L'accordo

Gas: cala il prezzo dopo impegno USA per 15 miliardi di metri cubi di fornitura all’UE nel 2022. Ecco l’accordo

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L’America corre in soccorso dell’Unione europea che vuole sganciarsi dal gas russo, offrendo 15 miliardi di metri cubi di GNL entro la fine del 2022, con lo scopo di rifornire gli stock per l’inverno 2022/2023. Cala subito il prezzo sulla piazza di Amsterdam, ma per Goldman Sachs non sarà un trend al ribasso.

Leggi il testo della dichiarazione congiunta Commissione UE – Stati Uniti sulla sicurezza energetica europea

Raggiunto accordo con gli USA

La guerra passa anche per il prezzo del gas, lo abbiamo imparato bene in queste settimane di conflitto russo in Ucraina. Oggi, dopo l’annuncio dell’impegno americano a rifornisci di gas liquido, il prezzo del metano in Europa è calato del 4,1% a 107 euro per MWh.

Appena 48 ore fa, sul marketplace dei futures del gas TTF di Amsterdam, dopo le dichiarazioni del Presidente russo, Vladimir Putin, che di fatto non accetterà più pagamenti in dollari o euro, ma solo in rubli, per le forniture energetiche, si registrava un prezzo superiore a 120 euro per MWh, con un rialzo pari al +21,5%.

Secondo il testo dell’accordo formalmente raggiunto oggi e sottoscritto dal Presidente USA, Joe Biden, e la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, Washington sarebbe intenzionata a rifornire l’Unione europea con oltre 15 miliardi di metri cubi di gas naturale liquefatto (GNL) entro la fine del 2022.

Task force congiunta UE-USA

Gli Stati Uniti e la Commissione europea istituiranno immediatamente una task force congiunta sulla sicurezza energetica, per definire i parametri di questa cooperazione e procedere rapidamente all’attuazione. L’unità sarà presieduta da un rappresentante della Casa Bianca e da un rappresentante della Presidenza della Commissione Europea.  

Oltre ai 15 miliardi di metri cubi promessi, l’accordo prevede molto altro, tra cui:

  • l’impegno di USA e UE nel ridurre l’intensità dei gas serra di tutte le nuove infrastrutture GNL e dei gasdotti associati, anche attraverso l’uso di energia pulita rinnovabile per alimentare le operazioni in loco, la riduzione delle perdite di metano e la produzione di idrogeno pulito tramite relativa infrastruttura;
  • gli USA si impegnano inoltre a provvedere celermente all’aumento della capacità di rifornimento di gas per l’Europa se la domanda dovesse registrare un aumento, anche in vista del raggiungimento dell’obiettivo di sicurezza energetica previsto dal piano RePowerEU, affermando la volontà congiunta di porre fine alla dipendenza UE dai combustibili fossili russi entro il 2027;
  • la Commissione europea lavorerà con gli Stati membri dell’Unione per una fornitura di gas americano “stabile” di circa 50 miliardi di metri cubi/anno, almeno fino al 2030;
  • nell’accordo c’è la proposta interna ai Paesi Ue di un regolamento sullo stoccaggio dell’energia che garantisca un livello di riempimento pari al 90% della sua capacità entro il 1° novembre di ogni anno.

Si parla poi anche di aumentare la capacità degli impianti a fonti rinnovabili (tra cui anche l’idrogeno verde), di ammodernare le infrastrutture energetiche, di decarbonizzare il più possibile, di sviluppare nuove tecnologie pulite e di garantire la massima sicurezza di approvvigionamento, certamente, ma anche in termini ambientali e per la qualità della vita dei cittadini.

La Commissione, inoltre, vuole lavorare ad un meccanismo comune che regoli i consumi, riducendoli progressivamente, grazie all’ottimizzazione delle risorse e la riduzione di sprechi ed eccessi, massimizzando l’efficienza energetica.

guardando al futuro, sul tavolo degli accordi c’è anche un ambizioso accordo globale sul commercio di acciaio e alluminio, basato sempre sul taglio delle emissioni e che incentivi la decarbonizzazione industriale, riducendo nel contempo la domanda di energia.

Diversificare gli approvvigionamenti di gas e petrolio

Alla base dell’accordo c’è anche la volontà europea di aumentare le forniture energetiche dagli Stati Uniti, almeno per i prossimi due anni.

Oggi, il 90% del gas naturale è impiegato dai Paesi UE per generare energia elettrica, alimentare l’industria e riscaldare abitazioni, il 40% delle forniture provengono dalla Russia, da cui arriva anche il 25% delle importazioni di petrolio.

L’obiettivo americano è vendere un quantitativo di gas in via straordinaria all’Europa, senza aumenti di produzione, dirottando una parte delle risorse verso i porti europei per garantire scorte sufficienti prima dell’inverno 2022/2023.

Per Goldman Sachs calo del prezzo solo momentaneo

Il calo momentaneo del prezzo del gas a seguito della notizia delle nuove forniture americane di GNL all’Europa non si protrarrà nel tempo, ha spiegano Goldman Sachs, perché l’estrema volatilità della risorsa è legata fortemente alla diversificazione delle forniture e dalla crescita o meno delle supply chain dedicate a livello globale.

Intanto, secondo fonti Ansa, in Giappone sarebbe stata pubblicata la prima gara per l’acquisto di stock di gas liquefatto in cui la Tohoku Electric Power ufficialmente poneva come vincolo rigido che la risorsa non provenisse dalla Russia. In sostanza, per la prima volta si mette per scritto in un contratto il divieto di comprare il gas di Putin e potrebbe essere solo il primo di tanti.