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G3DP, la stampante 3D che rompe la barriera del vetro (video)

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Dei ricercatori del MIT hanno sviluppato G3DP, una stampante 3D in grado di creare prodotti in vetro trasparente, sfruttando un sistema che sfrutta le alte temperature.

La stampa 3D è oramai un fenomeno in continua evoluzione, cosi come lo sono i materiali impiegati che vanno da miscele di polimeri a prodotti più conosciuti come argilla. L’unico materiale che non era mai stato usato era il vetro trasparente, ma a quanto pare, l’ultima barriera è stata superata di recente da un team di ricercatori del MIT.

Stampare vetro fuso è quindi possibile, grazie allo sviluppo di questa nuova stampante, la G3DP che lavora ad alte temperature (superiori ai 1000° C ndr.).

GLASS from Mediated Matter Group on Vimeo.

Tramite l’uso di uno specifico augello in ossido di alluminio (materiale dai costi non elevati e che riesce a resistere a elevate temperature ndr.) il vetro fuso esce dall’augello ad una certa temperatura che viene mantenuta stabile grazie a delle bobine di riscaldamento interne.

Il progetto al computer

Il progetto al computer

Una volta fuoriuscito, il flusso di vetro viene distribuito strato per strato, seguendo il programma computerizzato della stampante fino a creare degli oggetti solidi. Il processo creativo si divide in tre fasi: la programmazione dell’oggetto in questione, la creazione strato per strato e il raffreddamento che avviene in un’area separata della stampante.

Zona di raffreddamento del prodotto in vetro

Zona di raffreddamento del prodotto in vetro

Il prodotto finale, come si può osservare dal video e dalle foto, è di pregevole fattura e può avere molteplici funzioni, passando da recipiente per acqua o per i fiori a utensili per la cucina come bicchieri e piatti.

stampante 3d

Esempi di prodotti di vetro stampati in 3D

Ad ogni modo, è impreciso affermare che è la prima volta che il vetro viene usato come materiale per stampa 3D, c’erano stati già dei precedenti ma con tecniche di stampa completamente diverse (come il jetting o il sintetizzatore ndr.) che davano dei risultati opachi e non lucidi come in questo caso.

“Una questione da risolvere” fa sapere Peter Houk, capo del MIT Glass Lab “è comprendere i vincoli progettuali imposti dalla stampante”. In altre parole, il gruppo sta cercando di capire che gamma di stampa si può avere e con che tipo di angoli è possibile stampare. Le caratteristiche meccaniche e ottiche della stampante potrebbero quindi diventare un vincolo o al contrario garantire un’ampia flessibilità di produzione.