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Gaia-X, tutti i nomi delle aziende il 18-19 novembre: 25 italiane in lizza. La nostra proposta per il cloud della Pa

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Una volta definito il progetto Gaia-X, come sarà possibile garantire, concretamente, i più alti standard di sovranità digitale promuovendo al contempo l’innovazione? La nostra proposta per il cloud della Pa italiana.

Sono più di 300 le aziende di vari Paesi coinvolte in Gaia-X e 25 sono le italiane che hanno chiesto di partecipare al progetto: i nomi degli associati ufficiali saranno comunicati al GAIA-X Summit che si terrà il 18-19 novembre prossimi.

L’Italia è al terzo posto per numero di aziende che hanno chiesto di partecipare a Gaia-X, all’infrastruttura dei dati federata per l’Europa: in sostanza il futuro framework europeo sul cloud.

Il nostro Paese, con 25 aziende in lizza, è al terzo posto come numero di partecipanti dopo Germania e Francia: la Fondazione Gaia-X è nata con 127 membri iniziali.

Questi dati sono stati comunicati nel corso di un webinar che si è svolto il 22 ottobre, destinato ai membri Day-1, in cui l’organizzazione di GAIA-X ha annunciato che tutti i nomi degli associati saranno comunicati in occasione e non prima del GAIA-X Summit.

Un Regional Hub anche in Italia

L’Italia dovrebbe anche ad arrivare a definirne, tra i primi Paesi, un Regional Hub entro la prima metà del 2021, dopo Francia e Germania e più o meno in parallelo con l’Olanda e sul nostro territorio il promotore/fulcro è Confindustria, ancora in cerca di un coordinamento con il Governo.

Gli errori d’informazione sulla presenza dei Big Tech

L’errore sostanziale, che si legge anche sulla stampa nazionale, è scrivere che “è consentito aderire a Gaia-X solo se si è un Paese europeo o un’azienda privata europea”.

Di fatto non è così, perché la membership è aperta a livello internazionale. 

Per quanto riguarda i gruppi con sede principale fuori dall’Unione europea, è la capogruppo che può partecipare e non la filiale europea di Microsoft, Google, Amazon, ecc…

Se la capogruppo di una multinazionale cloud Usa o cinese non dovesse partecipare, allora potrà farlo solo una delle filiali (escludendo la capogruppo e tutte le altre filiali).

Al momento le Big Tech partecipano alla definizione delle regole, intese come standard alla base del progetto e policy rules, l’hanno fatto dal principio all’interno dei vari gruppi di lavoro e potrebbero continuere a farlo. Non si tratta di governance intesa come “direzione” ma di definizione delle regole alla base del “funzionamento” del progetto, quindi comunque un’accezione del concetto di governance…

Inoltre, i membri europei possono candidare un componente del Consiglio di Amministrazione, cosa che non possono fare i membri internazionali.

La proposta per il cloud della Pa italiana

Il progetto GAIA-X è suddiviso in 2 punti 

  • Ecosistemi e requisiti degli utenti
  • Implementazione tecnica

Una volta definito il progetto Gaia-X, come sarà possibile garantire, concretamente, i più alti standard di sovranità digitale promuovendo al contempo l’innovazione?

E come consentire sia la sovranità digitale degli utenti dei servizi cloud sia la scalabilità dei fornitori di cloud europei?

Per il cloud della pubblica amministrazione italiana, si dovrebbe/potrebbe puntare alla definizione di regole più restrittive di quelle definite oggi da AgID per il Cloud Marketplace e quindi:

  • coinvolgere esclusivamente operatori che rispondono prioritariamente solo alla giurisdizione italiana ed europea e garantiscono esclusivamente la ‘residenza fisica’ dei dati sul territorio italiano o europeo escludendo l’esportazione in server oltre i confini Ue, rendendo operativo il “cloud nazionale” all’interno del contesto di GAIA-X.

Staremo a vedere.

Gli 8 settori degli use case

Nel frattemmpo si conoscono gli 8 settori in cui sono stati presentati più di 40 use case. 

  1. Industry 4.0/SME
  2. Smart Living
  3. Finance
  4. Health
  5. Public Sector
  6. Mobility
  7. Agriculture
  8. Energy

Provengono da varie società e organizzazioni di paesi europei, tra cui Germania, Francia, Paesi Bassi, Spagna e Svizzera.

Come funzionerà GAIA-X?

I servizi federati forniscono valore se sono basati su standard comuni che garantiscono trasparenza e interoperabilità. GAIA-X risponde a questo requisito, si legge sul sito ufficiale del progetto, allineando i provider di rete e di interconnessione, Cloud Solution Provider (CSP), High Performance Computing (HPC), nonché cloud specifici del settore e sistemi edge. Qui vengono sviluppati meccanismi per trovare, combinare e collegare i servizi dei fornitori partecipanti al fine di consentire un ecosistema infrastrutturale di facile utilizzo. GAIA-X identifica i requisiti tecnici minimi ei servizi necessari per far funzionare l’ecosistema GAIA-X federato. Lo sviluppo di questi servizi seguirà i principi di Security by Design e includerà anche il concetto di Privacy by Design per garantire i massimi requisiti di sicurezza e protezione della privacy.

L’implementazione tecnica di questi servizi federativi si concentrerà sulle seguenti aree:

  • l’implementazione di identità federate sicure e meccanismi di fiducia (sicurezza e privacy by design);
  • servizi di dati sovrani che garantiscono l’identità della fonte e del destinatario dei dati e che assicurano i diritti di accesso e di utilizzo dei dati;
  • facile accesso a provider, nodi e servizi disponibili. I dati verranno forniti tramite cataloghi federati;
  • l’integrazione degli standard esistenti per garantire l’interoperabilità e la portabilità tra infrastrutture, applicazioni e dati;
  • l’istituzione di un quadro di conformità e servizi di certificazione e accreditamento; e
  • il contributo di una raccolta modulare di software e standard open source per supportare i fornitori nella fornitura di un’infrastruttura sicura, federata e interoperabile.