Lo scenario

Gas, la Germania alza il livello di allarme. Cingolani: “Tetto al prezzo unica via”

di |

Quella che fino a qualche mese fa era ancora considerata la locomotiva d’Europa proclama l’allarme generale e per l’IEA tutti i paesi europei dovrebbero prepararsi al taglio totale delle forniture di gas russo già entro i prossimi mesi. L’Italia continua a puntare al price cap e l’Europa potrebbe cedere.

UE verso il taglio totale delle forniture di gas dalla Russia?

Il numero uno dell’Agenzia internazionale per l’energia (Iea), Faith Birol, non ha usato mezzi termini nell’intervista rilasciata al Financial Times: “L’Europa deve farsi trovare pronta in caso di stop totale alle forniture di gas provenienti dalla Russia”.

Per l’Agenzia non ci sono molte alternative per i Governi dei Paesi dell’Unione e come spiega nel suo ultimo “World Energy Investment Report“: si deve rimandare la chiusura delle centrali nucleari e limitare il consumo di gas per generare energia elettrica, mentre si deve fare molto di più per potenziare le fonti energetiche rinnovabili, aumentando anche gli investimenti energetici almeno dell’8% quest’anno a 2.400 miliardi di dollari.

Più rinnovabili significa allo stesso tempo meno ricorso ai combustibili fossili e quindi maggiore autonomia energetica (senza considerare il taglio delle emissioni di CO2 e degli altri gas serra).

La Germania alza il livello di allarme

Intanto, come si legge su La Repubblica, il ministro tedesco dell’Economia, Robert Habeck, ha annunciato l’attivazione di un nuovo livello di allarme in Germania, il secondo su tre, nel piano di emergenza nazionale realizzato dal dicastero per affrontare la crisi energetica e non solo.

Habeck ha detto alla stampa che “il gas è ormai a conti fatti una merce rara in Germania”, aggiungendo: “Dobbiamo ridurre i consumi di gas entro questa estate. L’estate è ingannevole, ma l’inverno arriva veloce e abbiamo la responsabilità di riempire i depositi di gas e farci trovare pronti”.

La terza fase del livello di allarme è praticamente il razionamento energetico per famiglie e imprese in quella che fino al 2019 era la locomotiva d’Europa. Alla Confindustria tedesca il ministro ha detto chiaro e tondo: “la crisi del gas potrebbe essere peggiore della pandemia“.

Il bollettino economico della BCE non rassicura

Considerazioni critiche che sono riprese pienamente nell’ultimo bollettino economico della Banca centrale europea (Bce), che vede nella crisi energetica una minaccia molto seria per la crescita dei Paesi dell’Unione: “L’interruzione delle forniture di energia all’area Euro costituirebbe un rilevante rischio per le economie dei Paesi partner”.

Nel documento si sottolinea inoltre che “se la guerra dovesse intensificarsi il clima di fiducia potrebbe peggiorare, i vincoli dal lato dell’offerta potrebbero inasprirsi e i costi dei beni energetici e alimentari mantenersi in modo persistente su livelli piu’ elevati rispetto a quelli attesi. I rischi per l’inflazione sono principalmente orientati al rialzo”, è riportato dall’Agenzia Radiocor.

L’Italia punta sul “price cap” per il gas

Sul versante italiano della crisi, il nostro ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha invece sottolineato che al tetto al prezzo del gas non c’è alternativa se vogliamo superare con il minimo danno questa fase storica così difficile per l’Europa.

Secondo quanto riportato da Radiocor, intervenendo oggi all’evento Anci sul PNRR, il ministro avrebbe dichiarato: “Sul price cap per il gas, cioè il prezzo massimo del gas mi sono esposto molto: la fissazione di un tetto è un’idea proposta dall’Italia in tempi non sospetti; ha avuto fortissime resistenze in Europa, però adesso stanno capendo che forse è l’unica strada percorribile”.

Se in un primo momento l’Europa si è mostrata molto timida rispetto a questa proposta di tetto al prezzo del gas, ora sembra che qualcosa stia cambiando. La riduzione consistente di forniture Gazprom e le sanzioni economiche alla Russia (che inevitabilmente stanno comportando dei duri contraccolpi anche in Europa e non solo), stanno facendo cambiare idea a molti nel vecchio continente.

Le preoccupazioni di Parlamento e Consiglio europeo

Stando a fonti Ansa, al Consiglio europeo in corso oggi e domani sta circolando una bozza di conclusioni in cui al punto 23 del paragrafo dedicato all’economia si fa esplicito riferimento al price cap: “Il Consiglio, nel contrasto all’uso come arma del gas da parte della Russia e richiamando le conclusioni del 31 maggio, invita la Commissione a perseguire nei suoi sforzi nell’assicurare le forniture energetiche a prezzi accessibili”.

Per mitigare questa situazione sempre più tesa, insomma, si suggerisce di cercare più strade, tra cui quella di un temporaneo tetto ai prezzi del gas.

Dal Parlamento europeo, infine, è giunto sempre oggi un monito sullo stoccaggio di riserva del gas in Europa: “Raggiungere l’80% dei livelli di deposito entro il primo novembre per proteggere i cittadini europei da eventuali shock di approvvigionamento“. Presentata anche la richiesta che gli impianti di stoccaggio del gas siano considerati infrastrutture critiche. In caso, ne conseguirà che tutti i gestori degli impianti di stoccaggio dovranno ottenere nuove certificazioni obbligatorie per ridurre il rischio di interferenze esterne.

Per gli anni successivi il livello di riempimento è fissato al 90%. Nel testo, si sottolinea inoltre la necessità per i Paesi UE di diversificare le fonti di approvvigionamento del gas e rafforzare le misure di efficienza energetica.