee guida e solo l’1% ha appena iniziato il processo di attivazione.

Il Regolamento generale europeo sulla protezione dei dati, da tutti conosciuto con il suo acronimo inglese Gdpr (General data protection regulation), ha avuto un impatto positivo sulla fiducia dei consumatori per il 75% delle organizzazioni europee e l’83% di quelle italiane, mentre ha incrementato la sicurezza dei dati personali per il 73% degli intervistati in Francia, Germania, Spagna e Regno Unito e per l’86% in Italia.

Sono questi alcun dei dati contenuti nella ricerca/intervista dedicata da Check Point Software Technologies al Regolamento introdotto il 25 maggio 2018, con l’obiettivo di ripristinare il controllo sui dati dei singoli cittadini dell’Unione europea, che ha coinvolto circa 1.000 Cto, Cio, IT manager e responsabili della sicurezza delle imprese operanti nei cinque Paesi europei su cui si è basata la survey.  

Il 60% degli intervistati ha affermato che la propria azienda ha adottato tutte le misure previste dal Gdpr, mentre solo il 4% deve ancora iniziare il processo. Per quanto riguarda l’Italia, il 71% degli intervistati ha dichiarato di aver adottato le misure del Regolamento appieno, il 28% ha familiarizzato con la maggior parte delle linee guida e solo l’1% ha appena iniziato il processo di attivazione.

I tre benefici a lungo termine più discussi del Gdpr sono stati identificati nei seguenti punti:

  • aiutare le organizzazioni a mostrare la loro attenzione ai dati dei clienti e ad incrementare la fidelizzazione (45%, contro un 53% delle compagnie italiane);
  • rendere più efficienti le operazioni, soprattutto per quanto riguarda la sicurezza informatica (44%, contro un 52% delle compagnie italiane);
  • fornire una visione più esaustiva delle informazioni trattate dall’azienda (40%, contro un 41% delle compagnie italiane).

Nel valutare le prestazioni del Gdpr nell’affrontare il fabbisogno di PILR su una scala da 0 a 10 (dove 0 è “per niente” e 10 è “del tutto”), il punteggio medio assegnato è stato un ottimistico 7,91.
Un dato positivo, probabilmente frutto dell’approccio strategico alla sicurezza dei dati che il Gdpr ha incentivato: il 65% degli intervistati in Europa e il 78,5% in Italia ritiene che la propria azienda abbia un approccio organico e strategico alla sicurezza informatica, in cui le misure sono adottate dal basso verso l’alto per adempiere agli obblighi del Regolamento.

Lo studio, inoltre, ha rivelato che sono stati compiuti progressi notevoli in tutta Europa, grazie a diverse iniziative: il 53% degli intervistati ha affermato che la loro organizzazione ha istituito un team dedicato al Gdpr, mentre in Italia la stessa percentuale di aziende disponeva già di un team del genere prima dell’implementazione del Regolamento; il 41% europeo e il 47% italiano ha assunto consulenti sul Gdpr; il 45% ha dichiarato di aver stanziato un bilancio per coprire i costi di attuazione (rispetto al 50% delle organizzazioni italiane).