il traguardo

Fusione nucleare, Tokio anticipa Cina e USA e punta al mercato. Passo storico dopo 70 anni

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Il Giappone compie un passo storico nella fusione nucleare, superando Cina e USA nella corsa alla commercializzazione. La start-up Helical Fusion ha, infatti, testato con successo una bobina superconduttrice ad alta temperatura, aprendo la strada a reattori stabili e continui.

Mentre in Italia torna a farsi largo l’ipotesi del nucleare a fissione, nel resto del mondo l’attenzione è ormai puntata sulla fusione nucleare, la frontiera più promettente dell’energia pulita. Un settore in piena espansione, che nell’ultimo anno ha visto crescere gli investimenti globali di oltre 2,6 miliardi di dollari.

Primato mondiale per la ricerca giapponese

E questa volta è il Giappone a prendersi la scena, superando i giganti del settore, grazie allo sviluppo di una bobina superconduttrice, componente chiave per rendere commercialmente replicabile la fusione nucleare. Il primato giapponese è un paradosso se si considera il divario negli investimenti: negli ultimi cinque anni, Stati Uniti e Cina hanno speso oltre mille miliardi di yen (circa 6,6 miliardi di dollari) per accelerare la ricerca e lo sviluppo sulla fusione, mentre il Giappone si sarebbe fermato a 100 miliardi di yen.

Anche l’Italia, nel suo piccolo, sta facendo molto, muovendosi nella stessa direzione nel campo della ricerca. Lo scorso luglio è stato, infatti, inaugurato a Frascati, il Frascati Coil Cold Test Facility (FCCTF), un laboratorio all’avanguardia progettato per testare in condizioni estreme i super magneti superconduttori destinati al Divertor Tokamak Test (DTT), il primo reattore sperimentale a fusione nucleare 100% italiano. L’infrastruttura, in fase di costruzione presso il Centro Ricerche ENEA, è unica nel panorama nazionale ed europeo, destinata a diventare un punto di riferimento nella ricerca sulla fusione nucleare controllata.

Helical Fusion guida la corsa globale alla fusione nucleare

Con un annuncio che sta facendo il giro del mondo, la start-up Helical Fusion ha, quindi, comunicato di aver completato con successo un test di prestazioni critico di una bobina superconduttrice ad alta temperatura (HTS), un passo considerato decisivo verso la realizzazione di reattori a fusione commerciali.

Un traguardo che proietta Tokyo tra i pionieri della nuova era energetica, sfidando persino gli ambiziosi piani dell’americana Commonwealth Fusion Systems, spin-off del Massachusetts Institute of Technology (MIT), che punta a costruire la prima centrale a fusione su scala di rete in Virginia entro i primi anni 2030.

Fusione, il primo vero risultato in 70 anni di ricerca

Ma perché questo risultato è così importante?
A differenza della fissione nucleare, tecnologia oggi alla base delle centrali esistenti, la fusione unisce gli atomi anziché dividerli, generando enormi quantità di energia pulita e riducendo quasi a zero il problema delle scorie radioattive. È lo stesso processo che alimenta il sole, riprodotto sulla Terra grazie a temperature e campi magnetici estremi.

Eppure, in settanta anni di ricerca, nessun Paese era riuscito a costruire un reattore davvero funzionante e sostenibile.
Ecco perché il successo di Helical Fusion rappresenta una pietra miliare nel percorso globale verso l’energia del futuro, accendendo nuove speranze per una produzione sicura, inesauribile e a impatto quasi nullo.

l cuore pulsante della fusione: la bobina superconduttrice HTS

In concreto, la bobina superconduttrice ad alta temperatura (HTS), cuore pulsante dei futuri reattori a fusione commerciale, è riuscita a replicare l’ambiente magnetico interno di un dispositivo di fusione, mantenendo un flusso di corrente stabile in condizioni superconduttrici. Un traguardo senza precedenti, che segna un primato mondiale per la ricerca giapponese.

Questo risultato apre la strada alla realizzazione di Helix HARUKA, il dispositivo dimostrativo integrato di Helical Fusion, progettato per provare la possibilità di reazioni di fusione stabili e continue, la vera chiave per trasformare la fusione in una fonte di energia concreta e sostenibile.

Questo significa che il Giappone ha dimostrato di poter raggiungere la produzione di energia da fusione prima del resto del mondo,
ha dichiarato con orgoglio Takaya Taguchi, amministratore delegato di Helical Fusion, durante la conferenza stampa di annuncio.

Obiettivo 2030, la prima centrale a fusione commerciale

E l’azienda non nasconde le sue ambizioni: come unica erede della tecnologia di fusione elicoidale sviluppata dal National Institute for Fusion Science (NIFS), Helical Fusion sta perfezionando lo Stellarator Elicoidale, con l’obiettivo di costruire la prima centrale a fusione commerciale basata su questo design entro gli anni 2030.

Il sostegno politico non manca. La nuova premier giapponese Sanae Takaichi ha espresso pieno supporto al settore della fusione nucleare, alimentando le aspettative di maggiori investimenti e incentivi governativi in un campo che potrebbe rivoluzionare l’intero panorama energetico del Paese.

Speriamo che il governo Takaichi colmi il divario con Stati Uniti e Cina — o addirittura li superi — attraverso più fondi e una visione strategica di lungo periodo”,
ha aggiunto Taguchi.

Oggi, Helical Fusion si distingue tra oltre 50 progetti di fusione nel mondo, puntando a essere la prima azienda a soddisfare tutti e tre i requisiti fondamentali della sostenibilità commerciale, ossia:

  • Produrre energia stabile e continua,
  • Generare più energia di quanta ne consuma,
  • Garantire la manutenzione regolare dei componenti.

Un obiettivo ambizioso, ma che, dopo l’ultimo successo tecnico, appare più vicino che mai.

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