Il protocollo

Firenze a LED, l’illuminazione pubblica costerà il 40% in meno. Progetti smart city anche per Prato, Pisa, Grosseto e Siena

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Prevista la riduzione della bolletta elettrica che passerà da 5,2 milioni a 3 milioni di euro. Per la decarbonizzazione dell’economia cittadina c’è l’obiettivo del 20% in meno di CO2 entro il 2020. Siglato nuovo protocollo per le smart cities della regione Toscana.

Lunedì scorso sono iniziati i primi interventi per la sostituzione dei tradizionali dispositivi per l’illuminazione pubblica con 30 mila nuove luci a LED. L’operazione coinvolgerà 1.572 tra strade, piazze e giardini dei quartieri del capoluogo toscano.

È il naturale proseguimento del progetto smart city della Città di Firenze, si legge in una nota dell’amministrazione pubblica, iniziato a gennaio 2017 con l’installazione di luci a led su tutti i 3.682 semafori urbani, che ha già ridotto di 160 mila euro la relativa bolletta elettrica dei fiorentini, passando da 240mila euro/anno a 80mila euro/anno per l’energia dei semafori.

La soluzione a LED garantirà inoltre consumi decisamente più bassi, grazie alla riduzione prevista da 5,2 milioni a 3 milioni di euro della bolletta elettrica cittadina (-40% di spesa, a parità di luce emessa): “questo permetterà al Comune di Firenze e a SILFIspa di rientrare dall’investimento in poco più di tre anni”.

Una misura che ad esempio consentirà all’amministrazione fiorentina di non spegnere più l’illuminazione notturna a vantaggio della sicurezza dei cittadini: in questo modo si stima che il 30% dei lampioni rimarrà accesso durante la notte (invece di spegnersi alle 23:30).

Tra gli altri obiettivi che la città si è data c’è la volontà di procedere sulla strada della decarbonizzazione dell’economia. Il minor fabbisogno energetico consentirà una consistente riduzione delle emissioni di diossido di carbonio o CO2, coerentemente con gli impegni presi dal Comune di Firenze nel Patto dei Sindaci: -20% di CO2 entro il 2020.

Sarà poi ridotto anche l’inquinamento luminoso dato dalla dispersione della luce emessa direttamente verso l’alto.

Prevista poi l’implementazione di soluzioni e tecnologie innovative, tra cui nuovi strumenti per il monitoraggio ambientale o acustico della città e possibili nuovi servizi ai cittadini, dalla WiFi pubblica alla videosorveglianza, che si potranno installare grazie ai “socket” (punti di connessione elettrica) presenti su ogni corpo illuminante.

Sempre lunedì, Regione Toscana, Anci e Confservizi Cispel Toscana hanno siglato nelle ultime settimane del 2017 un protocollo per la promozione e lo sviluppo delle smart cities, che coinvolge già la metà dei Comuni capoluogo, ovvero Firenze, Prato, Pisa, Grosseto e Siena.

In attesa delle linee guida e gli standard di servizio valide per tutta la regione, spiega il comunicato della Regione, “con la banda larga che copre tutto il territorio regionale, e l’ultralarga che sta arrivando, dobbiamo prepararci a implementare la diffusione di servizi per avere città sempre più intelligenti”, ha spiegato Vittorio Bugli, assessore alla presidenza con delega, tra l’altro, allo sviluppo della società dell’informazione.

Per raggiungere tale risultato, ha commentato l’assessore, “dobbiamo essere in grado, così come abbiamo fatto per superare il digital divide delle connessioni e delle infrastrutture, di diffondere su tutto il territorio quello che le città più grandi stanno già facendo”.

Il protocollo, oltre che a Università e centri di ricerca, è da considerarsi aperto anche alle adesioni di altre città toscane (capoluogo e non), aggregazioni territoriali e piccoli comuni che, con la banda larga ormai presente in tutta la regione e la banda ultralarga alle porte, potranno usufruire dei nuovi servizi dig