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G7, parla Guido Lombardi consigliere social di Trump. ‘Web Tax? I proventi vadano alle infrastrutture’

Per gli Stati Uniti, l’Italia è un Paese strategico. Ed è secondo in Europa solo alla Gran Bretagna. Non solo per ragioni di alleanze storiche, ma per il ruolo di mediatore che ha saputo silenziosamente svolgere in passato con l’Unione Sovietica e con alcuni Paesi del Mediterraneo. Ad una manciata di giorni dal G7 di Taormina, Guido Lombardi, ideatore di oltre 500 gruppi Facebook a sostegno della campagna elettorale di Donald Trump, nonché amico personale del presidente statunitense, descrive così il ruolo e il peso dell’Italia nello scacchiere internazionale di Washington.

Contrariamente a quanto di potrebbe pensare, gli Stati Uniti non sono affatto preoccupati per la delicata situazione finanziaria del nostro Paese, ma anzi sono attenti a sostenere l’Italia in un percorso di rinascita all’interno dell’Unione Europea. Una rinascita che non può prescindere da un cambio di passo dell’Unione con una diversa taratura degli equilibri fra i Paesi fondatori. “La situazione economico-finanziaria italiana non è preoccupante” spiega Lombardi, immobiliarista e consulente politico vicino anche a Marine Le Pen, candidata sconfitta da Emmanuel Macron nell’ultima tornata elettorale francese. “A meno che – aggiunge – qualcuno in Europa non voglia giocare brutti scherzi via spread”.

Il riferimento neanche troppo velato è a quando l’ex premier Silvio Berlusconi si dimise nel novembre 2011 sotto le pressioni del differenziale sui cambi fra Btp e Bund tedeschi generate da una forte speculazione internazionale. Il senso è che l’Europa ha bisogno di un nuovo passo che non può basarsi solo sulle liberalizzazioni a tutto campo: “Gli asset strategici vanno preservati. In Italia come negli Stati Uniti, il problema è lo stesso quando ci sono grandi capitali stranieri che vengono dal Far East o dal Medio Oriente interessati ad entrare nel capitale di infrastrutture rilevanti per l’“interesse nazionale”. Un interesse che gli Stati Uniti vogliono difendere dagli attacchi finanziari e fisici chiedendo anche all’Italia di fare la sua parte: “A Bruxelles e alla Nato, Donald chiederà all’Italia maggiori investimenti nella difesa – aggiunge – Questo non significa più carri armati o più navi militari, ma investimenti in infrastrutture importanti come gli aeroporti”.

Difficile anticipare cosa risponderà il governo italiano. Con le elezioni alle porte può accadere tutto e il contrario di tutto. “Ma non vedrete di certo Donald sponsorizzare questo o quel candidato come invece ha fatto Obama” giura Lombardi che in compenso non esclude la mediazione di Washington sul tema Web Tax. “E’ una questione fra aziende private, ma certo se l’Italia utilizzasse i proventi per infrastrutture strategiche (dagli aeroporti militari alle infrastrutture di telecomunicazioni, ndr) sarebbero tutti più contenti” precisa spiegando che da questo G7 non si attende grandi novità. “Le posizioni di Francia e Germania sono troppo distanti da quelle di Washington e di Londra, mentre l’Italia, come di consueto, avrà un ruolo da mediatore” conclude. Non poco con i tempi che corrono.

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