Lo studio

Firenze Smart City: risparmi potenziali per 380 milioni dall’efficienza energetica

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Enel ha realizzato con Legambiente e il Comune di Firenze uno studio per analizzare i benefici derivanti dall’attuazione di pratiche di efficienza energetica: presto 35 mila punti luce a LED e nuovi 150 punti di ricarica per veicoli elettrici.

L’efficienza energetica applicata ai contesti urbani è una delle strade che amministratori pubblici e aziende sempre più spesso indicano come migliore e più affidabile per lo sviluppo della smart city, sia per le grandi città, sia per le piccole.

Secondo uno studio dedicato alla Città di Firenze, promosso dal Comune, Legambiente e Enel, e presentato a Palazzo Vecchio lo scorso 16 luglio, grazie all’efficienza energetica si potrebbero risparmiare 13 milioni di metri cubi di gas e otto milioni di litri di benzina, per un valore di circa 380 milioni di euro, con l’aggiunta di 300 nuovi posti di lavoro e il taglio di 44 mila tonnellate di CO2.

Lo studio “L’efficienza energetica a misura di cittadino: possibili scenari per Firenze”, presentato tra gli altri dal sindaco di Firenze, Dario Nardella, il vicepresidente di Legambiente, Edoardo Zanchini, e il responsabile Mercato Italia di Enel, Nicola Lanzetta, ha l’obiettivo di evidenziare e valorizzare i benefici economici, sociali e occupazionali derivanti dall’attuazione di pratiche di efficienza nel capoluogo toscano e più in generale nelle città italiane.

“Il nuovo progetto di illuminazione pubblica di Firenze – ha spiegato il sindaco – in tre anni ci porterà a sostituire 35mila punti luci con i Led: in questo modo si potrà risparmiare più del 40% sulla bolletta con una resa energetica di luce del 25% che significa avere anche strade e piazze più illuminate, più sicure e più belle”

Lo stesso vale per la mobilità elettrica (emobility): “Noi siamo la prima città in Italia per numero di colonnine elettriche per abitante – ha precisato Nardella – tra la fine di agosto e i primi settembre finiremo l’installazione, con Enel, di una rete super innovativa di punti di ricarica elettriche: ne avremo, complessivamente, 150 in tutti i quartieri della città e chi ha un veicolo elettrico potrà circolare con molti più vantaggi”.

La strada italiana all’efficienza energetica e le best practice urbane è stato il tema di recenti studi condotti da ENEA e DNV GL-Business Assurance. Grazie a imprese e cittadini che hanno scelto di ridurre costi e consumi, con soluzioni che aiutino l’uso più attento dell’energia, l’Italia ha già raggiunto il 20% del target 2020 del Piano d’azione per l’efficienza energetica (PAEE) e i benefici economici ottenuti parlano di oltre 2 miliardi di euro di risparmio sulle importazioni di gas e petrolio, un taglio dei consumi di 7,55 Mtep all’anno e 18 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 in meno.

Secondo l’ultimo rapporto dell’ENEA in materia, le politiche nazionali sull’efficienza energetica hanno dato risultati importanti, ma il fatto che l’intensità energetica non stia calando, cioè il rapporto tra consumi e Pil, indica la necessità di sforzi ulteriori.

Dal 2007 al 2013, più di 2 milioni di famiglie italiane hanno beneficiato del meccanismo delle detrazioni fiscali investendo oltre 22 miliardi di euro per riqualificare energeticamente le proprie abitazioni. Il circolo virtuoso attivato dagli ecobonus ha così contribuito ogni anno a generare una media di 40mila occupati e a ridurre i consumi energetici dell’Italia di 0,9 Mtep.

Le imprese che scelgono l’efficienza energetica continuano a investire nel campo, ma secondo l’indagine l’impegno e gli investimenti in efficienza, che interessano il 64% delle aziende italiane interpellate, non coincide con l’efficacia: manca spesso un approccio integrale e a lunga durata così come un’attenzione costante a monitorare i reali benefici ottenuti.

In ultima analisi, pur prevedendo l’aumento degli investimenti futuri, per il 56% degli intervistati le imprese faticano a sviluppare progetti strutturati e di lungo periodo perché prediligono altre priorità (46% degli intervistati) o perché temono di intraprendere un percorso strategico nel quale vedono costi elevati di implementazione e mantenimento delle soluzioni per l’efficienza energetica (33%).

La strada quindi è ancora lunga, con scarse capacità prospettiche e numerosi ostacoli da eliminare.