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FinTech e Smart City: un’occasione di crescita post Covid-19

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Dobbiamo riportare i consumatori alle loro abitudini ante COVID-19: il settore Fintech può riuscire in questo tentativo, ma solo utilizzando le infrastrutture che vanno sotto il nome di smart city.

Nella situazione attuale, alcuni osservatori indicano nella finanza innovativa lo strumento per la ripresa dell’economia. Il presente articolo dimostra come il COVID-19 abbia ridotto la velocità di circolazione della moneta, diminuendo l’efficienza del sistema.

Le innovazioni proposte dal settore Fintech, in particolare le Valute Digitali, possono riportare questa velocità ai livelli ante COVID-19, ma le infrastrutture delle smart city saranno una risorsa critica per raggiungere questo obiettivo.

La moneta ai tempi del COVID-19

Prima della pandemia, il settore dei trasporti pubblici aveva visto i primi successi delle aziende Fintech, che stavano iniziando ad espandersi anche nei servizi ausiliari della mobilità, come parcheggi e noleggio urbano. Poi arrivò il COVID-19.

Nonostante alcune eccezioni, l’opinione pubblica ha recepito subito l’importanza di limitare le interazioni sociali per ridurre le possibilità di contagio. I consumatori hanno cambiato le loro abitudini, indirizzando i loro acquisti sui prodotti essenziali ed aumentando la loro propensione al risparmio. Secondo un sondaggio Mastercard, tra febbraio e marzo, i pagamenti contactless presso alimentari e farmacie hanno registrato una crescita doppia rispetto a quella dei pagamenti in contante. Agli inizi di marzo, riconoscendo questa tendenza globale, anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha consigliato i consumatori ad utilizzare pagamenti contactless.

L’impiego del lavoro a distanza è diventato una necessità, ed i negozi al dettaglio hanno dovuto  nventare nuovi modi per interagire con i loro clienti. Per cercare di salvare le loro attività, le aziende hanno investito in apparati di telecomunicazione e servizi ma, nonostante questi sforzi, le loro vendite sono crollate. Le aziende Fintech sono state le prime vittime della crisi, sia in quanto sottocapitalizzate, sia perché avevano puntato proprio sui settori più colpiti dal COVID-19.

Cercando la diversificazione, alcune di esse hanno iniziato ad offrire servizi e prestiti alle Piccole e Medie Aziende (SME, Small and Medium Enterprises). Pur di acquisire capitale operativo, il Fintech ha anche cercato accordi con le banche commerciali, la sua concorrenza di sempre.

Come riuscire a far bere un cavallo

Gran parte degli economisti ha riconosciuto nel crollo della propensione al consumo la causa principale della crisi. Però è stato suggerito che anche la velocità di circolazione della moneta stia causando la contrazione dell’economia: essa è diminuita non appena i consumatori hanno iniziato a preferire le carte di pagamento al contante.

Certo, la propensione al consumo è difficilmente influenzabile: come dicono gli economisti, si può portare un cavallo alla sorgente, ma non lo si può costringere a bere.

Invece dobbiamo riuscire a far bere questo cavallo, ovvero a riportare i consumatori alle loro abitudini ante COVID-19: il settore Fintech può riuscire in questo tentativo, ma solo utilizzando le infrastrutture che vanno sotto il nome di smart city.

Uno dei vantaggi della finanza innovativa è che permette di raggiungere velocità di circolazione della moneta molto elevate. Anche in un sistema di prima generazione come Bitcoin, il tempo necessario per portare a termine una transazione varia dalla decina di minuti alle due-tre ore.

Ma il settore fintech ha anche altre potenzialità: ad esempio la possibilità di incentivare alcuni servizi o acquisti mediante cash-back (finanziamenti a fondo perduto garantiti dallo stato o da associazioni di esercenti).

La velocità di circolazione della moneta

Una volta riconosciuto il ruolo della moneta come mezzo di scambio, gli economisti hanno sviluppato il concetto di velocità di circolazione della moneta. Intuitivamente rappresenta il numero di volte che una unità monetaria passa di mano nel corso della giornata.

Prima dell’invenzione della moneta, l’economia si basava interamente sul baratto e, chiaramente, la velocità di circolazione della moneta era pari a zero. In un’economia più evoluta, i consumatori richiedono alla loro banca la moneta contante che poi utilizzano per i loro pagamenti. Questo contante ritorna al sistema bancario nel momento in cui i dettaglianti versano i loro incassi.

Ammettendo che prelievo ed accredito avvengano lo stesso giorno del pagamento, la velocità della moneta sarebbe pari ad uno, ma si tratta di un esempio assolutamente teorico.

Nella nostra economia, si intuisce come la velocità di circolazione sia maggiore di uno  in quanto la stessa banconota passa di mano molte volte prima di ritornare al sistema bancario.

Nella figura è rappresentata una stima della velocità di circolazione dell’aggregato M1. Con questo nome sono indicati tutti i titoli di credito esigibili a vista, cioè convertibili in moneta contante mediante presentazione ad una banca.

È evidente come la velocità di circolazione diminusca in corrispondenza alle crisi (aree grigie in figura).

