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Frequenze TLC, cosa vogliono le non-Telco: da Starlink a Kuiper

Non soltanto le telco hanno partecipato alla consultazione Agcom sul rinnovo delle frequenze in scadenza nel 2029. Anzi, il drappello delle non-telco è molto nutrito e ha avanzato richieste spesso e volentieri ben diverse da quelle degli operatori, che si sono concentrati sul rinnovo non oneroso delle licenze in scadenza in cambio di investimenti in 5G standalone. Ma cosa hanno chiesto gli operatori satellitari? Partiamo da loro, da Starlink, l’operatore di Elon Musk che fa capo a SpaceX, e da Kuiper (da poco ribattezzato Amazon LEO), l’operatore satellitare di Jeff Bezos che fa capo ad Amazon.  

Le richieste di Starlink: la difficile convivenza con gli operatori FWA in banda 28 Ghz

Starlink, si legge nel suo contributo alla consultazione Agcom, è contraria ad una proroga tout court delle licenze in banda 28 Ghz e accusa gli operatori FWA di discriminarne l’accesso e chiede un’audizione all’Agcom per esporre nel dettaglio le “criticità riscontrate nell’ottenimento delle frequenze necessarie”. Le richieste di Starlink Italy, rappresentate dall’avvocato Eugenio Prosperetti, si concentrano in particolare sulla banda 28 Ghz. Starlink auspica che qualsivoglia assegnazione e rinnovo della banda 28 Ghz sia condizionato a obblighi e condizioni che rendano veloce ed efficace il coordinamento tra operatori FWA e operatori satellitari richiedenti stipulando accordi di coordinamento che indirizzino future richieste ed esigenze di coordinamento (es. installazione di nuovi gateways o spostamento dei medesimi)”, si legge nel parere di Starlink alla consultazione.  

Starlink discriminata dagli operatori FWA?

Starlink lamenta di dover attendere mesi, stando poi ai tempi e alle disponibilità dell’operatore FWA per poter coordinare un gateway. “Questo ha un impatto devastante” che di fatto “nega il servizio a decine di migliaia di utenti Starlink e spesso tali utenti sono situati in zone dove non ci sono altre opzioni per la banda larga”, si legge. L’operatore che fa capo a Elon Musk, a questo proposito, propone di rendere facoltativa la risposta negativa o mancata alla richiesta da parte dell’operatore terrestre, come accade in altri paesi europei.

Inoltre, Starlink chiede anche la realizzazione di un catasto delle frequenze, con la disponibilità di tutti gli impianti presenti sul territorio. “Una volta richiesto il coordinamento, se esso non viene portato a termine in tempi ragionevoli, dovrebbe comunque essere rilasciata la licenza d’uso delle frequenze” da parte del Mimit, aggiunge.

Starlink non detiene (per ora) licenze esclusive

Si ricorda che i detentori legittimi delle frequenze in banda 28 Ghz sono gli operatori FWA che se le sono aggiudicata, fra cui Eolo, TIM, Open Fiber. Starlink non detiene attualmente licenze esclusive per l’uso della banda 28 GHz in Italia e deve quindi coordinarsi – per evitare interferenze – con i detentori delle frequenze per usare la banda, che ha una destinazione d’uso co-primaria (paritaria) fra uso terrestre FWA e uso satellitare.

In passato, Starlink aveva avuto un contenzioso con Tim sull’uso della banda 28 Ghz poi superato con la mediazione del Mimit.  

Kuiper sulla stessa linea di Starlink: chiesto obbligo di coordinamento

C’è da dire che anche Kuiper (ribattezzata Amazon LEO), l’operatore satellitare in orbita bassa di Amazon, è sulla stessa linea di Starlink. Pur non avendo ancora avviato il suo servizio commerciale in Italia (potrebbe partire nel 2026), Kuiper mette le mani avanti e chiede una maggior trasparenza e velocità nei processi di condivisione della banda 28 Ghz da parte degli operatori FWA, che la detengono. “L’attuale approccio al coordinamento in vigore in Italia consiste nel richiedere all’operatore FSS (Fixed-Satellite Service) come – Kuiper e Starlink ndr – di passare prima attraverso il coordinamento bilaterale con l’operatore FS (Fixed Service) cui è stato assegnato l’uso di parti di banda 28 Ghz, e di poter ricorrere all’intervento del Ministero delle Imprese e del Made in Italy solo dopo un manifesto fallimento dei tentativi di coordinamento bilaterale”, si legge ancora. Ma in questo contesto, aggiunge Kuiper, “l’intervento del Ministero risulta spesso tardivo rispetto alle esigenze degli operatori”. Il coordinamento bilaterale, chiude Kuiper, dovrebbe avvenire in buona fede e chiudersi entro un limite massimo di 30 giorni.

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