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Ftth e 5G, Franco Bassanini ‘Parlamento recepisca subito il nuovo Codice delle Comunicazioni Ue’

Il nuovo Codice Europeo delle Comunicazioni Elettroniche è entrato ufficialmente in vigore ieri e ora tocca agli Stati membri fare la lor parte, recependolo a livello nazionale. L’auspicio di Franco Bassanini, presidente di Open Fiber e già ministro per la Funzione pubblica, è che il Parlamento faccia presto. Nel suo intervento sul Sole 24 Ore, Bassanini ricorda come le disposizioni del nuovo codice siano favorevoli agli investimenti nelle infrastrutture tlc di nuova generazione, in particolare Ftth e 5G.

La piena digitalizzazione, secondo stime di Accenture Strategy, produrrà tra 10 anni un aumento del Pil europeo di 4 miliardi di euro al giorno, ma “richiederà prestazioni che solo la fibra integrale (Ftth e 5G) può assicurare”, scrive Bassanini, visto che per i servizi di realtà virtuale e aumentata, per esempio, occorreranno “capacità di rete di molti Terabit, velocità di accesso di diversi Gigabit al secondo, latenza di pochi millisecondi, resilienza ed efficienza che le reti miste (fibra-rame) non possono assicurare”.

Nel nuovo Codice, lo sviluppo di connettività ad altissima capacità diventa così un primario obiettivo regolamentare (anche se non ancora un diritto universale), ricorda Bassanini, che si aggiunge ai preesistenti (concorrenza, mercato unico e tutela degli utenti). Governi e Parlamenti potranno così introdurre norme e incentivi per la promozione di investimenti in reti ad altissima capacità. Le Autorità nazionali di regolazione dovranno tenerne conto nei loro interventi e per Bassanini “la questione è cruciale”, perché l’Europa rischia di restare indietro.

La penetrazione dell’Ftth in Corea è all’81,6%, in Giappone al 69,1%, in Cina al 61,6%, in Usa al 14,5% mentre la media Ue è al 13,9% e l’Italia è tra gli ultimi al 2,3% (dati delll’Ftth Council).

L’obiettivo per il prossimo decennio è per tutti il 100% o poco sotto e per raggiungerlo in Europa occorrerebbero 660 miliardi di euro di investimenti (dati di Bcg per Etno). “Al ritmo attuale (di investimenti ndr) occorrerebbero 25 anni: troppi!”, tanto più che gli incumbent europei non possono farli, con poche eccezioni (Telefonica): “Con l’FttCab (fibra all’armadio) tendono a prolungare al massimo la vita della rete in rame, in un’ottica di breve periodo, anche per rinviare la svalutazione di un asset fondamentale”, prosegue Bassanini.

La soluzione, secondo Bassanini, sono gli operatori infrastrutturali puri, non verticalmente integrati attivi soltanto sul mercato B2B (fiber company e tower company) entrati su diversi mercati e finanziati da investitori di lungo termine, per i quali il nuovo Codice prevede un regime regolatorio agevolato.

Per gli operatori wholesale only (come Open Fiber ndr) il nuovo Codice prevede “che non siano soggetti all’intero set di remedies previsto per gli incumbent verticalmente integrati – aggiunge Bassanini – al contrario di questi ultimi, non saranno obbligati a dare accesso ai dotti né all’orientamento al costo, anche in caso di prezzo regolamentato”.

Per fruire di questi vantaggi regolatori, il nuovo Codice fissa dei requisiti per identificare gli operatori wholesale only genuini: “la semplice separazione legale della rete dell’incumbent, per esempio, sarà ininfluente se l’incumbent mantiene il controllo sulla società separata”, sottolinea Bassanini.

Gli operatori wholesale only non hanno interesse a prolungare la vita del rame né a discriminare i service provider (dato ce non competono con loro sui mercati residenziali). Bassanini chiude ricordando il caso di Stoccolma, dove la piena concorrenza fra service provider garantita da un assoluto level playing field produce “importanti vantaggi per gli utenti,” visto che sulla rete competono più di 100 operatori/Isp. (P.A.)

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