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Forte rimbalzo CO2: tornano a crescere le emissioni globali, ad un ritmo superiore al periodo pre-Covid

La crisi pandemica ci aveva forse illuso di una possibile concreta e decisiva riduzione delle emissioni di diossido di carbonio (CO2), ma la realtà è ben diversa da quanto sperato.

Dopo il crollo conclamato valutato tra il 6 e l’8% durante l’anno passato, con la progressiva entrata in una fase di rilancio dell’economia globale, ecco che le emissioni inquinanti ritornano a crescere e anche in modo sostenuto.

CO2, uno spettro si aggira in tutti i Paesi del mondo

Secondo i nuovi dati dell’AIE relativi a dicembre 2020, le emissioni nocive sono del +2% più alte rispetto allo stesso periodo del 2019, con uno scarto di +60 milioni di tonnellate di CO2.

Un dato che deve suonare come un campanello di allarme e per varie ragioni: “Il rimbalzo delle emissioni globali di CO2, registrato alla fine dello scorso anno, è un chiaro avvertimento sul fatto che non si sta facendo abbastanza per accelerare le transizioni all’energia pulita in tutto il mondo”, ha dichiarato in una nota Fatih Birol, Direttore esecutivo dell’AIE.

Se i governi non si muovono rapidamente, con le giuste politiche energetiche, questo trend potrebbe mettere a rischio l’opportunità storica di rendere il 2019 il picco storico delle emissioni globali, da cui poi si inizia a scendere“, ha aggiunto Birol.

I nostri numeri dimostrano che stiamo tornando di gran passo al modello ‘business as usual’, un modello economico ad alta intensità di carbonio. Quest’anno sarà quindi decisivo per l’azione internazionale a sostegno del clima e questi ultimi numeri ci ricordano quanto grande sia la sfida che dobbiamo affrontare per trasformare rapidamente in chiave sostenibile il sistema energetico globale”, ha concluso il direttore AIE.

I dati di Cina, India e USA

Solo per fare qualche esempio, anche durante la pandemia e nonostante le misure anti-Covid prese da Pechino, la Cina nel 2020 ha visto aumentare le proprie emissioni di CO2 dello +0,8% (o 75 milioni di tonnellate di CO2) rispetto al dato del 2019.

La Cina è stata la prima economica ad uscire dalla morsa del lockdown e da aprile 2020 ha riattivato tutte le sue industrie (oltre quelle rientranti nella fascia dei servizi essenziali), anticipando il rimbalzo delle emissioni di CO2.

Stesso discorso per l’India, che ha visto aumentare le emissioni di CO2 già ad agosto dell’anno scorso, superando i livelli di settembre 2019.

Le emissioni negli Stati Uniti sono diminuite del 10% nel 2020. Ma su base mensile, dopo aver toccato i livelli più bassi in primavera, hanno iniziato a risalire rapidamente. A dicembre si stavano già avvicinando ai livelli pre-Covid del 2019.

Il crollo storico della CO2 nel 2020

Complessivamente, le emissioni globali sono crollate di quasi 2 miliardi di tonnellate nel 2020, il più grande calo assoluto nella storia mai registrato. La maggior parte di questo calo – circa 1 miliardo di tonnellate, che è più delle emissioni annuali del Giappone – è stato il risultato diretto di un minor utilizzo di petrolio per il trasporto su strada e per il trasporto aereo.

La ripresa del settore trasporti segnerà inevitabilmente un aumento deciso delle emissioni inquinanti e la vendita di auto elettriche, nonostante sia forte in gran parte dei Paesi più industrializzati e più ricchi, non sarà sufficiente a compensare l’aumento dei veleni in atmosfera legati alle nostre attività economiche e ai trasporti.

Infine, le emissioni globali del settore elettrico sono diminuite di 450 milioni di tonnellate nel 2020. Un dato in parte dovuto alla riduzione della domanda di elettricità, ma anche all’aumento della produzione energetica dal solare fotovoltaico e dall’eolico.

Affinché il mondo possa raggiungere gli obiettivi climatici stabiliti dall’accordo di Parigi, in particolare quello di limitare il riscaldamento globale al di sotto dei +2°C, ogni anno si dovrebbe verificarsi un calo delle emissioni del settore elettrico di circa 500 milioni di tonnellate di CO2.

Il prossimo 18 maggio, l’AIE pubblicherà la prima roadmap completa al mondo del settore energetico per raggiungere le zero emissioni nette entro il 2050.

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