Da questo punto di vista, le valute digitali (siano esse stablecoin o Central Bank Digital Currency- CBDC) consentono il monitoraggio continuo della velocità di circolazione.

I costi della movimentazione fisica del contante e l’efficienza dell’economia 

Nel momento che il contante ritorna in possesso del sistema bancario, questo deve sostenere un costo per la sua movimentazione fisica. Dovendo rifornire i loro sportelli con frequenza giornaliera o settimanale, la movimentazione del contante rappresenta per le banche un costo fisso (indipendente dalla quantità movimentata).

La Banca Centrale dell’Uruguay ha stimato che nello scorso anno le banche hanno speso lo 0,61% del prodotto interno lordo per coprire i costi della movimentazione.

Si può concludere che l’efficienza dell’economia è legata alla velocità di circolazione: maggiore è la velocità, maggiori sono gli scambi, e maggiore è la possibilità di produrre reddito.

In alcune economie, i costi connessi alla movimentazione fisica del contante sono così elevati che il sistema bancario non se li può permettere. Questa scarsità di moneta danneggia l’intera economia. Al contrario di quanto sembrerebbe a prima vista, anche l’utilizzazione delle carte di pagamento diminuisce la velocità di circolazione del contante.

  • ogni volta che usiamo una carta di pagamento, non stiamo usando contante, e quindi stiamo riducendo la velocità di circolazione della moneta  
  • l’addebito e l’accredito tramite carta di pagamento possono essere registrati anche dopo due o tre giorni dal pagamento vero e proprio

Il sistema bancario sta cercando di ovviare al problema sviluppando i sistemi di pagamento istantaneo, in grado di elaborare le transazioni in tempo reale e di assicurare addebito ed accredito in pochi secondi.

A questo scopo, l’Eurosistema (l’organizzazione che gestisce le infrastrutture finanziarie dell’EuroZona) ha sviluppato il sistema TIPS (TARGET2 Instant Payment Settlement).

Lo scorso 2 luglio, 16 tra le maggiori banche europee (Belgio, Francia, Germania, Olanda, Spagna ed Italia) hanno varato la European Payment Initiative, un consorzio per lo sviluppo di servizi di pagamento in tempo reale basato sul sistema TIPS.

Il sistema dovrebbe fare uso di un portafoglio digitale per garantire una sicurezza ed un’affidabilità superiore a quella raggiungibile con le normali carte di pagamento.

A tale scopo è stata proposto un progetto Europeo per definire un insieme di caratteristiche comuni a tutti i dispositivi di questo tipo.

Il ruolo delle CBDC

Come dice il nome, una CBDC (Central Bank Digital Currency, Valuta Digitale emessa da Banca Centrale) è una valuta digitale che ha lo stesso valore legale della carta moneta.

Infatti, secondo l’orientamento prevalente del diritto, le valute digitali emesse da altre organizzazioni sono da considerarsi merci, ovvero commodity.

Nelle economie occidentali le CBDC sono studiate attivamente da circa due anni.

Alcune Banche Centrali (Svezia e Canada) hanno già avviato dei progetti pilota, altre (Corea e Giappone) si sono dichiarate pronte a varare le loro versioni di valuta digitale moneta nazionale, ma che lo faranno solo al momento opportuno.

Il Governo cinese ha seguito un approccio differente: sei anni fa venne presa la decisione di sviluppare una CBDC, le infrastrutture hanno superato il primi collaudi, ed adesso si sta studiando come far cambiare ai cinesi le loro abitudini di pagamento.

Si tratta di un cambiamento epocale: la popolazione residente nelle campagne nutre sfiducia verso le banche e conserva i propri risparmi sotto forma di contante, mentre il resto della popolazione, che risiede nelle città, utilizza quasi esclusivamente le carte di pagamento.

Chiaramente, un regime autoritario ha maggiore facilità ad imporre le sue decisioni di politica economica ed anche di far pervenire all’esterno del paese le notizie che ritiene più opportune. Però l’esperienza cinese va analizzata in quanto serve a farci comprendere cosa ci attende nel prossimo futuro. Infatti alcuni problemi che un’economia occidentale incontrerebbe nello sviluppare una CBDC sono molto simili a quelli che sta incontrando il governo cinese.

Le CBDC e le smart city

In Cina, la sperimentazione della valuta digitale è iniziata l’aprile di quest’anno in quattro città:  Shenzhen, Suzhou, Chengdu e Xiong’an. Attualmente la valuta digitale viene utilizzata per il pagamento degli stipendi e sussidi alla popolazione.

  • Nella municipalità di Suzhou, gli impiegati del comune ricevono metà dei sussidi per il trasporto pubblico sotto forma di valuta digitale. Inoltre è in corso di collaudo un sistema di notarizzazione basato su blockchain. Questo sistema verrà utilizzato per le comunicazioni tra i cittadini e l’amministrazione locale.
  • Nelle quattro città oggetto dell’esperimento, gli impiegati delle maggiori banche cinesi ricevono parte del loro stipendio sotto forma di valuta digitale.
  • Durante la sperimentazione, nella la smart city di Xiong’an, i cittadini possono pagare in valuta digitale qualsiasi bene o servizio.