Sei quesiti da affrontare in 600 minuti, nessun margine d’errore e una platea mista: da un lato, i migliori studenti delle scuole superiori di tutto il mondo; dall’altro, sistemi intelligenti progettati per affrontare non solo il linguaggio, ma anche l’astrazione. Le Olimpiadi Internazionali di Matematica rappresentano da decenni una delle sfide intellettuali più ambiziose per la mente umana. Dal 1959, la competizione mette alla prova capacità di logica, creatività e deduzione su problemi che spesso richiedono intuizioni non lineari e ragionamenti profondi.
Nel 2025, però, è accaduto qualcosa di inedito. Per la prima volta, due modelli di AI generalista, Gemini Deep Think di Google e un sistema sperimentale di OpenAI, hanno ottenuto lo stesso punteggio dei migliori umani in gara. Cinque problemi su sei risolti correttamente, entro il tempo previsto. Tradotto in termini olimpici: una medaglia d’oro.
Da calcolatori a pensatori: l’AI che dimostra teoremi
Fino a pochi anni fa, le AI capaci di affrontare problemi matematici avanzati erano altamente specializzate, costruite per gestire formalismi rigidi, simboli e regole fisse. Ma i modelli usati oggi, basati su architetture linguistiche generaliste e multimodali, lavorano in modo radicalmente diverso. Gemini Deep Think e il modello di OpenAI, infatti, non hanno bisogno di ricevere i problemi “tradotti” in formule o linguaggi strutturati. Leggono direttamente il testo in linguaggio naturale, lo comprendono, e generano dimostrazioni coerenti e formalmente corrette.
Questa capacità segna una soglia storica: la matematica, che sembrava l’ultima roccaforte dell’intelligenza umana, è ora terreno praticabile per modelli linguistici. Laddove una volta era necessario “programmarsi” una strategia, oggi l’AI può “pensare” la soluzione.
OpenAI e Google: due approcci, un risultato
Le due aziende hanno seguito percorsi diversi per arrivare allo stesso traguardo. Google ha lavorato a stretto contatto con il comitato dell’IMO, sottoponendo ufficialmente Gemini Deep Think alla valutazione degli organizzatori, che ne hanno validato le risposte con lo stesso rigore riservato agli studenti. Il risultato è stato una certificazione formale del punteggio: 35 su 42, l’equivalente di una medaglia d’oro.
OpenAI, invece, ha seguito un percorso più informale ma ugualmente sorprendente. Il ricercatore Alexander Wei ha annunciato il risultato su X, sottolineando come il modello sperimentale dell’azienda abbia superato con successo quella che considera “la sfida suprema per un sistema AI generalista”, ossia la capacità di affrontare il ragionamento simbolico profondo.
Verso la matematica assistita dall’AI
Quello raggiunto dalle AI in questa edizione delle Olimpiadi non è un semplice record, ma un’indicazione del futuro. La capacità di comprendere e risolvere problemi complessi in modo autonomo apre la strada a nuove applicazioni: dalla co-creazione di dimostrazioni matematiche, alla verifica formale automatizzata, fino alla didattica personalizzata.
Non è più fantascienza immaginare AI capaci di supportare matematici nella risoluzione di problemi irrisolti, o persino di proporre nuove congetture. Come già successo in altri ambiti, dalla chimica alla biologia computazionale, anche la matematica potrebbe beneficiare di un’intelligenza “di supporto”, capace di esplorare combinazioni che l’intuito umano da solo fatica a trovare.
Ma non è (ancora) dominio assoluto
Se le Olimpiadi di Matematica hanno visto l’AI brillare, in altri contesti la superiorità dell’intelligenza artificiale non è ancora assoluta. Nella recente AtCoder World Tour Finals 2025 Heuristic, una competizione di programmazione ad altissimo livello, il modello di OpenAI ha perso, di poco, contro uno sviluppatore polacco, Przemysław “Psyho” Dębiak. Un distacco del 9,5% ha fatto la differenza tra l’oro e l’argento.
Un promemoria utile: le AI sono straordinarie, ma ancora perfettibili. In molte sfide, il talento umano continua a primeggiare. Almeno per ora.
Il futuro? Corsa all’intelligenza matematicamente aumentata
Il duello tra Google e OpenAI non si esaurisce con una medaglia. Entrambe le aziende stanno già lavorando a versioni ancora più potenti dei loro modelli. Google ha annunciato che Gemini Deep Think sarà inizialmente disponibile per un numero ristretto di tester, tra cui matematici professionisti, prima di un possibile rilascio pubblico. OpenAI, dal canto suo, ha rilanciato la sfida con nuove promesse nel campo dell’“AI pensante”.
Le Olimpiadi di Matematica del 2025 potrebbero così passare alla storia non solo per i loro problemi, ma per aver segnato il confine, ormai superato, tra intelligenza naturale e artificiale.
In definitiva, l’AI non ha solo partecipato alla gara, ha cambiato le regole del gioco.