Key4biz

Gas serra: città italiane superano fino a 75 volte i limiti giornalieri. Corte UE pronta a condannare gli Stati

Il Rapporto “MobilitAria 2022”, città italiane soffocate dallo smog

Le città italiane sono sempre più inquinate. Se anche la concentrazione di alcune sostanze dannose per la nostra salute e quella dell’ambiente è andata lievemente riducendosi, negli anni passati, quella di altre ancora è in aumento.

Secondo il Rapporto “MobilitAria 2022”, realizzato da Kyoto Club e dell’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR-IIA), in collaborazione con ISFORT, nell’ambito della campagna europea Clean Cities, lo scenario relativo al nostro Paese sta complessivamente peggiorando.

Prendendo in considerazione le 14 Città Metropolitane, l‘andamento delle emissioni di CO2 totali dal 1990 al 2019 è stato diverso da centro a centro: in alcuni si registra una tendenza decrescente, in altre stabile o in altre ancora crescente, come nel caso di Bologna (+30% nell’ultima decade).

Gas serra che respiriamo

A livello nazionale, i gas serra nei trasporti sono cresciuti dal 1990 al 2019 del 3,9%, ed anche nelle città metropolitane si evidenzia una tendenza alla crescita.  Nelle 14 Città Metropolitane, per i gas serra si evidenzia il peso enorme dei trasporti stradali sul totale (mediamente dal 30% al 60%) e di questo segmento l’automobile ne determina in genere almeno due/terzi.

Dal Rapporto emerge con chiarezza il peso negativo del traffico veicolare per le emissioni inquinanti e di gas serra e vengono sottolineare le criticità del nostro sistema di mobilità urbana, con la debolezza cronica del trasporto collettivo e della mobilità attiva. Significativi investimenti sono in arrivo da PNRR e dal Bilancio ma mancano ancora 5 miliardi da destinare alle reti tramviarie e metropolitane per le città, almeno 1,2 miliardi da destinare alla mobilità ciclabile, ed 1 miliardo/anno aggiuntivo per i servizi di trasporto collettivo, se vogliamo accelerare la svolta verso la città sostenibile, attuare i PUMS ed arrivare a città carbon neutral al 2030”, ha spiegato in un commento allo studio Anna Donati, del gruppo di lavoro “Mobilità sostenibile” di Kyoto Club.

Inquinanti: le città superano i limiti fissati dall’OMS per la sicurezza della nostra salute

Quasi tutte le città registrano una crescita rispetto all’anno 2020 delle concentrazioni di NO2 (biossido di azoto). Nelle metà dei centri urbani esaminati si è registrato invece un miglioramento delle concentrazioni di PM10 ePM2.5 (polveri sottili di diametro inferiore o uguale ai 10 o 2,5 μm). Di contro si registra un peggioramento per diverse città del Sud.

A settembre del 2021, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha pubblicato le nuove Linee guida sulla qualità dell’aria, con raccomandazioni sui principali inquinanti atmosferici, suggerendo nuovi valori da non superare per limitare gli effetti nocivi sulla salute.

Il CNR-IIA ha effettuato nel Rapporto un confronto dei valori medi registrati nel 2021 per biossido di azoto e particolato atmosferico dalle stazioni di fondo urbano, evidenziando una sostanziale distanza delle concentrazioni attuali con i valori raccomandati dall’OMS più ambiziosi.

Di fatto, dal Rapporto italiano è emerso che nessuna delle città considerate è in linea con i parametri dell’OMS, e alcune di queste segnalano degli scostamenti molto rilevanti.

La Corte di Giustizia UE pronta a condannare gli Stati che non fermano l’inquinamento: dovranno risarcire chi si ammala

A riguardo, secondo quanto riportato dalla Reuters ed euroactive.com, la Corte di Giustizia dell’Unione europea potrebbe prendere dei provvedimenti seri, dando la possibilità ai cittadini europei di chiedere risarcimento per i danni alla salute subiti a causa dell’inquinamento urbano.

Stando alle parole di un consulente, particolarmente informato sui fatti, se un cittadino o un gruppo di cittadini è in grado di provare che il deterioramento del proprio stato di salute è diretta conseguenza del superamento continuo dei limiti di sicurezza per la salute stabiliti dall’Oms allora è possibile richiedere i danni allo Stato.

Secondo la testata online, tutto nasce da una causa intentata da un cittadino parigino che ha chiesto al Governo francese un risarcimento di 21 milioni di euro, con la motivazione che l’inquinamento atmosferico ha danneggiato la sua salute, mentre lo Stato non ha fatto nulla per assicurare e garantire il rispetto dei limiti per la sicurezza della salute umana stabiliti dall’Unione in questo settore.

L’inquinamento atmosferico è responsabile ancora di oltre 300mila morti l’anno negli Stati dell’Unione europea, secondo dati dell’Agenzia europea per l’ambiente (EEA). La Corte negli ultimi anni ha già emesso una serie di sentenze di condanna per dieci Paesi dell’Unione, tra cui Italia, Francia e Spagna, ritenuti responsabili di emissioni di gas serra oltre il limite consentito.

Questo orientamento legale che tiene conto della possibilità di individuare sempre dei responsabili tra chi detiene il potere è un grande passo in avanti nella lotta per chiedere il rispetto del diritto ad avere una qualità della vita più elevata, un’aria da respirare più pulita, un ambiente più sano”, ha dichiarato Irmina Kotiuk, avvocato dello studio legale ClientEarth.

Exit mobile version