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Gas, Cingolani: “Stoccaggi al 74%, si allontanano le misure di razionamento”

Il gas non mancherà all’Italia, stoccaggi sulla giusta strada

Non è ancora chiaro se nei prossimi mesi autunnali avremo o meno a che fare con drastiche misure di razionamento del gas naturale, soprattutto per il consumo domestico, ma anche per le imprese. Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha dichiarato in sede di illustrazione del decreto aiuti bis che al momento non ci sono particolari pericoli in tal senso.

Gli stoccaggi nazionali di gas sono arrivati attorno al 74% – ha precisato Cingolani durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi – quindi abbiamo ripristinato il trend che ci deve portare al 90% a fine anno”.

I numeri sul gas non richiedono misure draconiane di razionamento. C’è un quadro instabile a livello internazionale, speriamo che non ci siano peggioramenti”, ha aggiunto il ministro.

Con i numeri che abbiamo, con gli stoccaggi, con il nostro piano di risparmio e con le diversificazioni, non dovrebbe esserci ragione di fare un razionamento, come probabilmente ci sarà in altri Paesi”, ha rassicurato Cingolani.

I rigassificatori

Poi il ministro calca la mano sul tema rigassificatori, che è ormai materia di sicurezza energetica nazionale e quindi pone dei seri problemi, anche in termini di comunicazione pubblica, non tutti infatti sono d’accordo con questi impianti.

Il Gnl va gassificato subito: non si può mettere a rischio la sicurezza energetica nazionale perché non si può mettere un rigassificatore. Lo metteremo casomai per pochi anni, poi lo sposteremo, ma dobbiamo partire subito. E’ un fatto tecnico”, ha affermato Cingolani in conferenza stampa, secondo quanto riportato da Teleborsa.

D’altronde, come ha anche ricordato il ministro, per sostituire le forniture di gas russo in tempo per il prossimo inverno, come vuole anche la Commissione europea, sono stati fatti ordini all’estero per 25 miliardi di metri cubi di gas naturale, di cui la metà sarà liquefatto, cioè gnl, che andrà poi rapidamente rigassificato.

Manderemo al 100% di capacità i rigassificatori che abbiamo ma questo ci porterà altri 3/4 miliardi di metri cubi. Ci servono due rigassificatori nuovi”, uno dovrebbe essere realizzato a Piombino, ha detto il ministro, l’altro a Ravenna. Saranno strutture galleggianti e quando non saranno più necessarie, ha spiegato Cingolani, si potranno tranquillamente spostare o smontare.

Proprio da Piombino sono arrivate le critiche più forti al progetto del rigassificatore offshore da parte di comitati civici e ambientalisti, sia perchè si tratta di una piattaforma galleggiante di 300 metri, con un forte impatto ambientale – sia per l’inquinamento atmosferico, sia per gli effetti sulla fauna e la flora marina – sia perchè altrove tali strutture sono costruite ad almeno 20 km dalla costa, con una zona interdizione di sicurezza di una circonferenza di 2 km. Senza considerare le ricadute negative sul turismo e il traffico marittimo locale.

Centralità delle fonti rinnovabili

Anche se la situazione al momento sembra migliore delle attese, sul tema energia non si deve scherzare. Come ha dichiarato il Presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi, in conferenza stampa assieme a Cingolani: “ci sono delle nuvole all’orizzonte.  Soprattutto a causa della crisi energetica, dell’aumento del prezzo del gas e anche, in generale, di un rallentamento significativo nel resto del mondo, le previsioni sono preoccupanti per il futuro”.

L’approvvigionamento energetico del Paese è costituito per il 40,9% dal gas naturale, per il 32,9% dal petrolio e per il 19,5% dalle fonti energetiche rinnovabili (FER).

Sulle rinnovabili, Cingolani aveva già espresso la sua soddisfazione per la crescita annuale, con “le richieste di nuovi impianti di rinnovabili nei primi 7 mesi del 2022 a 9 GW”, “richieste che non possono nemmeno essere soddisfatte tutte per mancanza di pannelli e materie prime”, ha poi precisato.

Grazie alle rinnovabili sarà possibile ridurre la domanda complessiva di gas nella misura di circa 2 miliardi di metri cubi ogni circa 10TWh installati.

Come l’Italia sostituirà il gas russo

Come spiegato in una nota del Mite sulle forniture energetiche e gli stoccaggi del gas: “Il piano di diversificazione delle forniture di gas e di raggiungimento dell’indipendenza energetica dalle forniture russe prosegue secondo quanto già annunciato e si prevede di sostituire i circa 30 miliardi di metri cubi annualmente importati dalla Russia con circa 25 miliardi importati da altri Paesi”.

La riduzione di 5 miliardi di metri cubi all’anno è resa possibile dalla forte crescita delle installazioni di sorgenti rinnovabili e dalle misure di efficientamento e risparmio energetico già previste dalla strategia di riduzione del 55% della Co2 nel 2030 rispetto al 2019”, prosegue la nota.

La sostituzione dei circa 30 miliardi di metri cubi importati annualmente dalla Russia avverrà in maniera progressiva già a partire da quest’anno con un iniziale apporto di circa 6 miliardi di metri cubi da altri Paesi, che aumenteranno a circa 18 miliardi nel 2023 per stabilizzarsi a circa 25 miliardi di metri cubi nel 2024”. E qui si inserisce il tema dei rigassificatori.

Circa la metà delle nuove forniture sarà immessa nei gasdotti, mentre l’altra meta sarà fornita in forma di gas liquido, che andrà subito rigassificato. A tale scopo il piano del Governo prevede di massimizzare l’utilizzo dei rigassificatori esistenti e di installarne due galleggianti entro il primo trimestre del 2023 e il primo trimestre del 2024 seguendo la crescita progressiva delle nuove forniture”, è precisato nel testo, in cui si sottolinea che “la puntualità di queste installazioni sarà fondamentale per garantire la sicurezza energetica nazionale. Ferma restando la situazione di incertezza internazionale, il governo è impegnato in un costante monitoraggio dei flussi e delle forniture”.

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