AeroSpace Power Conference

Forze Armate e Spazio, Crosetto guarda a Musk come ispirazione per la “Difesa” del futuro

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Nel corso della Conferenza dedicata al tema “Fighting and Winning in the Sky Beyond the Next Decade”, il ministro Crosetto ha esaltato il modello Musk, rilanciando il ruolo del privato nella Difesa e nella corsa allo spazio.

Musk come modello da seguire e un nuovo approccio incentrato su Forze Armate e tecnologia. Dal palco dell’AeroSpace Power Conference 2025, il Ministro Guido Crosetto ha ribadito la centralità delle interconnessioni tra mondo militare, cyber e Spazio, esprimendo la propria ammirazione per il magnate americano ed elogiandone l’intraprendenza.

L’elogio del “self made man”

Mi ha colpito il fatto che lo spazio sia diventato quasi il monopolio di un uomo solo, che da solo ha superato tutti gli Stati. La cosa che mi ha colpito di MUSK non è stata la sua ricchezza, ma il fatto che un uomo solo, con capitali privati, abbia superato nella sfida allo spazio tutti gli Stati. Questo però significa che quando si ha un obiettivo lo si può raggiungere o meno e, se ce l’ha fatta un uomo solo, penso che qualunque obiettivo ci poniamo come insieme di Paesi possiamo raggiungerlo: l’obiettivo da raggiungere nei prossimi anni è di creare le condizioni perché questo mondo viva in una sicurezza maggiore rispetto a quella che vive oggi” ha affermato il Titolare della Difesa italiana. 

Ma dietro l’elogio del self-made man californiano, si cela un messaggio ben più profondo, ossia che il modello delle forze armate deve cambiare, aprendosi a nuove forme di collaborazione, presumibilmente anche con soggetti privati. Un’idea che risuona con forza in un contesto segnato dal ritorno della guerra in Europa, dall’instabilità globale e dalla nuova centralità dello spazio come dominio strategico.

La Difesa guarda al privato

Un intervento, quello di Crosetto, che pronunciato alla presenza di alti rappresentanti civili e militari italiani e internazionali riuniti oggi e domani presso la “Nuvola”, a Roma, di certo non è passato inosservato. Soprattutto da Stephanie Bednarek, vicepresidente di SpaceX. Una presenza che già nei giorni scorsi ha sollevato interrogativi in Parlamento: SpaceX è solo uno sponsor? O la Difesa italiana intende estendere gli accordi commerciali con soggetti privati anche in ambito militare?

Il dubbio è legittimo. Perché se da un lato l’apertura all’industria privata, come già avviene negli USA, può accelerare innovazione e reattività, dall’altro rischia di trasformare lo spazio e la difesa in terreni di competizione commerciale, sottraendoli al controllo pubblico e democratico.

Crosetto e il “nuovo mondo”

Nel suo discorso, Crosetto ha tracciato un’analisi impietosa del presente: “Stiamo vivendo il momento più difficile degli ultimi 70 anni“, ha detto. Un’epoca in cui “la forza rischia di contare più dei valori democratici, dei diritti e del benessere sociale“. Di fronte a questo scenario, il Ministro propone un approccio militare sempre più proattivo, in cui l’Aeronautica Militare è chiamata ad anticipare le minacce e costruire “connessioni” per prevenire i conflitti.

Ma il rischio è evidente. In nome della sicurezza, si sta ridefinendo il rapporto tra potere politico, forze armate e industria. E l’entusiasmo per il modello Musk, che ha reso lo spazio una corsa imprenditoriale personale, potrebbe segnare l’avvio di una nuova era in cui la difesa si fonde con il mercato, senza un chiaro perimetro di responsabilità.

L’Italia si avvia così a una strategia militare ibrida, dove pubblico e privato, sicurezza e profitto, missione e business si confondono. Con tutte le potenzialità, e i pericoli, del caso.

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